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Distinti sud

Cose che a Roma capitàno

La crisi tra Paulo Fonseca e Edin Dzeko? Nulla di nuovo, dalle parti di Trigoria. Ecco un aneddoto del 1992, quando Ottavio Bianchi tolse la fascia a Giannini

27 Gennaio 2021 - 09:03

Cose che capitano. Anzi, che capitàno. La crisi tra Paulo Fonseca e Edin Dzeko? Nulla di nuovo, dalle parti di Trigoria. Come se i dissapori (eufemismo...) tra l'allenatore e il capitano della Roma siano parte integrante della vita del club. Vi racconto, ad esempio, una cosa vissuta in prima persona nel 1992; una faccenda che, se ben valutata, può aiutarci anche a capire l'attualità.

Mercoledì 12 febbraio di 29 anni fa, la Roma allenata da Ottavio Bianchi gioca il quarto di finale d'andata di Coppa Italia in casa della Sampdoria. E il tecnico ex Napoli decide di non schierare capitan Giannini. Il quale, venuto a conoscenza dell'esclusione direttamente negli spogliatoi di Marassi, chiede e ottiene di non andare neppure in panchina. La Roma perde (1-0) e nel post gara Bianchi spiega che l'esclusione di Giannini, con il quale non aveva mai legato, era stata solo frutto di una scelta tecnica.

Il giorno dopo, il Principe incontra i giornalisti al Bernardini. «Io con Bianchi mi sono sempre comportato da professionista, lui invece con me è stato sleale e non corretto», il suo virgolettato. Apriti cielo. Il caso esplode in maniera fragorosa. Allenatore e capitano della Roma l'uno contro l'altro. Fiumi di inchiostro sui giornali, chiacchiere a volontà nei bar della Capitale.

Domenica 16 febbraio la Roma torna a Genova ma per affrontare – in campionato – il Genoa. Giannini è in campo dal primo minuto, ma senza la fascia di capitano che va sul braccio di Rudi Voeller. E da lì una clamorosa litigata tra i due, con Rudi reo secondo Peppe di aver accettato la sua fascia, di avergli mancato di rispetto. Solo qualche anno dopo, grazie ai buoni uffici di un cronista, i due faranno pace.

Giannini degradato, dicevo: una scelta al cento per cento di Bianchi, che - squalificato - segue la partita dalla tribuna. Qualche fila più in alto, nella tribuna centrale dello stadio, quel 16 febbraio ci sono il presidente Giuseppe Ciarrapico e il dirigente Aldo Pasquali, entrambi ignari della decisione di Bianchi. Ciarrapico lascia lo stadio dopo appena 8 minuti di gioco, qualcuno prova a spiegare che aveva avuto un piccolo malore ma in realtà era avvelenato con Bianchi per la novità di Giannini soldato semplice e non più capitano. Al termine della partita (1-1), Pasquali usa tutta la diplomazia possibile per analizzare l'accaduto. L'allenatore è libero di fare ciò che ritiene più opportuno, ma la scelta del capitano deve essere concordata con il club, la sintesi delle sue parole. La conferma che tra la società e lo spigoloso Bianchi non c'era (più) feeling. E che il club era tutto dalla parte di Giannini.

A fine stagione il tecnico lombardo venne salutato e al suo posto arrivò Vujadin Boskov. Con Voeller ceduto al Marsiglia e Giannini di nuovo capitano della Roma.

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