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Amarcord

Da Falcao a Zico, da Cerezo a Edinho: quando Roma e Udinese ballavano il samba

Negli Anni 80 sono sfide all'insegna del Brasile contro i bianconeri friulani. Nel 1981 segna proprio il Divino, quattro anni dopo altra vittoria per il Natale di Roma

28 Ottobre 2019 - 16:17

C'è stato un tempo in cui a Udine si ballava il samba: merito di un ragazzo con una massa di riccioli di nome Arthur Antunes Coimbra, per tutti Zico. Arrivati in Friuli nel 1983 (dopo essere stato vicinissimo alla Roma), per due stagioni vestirà il bianconero, facendo impazzire i tifosi dell'Udinese. A proposito di riccioli: nella Capitale c'è un'altra testa superiore, è arrivata da Porto Alegre nel giorno riservato alle stelle e ai desideri, si chiama Paulo Roberto Falcao, ma a Roma è semplicemente "il Divino". I due, assieme a Socrates e Cerezo, formano nel 1982 il centrocampo di una delle Seleçao più forti della storia, costretta ad arrendersi al pragmatismo italiano.

Complici i rispettivi infortuni, Zico e Falcao si incrociano poco in Italia. In Friuli, però, il nostro numero 5 segna il suo secondo gol in Serie A. È il 1980-81, la stagione che virtualmente si chiuderà il 10 maggio 1981 a Torino per un fuorigioco inventato. Il 5 aprile, però, la Roma di Liedholm è in corsa per il tricolore e si reca al Friuli con un solo obiettivo: i due punti. Nel primo tempo a sbloccare la gara è il solito Pruzzo (che quell'anno si laureerà capocannoniere del campionato con 18 reti), che nell'occasione rimedia uno stiramento e poco dopo è costretto ad abbandonare il campo. Quindi, nella ripresa, su un cross di Turone è proprio il brasiliano a insaccare con un piatto destro. Un gol che incornicia una prestazione perfetta da parte del Divino e ci regala una vittoria «merito, per buona parte, di quel mostro che corrisponde al nome di Falcao, ottimo cuciniere del gioco giallorosso», come scrive all'indomani L'Unità.

Festa di compleanno

Se nell'anno del tricolore a Udine i giallorossi non vanno oltre lo 0-0, la stagione seguente è una rete proprio di Zico, allo scadere, a regalare la vittoria ai bianconeri. Dove milita anche un altro brasiliano, il difensore Edinho, uno da 87 presenze totali in nazionale. A Roma, invece, dopo lo Scudetto è arrivato un altro maestro di calcio: Toninho Cerezo.

C'è lui in campo il 21 aprile 1985, quando i giallorossi di Eriksson si recano a Udine: è il Natale di Roma e il compleanno di Toninho, perciò c'è bisogno di festeggiare in maniera appropriata la doppia ricorrenza. Falcao ha già disputato la sua ultima partita in maglia giallorossa, tra i friulani ci sono anche Gerolin e Carnevale: il primo arriverà nella Capitale proprio quell'estate.

In avvio Righetti entra duro su Zico, che già al 12' è costretto ad abbandonare il campo, sostituito da Selvaggi. O Galinho giocherà altre due partite con l'Udinese prima di salutare e tornare al Flamengo. Il primo tempo è bloccato, nella ripresa un'iniziativa sulla sinistra di Ancelotti da il "la" al vantaggio della Roma: lo firma sempre "O Rey di Crocefieschi", ancora una volta svettando di testa anticipando l'intervento difensivo di Cattaneo. A 10' dalla fine un contatto in area romanista spinge l'arbitro Casarin a concedere il rigore, ma è il guardalinee a fargli notare che l'attaccante friulano si trovava in fuorigioco. Altro che Var, insomma.

Nel finale Chierico prende il posto di Pruzzo e, proprio come il numero nove, va a segno al 90': contropiede perfetto, Buriani dalla destra mette in mezzo per il "roscio" che con tutta calma firma il 2-0. Un ko che proietta l'Udinese in zona retrocessione: alla fine la squadra allenata da Vinicio si salverà, ma a fine stagione saluterà Zico. Cerezo, invece, resterà un altro anno a Roma, salutando con la vittoria della Coppa Italia.

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