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Roma-Juve, Di Francesco: "Giocano Dzeko, Florenzi, De Rossi ed El Shaarawy. Vogliamo 6 punti da qui alla fine"

Il tecnico giallorosso in conferenza: "Dobbiamo continuare a crescere nella mentalità. 50 panchine con la Roma? Spero di farne tante altre, ancora più belle"

La Redazione
12 Maggio 2018 - 13:12

Alla vigilia di Roma-Juventus, il tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco ha parlato in conferenza stampa a Trigoria:

Che importanza ha la partita di domani?
"E' una partita molto delicata, noi abbiamo ancora un obiettivo importante da raggiungere e vogliamo riuscirci il prima possibile. Teniamo moltissimo al terzo posto".

Domani saranno 50 presenze in panchina: una stagione lunga...
"Mi auguro di farne tante altre, ho raggiunto un piccolo obiettivo, ma non mi accontento. Al di là della quantità, spero che le prossime siano ancora meglio rispetto a queste prime 50"

18 punti di differenza tra Juve e Roma: su cosa dovete migliorare?
"Dobbiamo lavorare tanto e cercare di dare continuità ad una certa mentalità. La Juve in questi anni ha vinto tantissimo, la Roma è arrivata spesso seconda o terza: il gap c'è sempre stato, non è che adesso arrivo io e riesco a trovare una medicina per annullarlo. Sicuramente dobbiamo migliorare sotto tanti punti di vista e rinforzarci. Ma credo che qualche passo in avanti l'abbiamo fatto: ora, proprio come la Juve, cerchiamo di trattare anche le partite con le squadre meno forti allo stesso modo".

Giocano Ünder, Strootman e Jesus?
"Un paio sì, un altro ancora non lo so. Posso dire che giocheranno Dzeko, Alisson, Florenzi, Kolarov, De Rossi ed El Shaarawy. Gli altri poi vediamo".

Si è spiegata la differenza tra il rendimento casalingo in Champions e in campionato?
"Al di là degli scontri diretti, in casa abbiamo subìto troppe sconfitte. L'Olimpico deve tornare a essere un fortino per sfruttare il fattore interno: mi auguro che già da domani riusciremo a sfruttarlo. La Juventus costruisce una gran parte dei suoi successi in casa. Fuori casa abbiamo fatto invece molto bene, anche dal punto di vista difensivo, il che a volte ha fatto la differenza".

Quanto è importante chiudere la stagione al terzo posto?
"E' un obiettivo che sto dicendo da tempo. L'input della società è fondamentale. L'obiettivo primario è andare in Champions, ma è giusto ambire ad arrivare terzi per una questione di prestigio, ma anche di mentalità: è il desiderio mio e della squadra".

La gara di domani può essere importante anche per lanciare un messaggio in vista della prossima stagione?
"Diventa tutto relativo, non credo che sia per lanciare un messaggio: è più per noi stessi, per una mentalità interna che dobbiamo portare avanti. Poi durante la partita possono esserci tre risultati: loro hanno le mani sullo Scudetto, quindi giocheranno con entusiasmo e leggerezza. L'anno scorso sono venuti qui e hanno perso, ma avevano anche altri obiettivi. Loro sono una squadra che ha grande facilità di affrontare certe partite in questo momento della stagione".

In vista della prossima stagione, ci sarà di più la sua impronta sulla squadra?
"Io non faccio campagna acquisti, io i giocatori li alleno. Credo sia prematuro parlare di mercato: abbiamo una partita importante da affrontare. Vi assicuro che di mercato non ho parlato nemmeno in società: l'obiettivo primario è andare in Champions".

Da giocatore hai affrontato la Juve, quando c'erano molte polemiche tra le due squadre. Ora sembra che non ci sia più quel livore: il rapporto è cambiato?
"Forse sì, ma sul campo dal mio punto di vista non esistono amici, né colleghi. Lo dico sempre per un discorso di mentalità: quando si è in campo bisogna fare di tutto per prevalere sull'avversario".

Alla Roma può bastare un punto per la Champions: che segnale sarebbe invece farne sei?
"E' il nostro obiettivo, però poi le risposte le dà il campo. Non si può parlare a posteriore. Vogliamo chiudere il campionato alla grande: cercheremo di portare a casa i sei punti perché è giusto farlo".

Dopo una stagione ha la sensazione di aver limato il gap tra Roma e Juve?
"Sì, siamo cresciuti sotto tanti punti di vista: in campionato siamo un po' in ritardo, ma in Champions siamo andati più avanti della Juve. Però dobbiamo lavorare ancora tanto. La Juve è una squadra che non muore mai, lo ha dimostrato quando sembrava che le cose fossero finite".

Come si pone riguardo alle seconde squadre?
"Sono nettamente favorevole: per le grandi squadre sarebbe un vantaggio per la crescita dei giovani. Deve essere un valore aggiunto prima di tutto per la Lega Pro, una vetrina per i campionati inferiori, mettendo dentro tante regole che non vadano a ledere società di B e di Lega Pro. La dimostrazione della bontà di questa cosa si è vista in Spagna. A me piace, sono d'accordo".

Lei ha detto che gli obiettivi li fissa la società. Al termine di questa stagione se la sente di pretendere un po' di più in sede di mercato?
"I conti non li faccio io, lo ribadisco. Il fatto che noi dobbiamo ambire a fare sempre meglio è giusto. E' normale che un allenatore voglia sempre questo, ma sono discorsi che non posso fare qua dentro. Ci incontreremo e insieme cercheremo di trasmettere quelli che sono gli obiettivi principali".

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