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L'intervista

Tempestilli: "Viola e Sensi hanno dato la vita per la Roma"

L'ex calciatore giallorosso, presente all'iniziativa Seconda Chance, a Radio Romanista: "Bellissima giornata. Chi ha commesso errori deve avere la possibilità di essere reintegrato nella società"

A destra l'ex dirigente della Roma Tempestilli

A destra l'ex dirigente della Roma Tempestilli (GETTY IMAGES)

La Redazione
13 Febbraio 2023 - 16:58

Tonino Tempestilli ha parlato ai microfoni di Radio Romanista. Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall'ex giocatore della Roma.

Volevamo parlare di questa iniziativa a Rebibbia. "Seconda Chance", volta al reinserimento dei detenuti del carcere. Cosa puoi raccontarci?
"Volevamo far trascorrere ai detenuti una giornata diversa, far vedere loro personaggi conosciuti è bello. Gli si fa trascorrere una giornata in serenità. A volte c'è anche la partecipazione in campo di alcuni di noi, a differenza di quest'ultima volta. Una giornata diversa per questi ragazzi, che sicuramente hanno commesso degli errori, ma che poi sono persone consapevoli di aver sbagliato. Quest'iniziativa coinvolgere inoltre gli imprenditori che hanno voglia di prendere queste persone a fine pena per reinserirli nel mondo del lavoro. Ci sono dei contributi che vanno a  favore degli imprenditori che assumono queste persone".

Fa impressione vedere come in realtà, anche quando si gioca una partita di calcio in questo contenìsto, si trova la normalità?
"Quando sei lì è tutto diverso, è la mia prima volta a Rebibbia. Sembrava di essere al di fuori di un carcere, regnava serenità; poi la partita si è giocata in modo accanito perchè ci tenevano tutti molto a fare bella figura, rappresentando la squadra del cuore. E' stata una partita corretta, ci siamo scambiati molti episodi di vita vissuta di questi ragazzi. Tra l'altro loro non sono all'oscuro del mondo, perché hanno televisioni, contatti con le famiglia ed erano curiosi sui retroscena! Per esempio mi chiedevano cose sul caso Zaniolo".

Anche giocatori attuali dovrebbero essere coinvolti, è importante avere cognizione di una realtà che spesso ci sfugge...
"Assolutamente si. Io nel mio piccolo ho vissuto una realtà familiare che mi ha fatto capire tante cose. Qualche tempo fa ricordo di una giornata con Totti. Avere Totti che ogni amanto del calcio avrebbe il piacere di incontrare è straordinario. Comunque queste situazioni spiacevoli esistono e queste giornate servono a tutti, dai detenuti a tutti coloro che attraverso queste iniziative vedono uno spaccato di questo mondo. Io credo che la cosa più importante è che chi ha commesso errori e si rende conto di quanto fatto, abbia poi, dopo aver scontato la pena, la possibilità di reinserirsi nella società. Grazie alla Roma che è sempre sensibile a queste iniziative e ha mandato i completini per giocare".

Nella tua lunga esperienza nel mondo del calcio, cosa è cambiato in questi anni?
"Probabilmente oggi c'è più diffidenza, le società rimangono più chiuse. Io poi ho vissuto una realtà diversa rispetto a quelle che si vedono oggi: prima c'erano imprenditori italiani a guidare le società, oggi ci sono le multinazionali. Questi fondi si avvicinano al mondo del calcio per fare business, ma poi probabilmente non sono neanche degli appassionati del gioco o comunque non hanno mai visto una partita. Se penso a Dino Viola e Franco Sensi, ricordo persone che hanno dato la vita per questi colori. Faccio più fatica ad associare questo pensiero a chi viene oltre oceano o dal mondo orientale. Per esempio a Roma ci sono i Friedkin che stanno facendo molto bene, ma in questi anni non li abbiamo mai sentiti parlare. La gestione quindi è tanto diversa da quando ero io alla Roma, era un altro calcio".

 

 

 

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