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Giovanili

Campionati giovanili, prove di ripresa: il 28 febbraio riparte l'Under 18

I 2003 non giocano da marzo: 4 nuovi acquisti non hanno neanche esordito. Ma ora la Federcalcio sta per annunciare la ripresa della competizione undici mesi dopo

Una vecchia immagine del gruppo dei 2003, in Under 16: ora sono stati promossi in Under 18, ma devono ancora giocare una partita di campionato, di Mancini

Una vecchia immagine del gruppo dei 2003, in Under 16: ora sono stati promossi in Under 18, ma devono ancora giocare una partita di campionato, di Mancini

11 Febbraio 2021 - 17:29

Il primo marzo 2020 la Roma Under 17 vinse 5-2 a Cosenza, nella 21esima giornata di campionato. Da allora i 2003 della Roma non hanno più giocato una partita di campionato: il Covid ha fermato lì lo scorso campionato, in estate sono passati in Under 18, ma le gare con Parma, Torino e Inter (in mezzo c'era anche il turno di riposo, alla terza giornata), sono state rinviate per i troppi contagi degli avversari, prima della sospensione dell'attività. Il centravanti Jurgens, che quel giorno a Cosenza fece due gol, non è stato riscattato dal Verona, che lo ha poi ceduto all'Inter, uno ne fece Cassano, che poi è stato aggregato alla Primavera, come il portiere, il 2004 Mastrantonio. Sono stati convocati da De Rossi (ma senza esordire) anche il difensore Evangelisti e il centrocampista Scandurra. Per gli altri, incluso l'attesissimo Volpato, talento puro, arrivato dall'Australia, negli ultimi undici mesi e mezzo solamente allenamenti, come pure per i quattro stranieri presi in estate, Ngingi, Oliveras, Louakima e Zajsek, ancora in attesa di esordio in giallorosso.

Una situazione che potrebbe rallentare parecchio il processo continuo di crescita richiesto a un giovane calciatore per arrivare al professionismo. Ora però qualcosa si muove: i ragazzi non dovrebbero arrivare a un anno senza giocare, perché la Federcalcio sta lavorando da settimane per far ripartire il campionato. La data buona è quella del 28 febbraio: non ci sono ancora comunicazioni ufficiali, ma tutto va in quella direzione. Il tutto facilitato dal format del campionato, che, nato in forma sperimentale nel 2019-20, non è ancora obbligatorio: hanno aderito 11 formazioni, 10 di serie A (Atalanta, Fiorentina, Genoa, Inter, Lazio, Milan, Parma, Roma, Sassuolo e Torino) e una di B, l'ambizioso Monza di Berlusconi e Galliani, e con un numero di squadra così contenuto sarà più facile recuperare le partite saltate, riuscendo a concludere il campionato. Che quasi certamente cambierà format: erano previsti dei playoff, con le stesse modalità della Primavera, le prime due qualificate per semifinali, e terza, quarta, quinta e sesta che si sarebbero sfidate per completare il tabellone, ma la fase finale verrà accorciata. Probabile che si giochino direttamente le semifinali, possibile che la fase finale non ci sia neanche, assegnando lo scudetto alla squadra che avrà fatto più punti. Ma è solo l'ultima opzione: del titolo interessa poco alle stesse società, che vogliono soprattutto tornare a giocare. E tutti preferirebbero farla, anche in forma ridotta, una fase finale: sono partite diverse dalle altre, con più tensione, più formative per il carattere dei giovani.

Le altre under

Più complicata la situazione delle altre categorie che assegnano uno scudetto, Under 15, Under 16 e Under 17. Le partite sono di più, non ci sarebbe il tempo di giocarle tutte, e i tempi non sono maturi per ripartire a fine febbraio. Qui la riforma del format è praticamente certa: i gironi verranno ridisegnati, magari includendo anche le squadre di serie C. Il tutto per ridurre le distanze, facendo solo trasferte in giornata, e se fossero in pullman invece che in aereo, tanto meglio. Con la speranza di riuscire a fare una fase finale, a giugno, sempre che i contagi non salgano. Nell'attesa la Federcalcio ha dato l'ok ai test match: amichevoli da organizzare con largo anticipo e tutte le precauzioni. Molto meglio che niente.

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