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Guida completa alle possibili avversarie ai quarti di finale di Champions League

Ecco tutto quello che c'è da sapere: dal momento di forma alla formazione tipo, dalla capienza dello stadio alla stella da tenere d'occhio. Domani a Nyon il sorteggio

La Redazione
15 Marzo 2018 - 09:01

Tra ventiquattro ore, minuto più minuto meno, conosceremo la nostra avversaria dei quarti di finale di Champions League. Domani (ore 12.00) l'attenzione sarà rivolta tutta sull'urna di Nyon, dove si deciderà quali saranno gli abbinamenti per il secondo turno a eliminazione diretta della più importante competizione per club. Le otto top d'Europa attendono di sapere con chi giocheranno le prossime sfide in programma il 3 e 4 e il 10 e 11 aprile. Nel mirino c'è la finale di Kiev. In questi casi, quando ci si trova ai quarti, si dice che un avversario vale l'altro dato che si presume siano tutti forti e attrezzati per primeggiare. Nella realtà, però, non è proprio così. Sono da evitare Bayern Monaco, Barcellona, Real Madrid e Manchester City; restano Siviglia (la squadra più appetibile), Liverpool (la gara più affascinante) e la Juve (un derby emozionante).

Juventus

Il loro grande obiettivo dopo le 5 finali perse. I rivali di sempre, ma in un contesto nuovo. E a loro favorevole, anche se in fondo la Coppa dei Campioni l'hanno vinta solo due volte, l'ultima ai rigori, a Roma, nel ‘95, a fronte di ben 7 finali perse. Ma 2 finali nelle ultime 4 edizioni sono un risultato che merita rispetto, e con 6 scudetti già vinti e il settimo che li vede ormai favoriti, l'Europa è il loro grande, vero obiettivo. Poteva svanire la scorsa settimana, quando il Tottenham andrò all'intervallo sull'1-0, dopo aver pareggiato 2-2 a Torino, la rimonta firmata dai soliti noti, Higuain e Dybala, 19' e 22' del secondo tempo, ha tenuto vivo il sogno. Sono 5 i gol segnati quest'anno in Champions dall'ex centravanti del Napoli, in 8 presenze, l'ex Palermo è fermo a uno, due per Mario Mandzukic, uno per Cuadrado. Pjanic e Bernardeschi (che però i quarti li salterà per infortunio, visto che si teme per la rottura del crociato). E poi c'è Buffon, che a 40 anni suonati non ha nessuna voglia di ritirarsi, e deve inghiottire l'amaro per aver perso la possibilità di fare un mondiale all'età in cui lo vinse Zoff: la Champions è quello che gli da la forza di andare avanti, l'unico trofeo che ancora gli manca. In questa edizione i bianconeri erano partiti malissimo, 3-0 al Camp Nou col Barcellona, ma da allora non hanno più perso: 4 vittorie e 3 pareggi (Sporting, Barça e Tottenham). 

Real Madrid

Stenta in campionato, ma l'Europa è casa sua. Contro il Psg, il Real Madrid ha dimostrato ancora una volta a tutti come la Champions League sia il suo terreno di caccia preferito. Lo è soprattutto per Cristiano Ronaldo che, grazie alle tre reti realizzate nel doppio confronto contro i francesi è arrivato a quota dodici gol in otto partite. Fermo restando lo spaventoso potenziale offensivo degli spagnoli, il dato che può dare qualche grattacapo in più a Zidane riguarda l'impianto difensivo della squadra. Ramos e compagni hanno infatti mantenuto la porta inviolata solamente nelle due gare contro l'Apoel Nicosia (3-0 e 6-0), subendo nove gol. Nonostante la grande qualità della rosa, a parte CR7 e Karim Benzema, fermo a quota due, gli altri otto marcatori della squadra sono andati in rete una sola volta (Bale, Casemiro, Borja Majoral, Modric, Lucas, Marcelo, Nacho e Sergio Ramos). A parte gli uomini di maggior classe, una delle figure di spicco del Madrid è senza dubbio Casemiro. Equilibratore del centrocampo, il brasiliano sotto la guida del tecnico francese ha messo in evidenza importanti progressi anche a livello qualitativo, arrivando già a cinque reti stagionali. Non sempre titolari nelle ultime settimane, Asensio e Isco sono due tra gli elementi più imprevedibili a disposizione del tecnico marsigliese.

