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Di Francesco: "Alisson non è convocato, gioca Skorupski. Fazio e Cengiz in dubbio"

L'allenatore della Roma ha parlato alla vigilia di Sassuolo-Roma: "Loro vorranno fare bella figura, dovremo giocare una partita importante"

La Redazione
19 Maggio 2018 - 11:24

Eusebio Di Francesco ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Sassuolo-Roma. Dopo la rifinitura a Trigoria, in cui Alisson, Under, Peres, Defrel e in parte Fazio hanno svolto allenamento differenziato, il tecnico sta rispondendo alle domande dei giornalisti in conferenza stampa. La partenza della squadra per Reggio Emilia è prevista alle 16. Queste le parole dell'allenatore: 

Servirà la mentalità giusta?
"Bisogna approcciare questa gara con la giusta mentalità, perché abbiamo raggiunto l'obiettivo Champions ma non ancora quello del terzo posto. Il Sassuolo sta in salute, nelle ultime dieci gare ha perso una sola volta. Conosco bene la loro mentalità, l'hanno dimostrata a Milano con l'Inter. Vogliono fare bella figura ma anche i miei giocatori devono fare una partita importante".

Domani il suo ritorno al Mapei, quali sono le sue sensazioni?
"Le devo ancora vivere, ma sono felice di poter rivedere tanti amici, ragazzi con cui ho condiviso storie importanti. E' un ricordo indelebile perché ci sono state emozioni importanti, un ambiente unico per poter crescere e lavorare in un determinato modo. Umanamente ho lasciato e ho ricevuto grandi insegnamenti. 

Visto che siamo in tema Royal Wedding... Lei ha chiesto a Monchi il regalo di tenere Alisson un altro anno a Roma?
"Da questo punto di vista sono sereno perché abbiamo sia Monchi sia De Sanctis che da ex portiere lo possono sostituire. Al di là delle battute, nel calcio, lo sapete, non c'è mai qualcosa di definitivo. Però, da ciò che mi è stato detto e dalle sensazioni che ho, Alisson rimarrà qua a Roma". 

Alisson e Cengiz saranno recuperati?
"Alisson no, ha un fastidio muscolare, giocherà Skorupski. Cengiz verrà ma farà il provino definitivo domattina, ha preso una butta botta. Anche Fazio è in dubbio".

Tra la consapevolezza di poter ambire a traguardi fino a poco fa impensabili e la rinnovata armonia col pubblico, qual è il dato più importante che questa stagione proietta nella prossima?
"La consapevolezza. E il fatto di aver riavvicinato la gente. Le sensazioni che provo io e che prova anche la squadra, un desiderio di appartenere a qualcosa. Ma a me questo non basta, è solo un punto di partenza negli atteggiamenti e nei modi di fare. Anche nel modo di affrontare l'ultima gara del campionato e nel non sottovalutare mai nessuno. Dobbiamo avere massima attenzione in ciò che facciamo, sia in sede di mercato sia in tutte le altre valutazioni per la prossima stagione, dal punto di vista fisico a quello metodologico. Bisogna cercare di rinnovare ma la bellezza di aver visto entusiasmo da parte di tutti credo che sia un punto di partenza importante". 

Domani ritroverà Politano e Berardi, esiste la possibilità che torni ad allenarli?
"Non voglio parlare di giocatori che non sono della Roma perché appena faccio un nome si travisa ciò che dico: non vi do titoli. Sono molto affezionato anche ad altri giocatori, ad esempio non nominate colui che è stato il capitano per tanti anni, Magnanelli, che è stato il simbolo che porterei in ogni squadra per far capire come si può arrivare a giocare a certi livelli con mentalità e dedizione. Matteo e Domenico sono due giocatori a cui tengo molto, specialmente Domenico che è cresciuto con me".

Quale voto dà a questa stagione? Col terzo posto si alzerebbe?
"Al di là dei voti, voglio dare un giudizio generale: abbiamo fatto qualcosa di straordinario in Champions, anche se c'è un pizzico di rammarico. La gente è felice di ciò che abbiamo fatto ma da parte mia c'è sempre stato il desiderio di poter fare qualcosa in più, ci siamo andati vicini e c'è mancato poco. Questo ci deve mettere la voglia di migliorare. Io credo che in Champions possiamo solo darci un ottimo voto. In campionato, al di là della posizione in classifica, mi dispiace avere questo distacco dalle prime due. Credo che avremmo potuto fare molto meglio, dal punto di vista dei punti e dei gol. Credo che comunque sia stato un campionato positivo, in cui c'era l'obiettivo della Champions e lo abbiamo raggiunto". 

Qual è stato il momento più difficile, il rammarico più grande, la delusione?
"La delusione più grande è stata il pregiudizio. Sapete cosa intendo. Non mi piace e mi infastidisce nei confronti di tutti e anche nei miei. In campo, il periodo di fine dicembre e gennaio non me lo sarei aspettato così difficile e ha compromesso la nostra corsa in campionato. Per il resto ci sono tante cose positive e mi piace sottolinearle".

E poi: chi merita la Champions, Lazio o Inter? Fa il tifo per una delle due?
"Ad oggi credo che sia avvantaggiata la Lazio che ha due risultati su tre. Per il risultato, non mi interessa chi passa". 

Un giudizio su Coric e Marcano?
"Non parlo di giocatori che non sono della Roma. Nel momento in cui dei giocatori saranno acquistati parlerò a livello tecnico di ognuno di loro. Sul mercato stiamo lavorando in simbiosi con Monchi e la società, ne abbiamo iniziato a parlare da questa settimana. Prima il pensiero era solo l'obiettivo Champions, ora che lo abbiamo raggiunto abbiamo iniziato a parlare delle scelte di mercato. Spesso ne sapete più voi di me, devo chiedere io se una notizia è vera".

"Infine, voglio chiudere dando un abbraccio alla famiglia di Gaetano Anzalone, che è stato molto importante nella storia della Roma. Ne parlavo ieri con Bruno Conti che ne tesseva le lodi e le qualità umane. Perciò un grande abbraccio e un saluto alla famiglia del presidente Anzalone"

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