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Roma Femminile: quel valore super della nuova coppa

La lotta di una partita infinita e poi la festa in campo e sul treno di ritorno. La Roma si gode il trionfo sulla Juventus e punta forte sulle sue nuove certezze

Ceasar con la supercoppa italia

Ceasar con la supercoppa italia (As Roma via Getty Images)

07 Novembre 2022 - 12:02

Sarà stato il messaggio motivazionale di Mourinho, oppure la voglia di rivalsa sulla Juventus dopo tante sconfitte immeritate, o più probabilmente il frutto delle recenti esperienze europee e del tanto lavoro di questa stagione, ma sicuramente la Roma Femminile per vincere la sua prima Supercoppa Italiana ha trovato un qualcosa, una scintilla che ha reso possibile il trionfo e che fino alla partita del Tardini era sempre mancato.

«Ai rigori io mi diverto»

Quel valore aggiunto sta tanto nell’aver saputo sfruttare con Giacinti la prima vera palla gol della partita dopo 19’, quanto nell’essere riuscite a resistere in un secondo tempo di sofferenza assoluta con grosse difficoltà dal punto di vista offensivo. Quando per la Juve ha cominciato a pesare il vantaggio della rosa più lunga, le giallorosse sono state tenute in piedi da Greggi a centrocampo, Haavi con qualche sprazzo in attacco, e dalla difesa di Wenninger, Linari e soprattutto Ceasar. Resistere senza soccombere o crollare dopo aver subito una rete su una punizione fischiata indebitamente, essere consapevoli di trovarsi in difficoltà e avere la forza di portare in qualche modo la gara dalla propria parte, fino ai rigori. Lì poi c’è stato il valore aggiunto Ceasar, che quando chiamata in causa anche nei 120’ (come del resto in qualsiasi altra gara) è stata pronta a rispondere presente e che dopo la partita ha dichiarato: «Quando arriviamo ai rigori io mi diverto, non ho nulla da perdere». Sembra una banalità, ma è un discorso inequivocabilmente giusto che rispecchia, da una parte, la serenità con cui la romena affronta quelle fasi; dall’altra, la maturità di tutto il gruppo delle giallorosse. Un gruppo che è solido, unito e consapevole delle sue qualità, più di quanto lo sia mai stato. Grandi feste dopo il triplice fischio sul campo, con l’abbraccio ai tifosi presenti e poi sul treno che in serata ha riportato la squadra nella Capitale, tra cori per Mourinho, i classici canti della Curva Sud e innumerevoli post sui social ad accompagnare il tutto. 

Negli occhi delle protagoniste dopo il trionfo, il primo in una finale contro la Juve, tutta la gioia dell’aver raggiunto un risultato storico e soprattutto la consapevolezza di essere nel pieno di una crescita ancora più vertiginosa, che si descrive nella leadership solitaria in campionato e nelle concrete ambizioni di raggiungere i quarti di finale di Champions da esordienti assolute. È la Supercoppa di Bartoli, che da romana e romanista vive questa squadra come probabilmente nessun’altra, ma anche di un’instancabile Giada Greggi (quasi in lacrime per i crampi nel secondo supplementare e certamente commossa col trofeo tra le mani) e di Emilie Haavi che è stata il simbolo della crescita dallo scorso anno e che ora rappresenta una costante fonte offensiva per la Roma di Spugna. «Stiamo lavorando per qualcosa di eccezionale», ha detto proprio il tecnico dopo la gara: probabilmente è consapevole che la sua squadra di straordinario ha già fatto tanto, ma sa anche che questa coppa, per tanti motivi, è davvero super.

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