Bayern Monaco

Con il ritorno di Heynckes riecco il rullo compressore. Letteralmente rinato con Jupp Heynckes in panchina, il Bayern Monaco tra le potenziali avversarie della Roma è sicuramente la squadra più in forma del momento, quella che più di ogni altra sembra non conoscere ostacoli sulla propria strada. Come se non bastassero l'impressionante ruolino di marcia tenuto dalla squadra bavarese (una sola sconfitta dopo il cambio di allenatore) e il blasone, l'eventuale abbinamento con i tedeschi porta con sé un altro fattore di rischio. Lewandowski e compagni potrebbero infatti arrivare a giocarsi i quarti privi di altre distrazioni fisiche e mentali, visto che potrebbero già essere campioni di Germania. Partendo da un 4-2-3-1 di base, l'allenatore del triplete ha utilizzato anche il 4-1-4-1 in alcune occasioni, ma al di là dello spartito tattico scelto, il tratto distintivo della stagione è rappresentato dalla capacità di mandare in rete molti giocatori. Meno prolifico rispetto alle passate edizioni, Lewa è comunque il capocannoniere della squadra in Champions, seguito da Müller e Tolisso, tornato ad esprimersi su ottimi livelli dopo il cambio della guardia. Tralasciando figure di spicco come Alaba, Hummels, Lewandowski, Müller, Ribery, Robben e James Rodriguez, un elemento da tenere d'occhio è proprio l'ex giocatore del Lione.

Barcellona

Messi e difesa blindata le armi di Valverde. L'ultima vittima illustre si chiama Chelsea, regolata appena ieri sera con il solito Messi a fare da mattatore. Non certo l'unica, nell'ennesima stagione in cui il Barça spadroneggia in patria e si pone come una della candidate più accreditate anche alla vittoria della Champions. Le ultime due edizioni finite in casa Real costituirebbero da sole uno sprone mica da ridere per i blaugrana. Ma sarà come sempre decisiva la vena dei suoi innumerevoli fuoriclasse nel prosieguo del cammino. Con l'arrivo di Valverde, sembra stia vivendo una seconda giovinezza Iniesta, tornato ai livelli stratosferici degli anni d'oro da "Illusionista". Rakitic e Coutinho (che però non può giocare in Champions) gli fanno compagnia nel centrocampo tutta fantasia, con il solo Busquets a sobbarcarsi obblighi di contenimento. Peraltro ottimamente supportato da una difesa mai così ermetica, capace di subire soltanto 13 reti in 28 partite di Liga, che il Barcellona domina da imbattuto e ha già ipotecato, potendo concentrare gran parte delle sue forze sulle sfide europee. Davanti, nemmeno a dirlo, dipende tutto dal Re: Leo Messi ha appena toccato quota 100 reti in Champions e non sembra volersi fermare. Al suo fianco un altro cannibale del gol come Suarez, e il rientrante Dembelé a fungere da ala, ma col vizio del gol. 

