Femminile, autogol e poi in balia: con il Chelsea arriva un’altra debacle
Le avversarie ne fanno 6. Roma aritmeticamente fuori dall’Europa
(GETTY IMAGES)
La Roma Femminile è aritmeticamente fuori dalla Champions League con una giornata di anticipo. Ieri le giallorosse erano chiamate un’impresa titanica, battere il Chelsea a Stamford Bridge, per provare a tenere forse viva qualche minima speranza. Il campo però ha emesso lo stesso verdetto che era venuto fuori dopo le sfide contro Real e Barcellona: una debacle senza appello, partendo con dignità per poi crollare brutalmente. Hanno vinto le inglesi 6-0 e il passivo poteva essere più ampio, ma la sostanza è che tra la dimensione della Roma e quella continentale a un certo livello c’è ancora un abisso. La cosa grave però non è aver perso contro una super potenza europea, quanto non aver “fatto la Roma” quando era davvero necessario e alla portata: il ko col Valerenga e il pareggio con il Leuven sono le gare che hanno condannato Giugliano e compagne all’eliminazione anticipata, perché in quel caso il dislivello non era siderale come con le altre tre, perché è un gran peccato non essersi giocati al meglio le proprie carte. Adesso resta l’ultima giornata da onorare con il St.Polten e poi concentrarsi in via totale e definitiva sul campionato, come del resto è sembrato aver già iniziato a fare Rossettini con qualche esperimento per l’11 titolare nella serata di Stamford Bridge.
Soltanto l’inizio
Il tecnico romanista ha schierato le sue con un 4-3-3 con un’inedita Dragoni ad agire da falso 9, modulo che si schiacciava da 4-5-1 verso la propria area di rigore quando attaccava il Chelsea. Per poco più di 10’ minuti le giallorosse sono rimaste in gara, necessariamente dedite solo a tentare delle ripartenza, ma riuscendo a farsi vedere anche dalle parti di Peng, pur mantenendo l’atavica indecisione o imprecisione nell’ultimo terzo di campo. Forse in ottica campionato o forse (più difficile) per garantire mobilità al centrocampo e all’assetto difensivo Rossettini ha lasciato in panchina per 90’ Rieke e Viens, oltre a inserire solo al 63’ Greggi e Di Guglielmo. Le prove hanno smesso di funzionare al 13’ quando Bergamaschi ha colpito di testa un cross sbagliato dalla sinistra mettendolo alle spalle di Lukasova (tornata titolare e una delle poche note liete della sfida nonostante il passivo). Dopo l’1-0 è partita la debacle romanista. Al 26’ è arrivato il raddoppio a firma di Kaptein, tutta sola in area di rigore e poco prima dell’intervallo è arrivato anche il tris con Rytting Kaneryd. La ripresa della Roma è iniziata come era finito il primo tempo: soffrendo, non riuscendo a uscire e pagando caro i propri errori. Al 50’ Pandini ha calciato Nusken in area, intervento del Var, tiro dal dischetto e poker inglese con la stessa Nusken. Nonostante qualche flebile tentativo di reazione con Pilgrim e Dragoni le giallorosse non sono praticamente mai uscite dalla loro metà campo, schiacciate dal ritmo, dalla fisicità e dalla superiorità tecnica del Chelsea. Al 77’ Thøgersen ha colpevolmente tenuto in gioco Reiten, sponda per Hamano che ha siglato il 5-0 e a 4’ dal 90’ un cross sbagliato da Lucy Bronze si è trasformato in un pallonetto imprendibile per Lukasova valso il 6-0. Ne hanno segnati 6 ma potevano essere di più, non c’era da aspettarsi tanto di meglio, ma un altro ko del genere tanto bene non può fare. La dimensione della Roma non è ancora questa, è evidente e il resto della stagione servirà a crescere oltre a non depauperare strada facendo la superiorità che si sta provando a costruire a livello domestico. Però, per adesso, la Champions è un’altra cosa e il campo di Stamford Bridge lo ha ribadito con brutale fermezza.
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