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22 febbraio 2001, Liverpool-Roma: la notte di Gianni Guigou e García-Aranda

Oggi è il compleanno dell'uruguaiano e l’anniversario della gara di Anfield. Quel gol stava per tramutarlo in un eroe per caso. Ma poi intervenne l'arbitro spagnolo...

22 Febbraio 2018 - 12:30

Nel calcio, che è metafora della vita, c'è anche chi vive lontano dai riflettori. Anzi, c'è chi fa in modo che quelle luci possano in qualche maniera funzionare, che l'occhio di bue caschi esattamente nel punto in cui l'attore, la star del palco andrà a posizionarsi. Sono quelli che suggeriscono la battuta, nascosti dietro le quinte. Non li vedi mai, o quasi mai, ma loro sono lì, a garantire che lo spettacolo fili liscio senza intoppi o contrattempi di alcun tipo. Di più: sono loro a far sì che lo spettacolo vada in scena. «Una vita da mediano - cantava Ligabue -, a recuperar palloni/ Con dei compiti precisi/ A coprire certe zone/ A giocare generosi...». Questo è stato Gianni Guigou per la Roma, per quella Roma.

Perché se davanti a te hai Vincent Candela, puoi adattarti a giocare dall'altra parte. Ma se dall'altra parte hai Cafu, allora mi spiace per te, ragazzo, ma sei destinato a fare la riserva. Vieni chiamato in causa per sostituirli nelle situazioni di emergenza. Ed è lì che un uomo dimostra di essere tale. È lì, in momenti del genere, che dai prova di che pasta sei fatto. Perché è lì che la compagnia ha bisogno di uno che conosca ogni singola battuta del copione a memoria, perché il primattore sta male e stasera non può andare in scena. Tocca a te, è il tuo momento, quello che aspettavi da tempo.

Compleanno ad Anfield

Sei ad Anfield in una fredda serata di fine febbraio. Il 22, per la precisione. E sembra proprio un regalo che il Destino ha voluto farti, perché è il giorno del tuo compleanno. Compi 26 anni, uno in più rispetto al numero di maglia che hai scelto quando dal Club Nacional ti sei trasferito alla Roma. Perché Rinaldi, incaricato di sostituire Cafu sulla corsia destra, si fa male quasi subito. Nemmeno un quarto d'ora ad Anfield, per lui. Adesso tocca a te, Gianni. L'impresa è pressoché impossibile, perché c'è da ribaltare lo 0-2 nella gara d'andata degli ottavi di Coppa UEFA. Ma chi ha detto che i miracoli non accadono? La vita sa essere talmente strana e sorprendente... E quella stagione è già di per sé qualcosa di incredibile, qualcosa di magico: si sente nell'aria, si respira per strada.

Per esempio, succede che Zebina abbraccia Heskey in area: niente di che, lo sposta appena, l'arbitro potrebbe lasciar correre. Ma il direttore di gara, il baffuto José María García-Aranda Encinar da Madrid, concede il calcio di rigore ai Reds. Sembra tutto finito, anche perché il pallone sul dischetto lo sistema il "Golden Boy" inglese, Michael Owen. Però succede che un altro supereroe per caso, "Batman" Antonioli, intuisca la traiettoria dell'attaccante: si tuffa e devia il tiro. Siamo ancora 0-0 al quarto d'ora della ripresa. La partita sembra destinata a scivolare via senza troppi sussulti aggiuntivi. Invece è di fatto appena iniziata. Perché questa è una serata in cui tutto è possibile.

Persino che un difensore come Samuel si trovi nella metà campo avversaria, riceva un pallone da Zago e lo scarichi su di te. Tutto può succedere. Anche che tu, Gianni, ti prendi quel po' di spazio che ti lasciano e lasci partire un sinistro impensabile, che prende un giro alla "Holly e Benji": Westerveld è sorpreso, il pallone entra in rete. Ci siamo, Gianni, le luci si sono accese e in scena ci sei tu. Non sei solo, ci mancherebbe: ci sono Batistuta e Tommasi e Samuel ad accompagnarti, ma stasera la star sei tu. O meglio, la star dovresti essere tu.

Perché il già citato señor García-Aranda, evidentemente invidioso, decide di prendersi la scena. Perché voi ci credete, e su un cross dal vertice dell'area di Montella Babbel intercetta il pallone con il braccio. Il baffuto direttore di gara indica il dischetto. È rigore. Chi lo tira? Bati non è uno specialista, forse Nakata? Il problema è che quel rigore non lo calcerà nessuno. Quel rigore non verrà mai tirato, perché il direttore di gara, inspiegabilmente, cambia idea e assegna il calcio d'angolo. Come calcio d'angolo, oh?! Ma scherziamo? Tutti vi lanciate sull'arbitro, gli chiedete increduli delle spiegazioni. Lui, senza scomporsi minimamente, inizia a distribuire ammonizioni di qua e di là. Tu, Candela, Samuel vi vedete sventolare in faccia un cartellino giallo dal madrileno che ha voluto rubarvi (rubarti) il palcoscenico. Perché se aveste trovato il gol dell'equilibrio, allora non ci sarebbe stato Liverpool, non ci sarebbe stato Anfield in grado di fermarvi.

Ma la vita dei gregari è così, Gianni. Le gioie saranno pure poche e i sacrifici sicuramente tanti, ma la verità è una sola, e in fin dei conti la sanno tutti, anche le star: senza di voi, pronti dietro le quinte ad intervenire in caso di necessità, lo spettacolo neanche andrebbe in scena.

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