Siviglia

Storica qualificazione firmata da Montella. Condotto agli ottavi di finale da Toto Berizzo, nonostante il cambio di allenatore e il rendimento altalenante degli ultimi mesi, il Siviglia ha centrato un'impresa storica espugnando l'Old Trafford. Gli andalusi accedono infatti ai quarti di finale di Champions per la prima volta nella loro storia. Oltre allo spirito di gruppo e alla tenacia, i tifosi spagnoli devono ringraziare la prolificità di Wissam Ben Yedder, che con la doppietta realizzata contro il Manchester United si è confermato bomber di Coppa (otto reti in sette gare). Pur non avendo mostrato una difesa irreprensibile nella fase a gironi e in campionato, nel doppio confronto contro Mourinho gli uomini di Vincenzo Montella hanno incassato una sola rete. Merito soprattutto di Lenglet, in stato di grazia. In rosa ci sono diverse vecchie conoscenze del calcio italiano come Ever Banega, Joaquin Correa, Simon Kjaer, Luis Muriel e Franco Vazquez, non sempre punti fermi nel 4-3-3 o nel 4-2-3-1 alternati dall'allenatore italiano. In caso di incrocio con la Roma, il doppio confronto ai quarti rappresenterebbe un bel tuffo nel passato per il direttore sportivo romanista, Monchi, rimasto affettivamente molto legato alla sua ex squadra. Naturalmente affascinante sarebbe anche ritrovare l'aeroplanino nella massima competizione per club.

Liverpool

Salah: freccia imprendibile. Klopp, il "sergente" giusto. Aiutato anche da un sorteggio abbastanza abbordabile, il Liverpool arriva ai quarti di finale dopo essersi sbarazzato del Porto. Protagonista di una stagione positiva anche in campionato, la squadra inglese ha spesso fallito proprio quando era il momento di spiccare il volo definitivo, come testimonia l'ultima sconfitta contro lo United. Imprevedibili e a tratti inarrestabili in attacco, i Reds possono vantare un tridente veloce, tecnico ed estremamente prolifico. Roberto Firmino, Sadio Mané e, soprattutto, il grande ex Momo Salah stanno vivendo un'annata sensazionale. Limitando l'analisi alla Champions, gli inglesi hanno mandato in rete solamente sette giocatori. Diciannove dei ventitré gol totali sono stati messi a segno dai giocatori citati sopra (sette il brasiliano, sei a testa per l'egiziano e il senegalese). Un altro dato interessante riguarda le reti al passivo. In Europa, infatti, gli uomini di Klopp hanno saputo mettere da parte le incertezze e la permeabilità mostrate in Premier League, subendo solamente cinque segnature e chiudendo per quattro volte con la porta inviolata. Da tenere d'occhio anche Emre Can e le incursioni aeree di Virgil van Dijk. I punti deboli possono essere individuati soprattutto sulle fasce difensive, non sempre supportate con costanza dagli esterni d'attacco.

Manchester City 

Guardiola alla guida della macchina perfetta. La macchina perfetta. In mano al miglior pilota del mondo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: una Premier League mai così blindata da decenni a questa parte e un cammino in Champions tale da far tremare le Grandi storiche. Dopo un anno di apprendistato in terra d'Albione, Guardiola ha rimodulato il suo marchio di fabbrica (improntato al possesso palla infinito) ai ritmi britannici, ricchi di verticalizzazioni e strappi. Forte di una vera e propria freccia al suo arco come Sané, di un jolly dinamico e dai piedi raffinatissimi come De Bruyne e di una punta letale come Aguero. Tutti inseriti in un contesto tecnico di prim'ordine: dal creatore di gioco Gundogan, che sembra uno Xavi 2.0; ai due Silva, David e Bernardo, che assicurano estro e imprevedibilità alla consueta rete di passaggi senza soluzione di continuità; passando per una difesa ricca di nomi importanti - e superpagati - ma che ancora oggi resta il reparto meno brillante. Eppure Pep ha tutto per puntare al triplete: già vinta la Coppa di Lega, praticamente archiviata la Premier, dove ha 16 punti di vantaggio a 8 giornate dal termine sull'eterno rivale Mourinho secondo, punta al trionfo continentale. La sola incognita sembra rappresentata dall'inesperienza europea del City, ma compensa il tecnico plurivincitore (2 Champions in bacheca).

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