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Pau Lopez: "Voglio ricambiare la fiducia della Roma. Alisson? Non mi piacciono i paragoni"

Il portiere giallorosso in conferenza stampa: " Con Fonseca ci stiamo concentrando sulla fase difensiva, ha più volte sottolineato il concetto di intensità"

La Redazione
16 Luglio 2019 - 10:00

È il giorno di Pau Lopez. Il nuovo portiere della Roma si presenta ai cronisti presenti presso la sala stampa del centro sportivo Fulvio Bernardini di Trigoria. Di seguito le sue parole:

Come stanno andando questi primi giorni di ritiro? Cosa ti sta chiedendo Fonseca?
"Desidero ringraziare il club per avere scommesso su di me. Adesso devo ricambiare questa fiducia. Con Fonseca ci stiamo concentrando sulla fase difensiva, ha più volte sottolineato il concetto di intensità. Più avanti lavoreremo sul resto".

Tu sei molto bravo con i piedi. Credi sia un aspetto importante nel calcio moderno per un portiere?
"Credo dipenda dall'allenatore, uno deve adattarsi alle idee del mister e Fonseca vuole che il possesso parta da dietro. Se il portiere riesce a dominare più aspetti è un vantaggio per la squadra".

Abbiamo parlato di pregi. Qualche difetto ce l'hai?
"Tanti, tanti, ho molti difetti. Come diceva Petrachi provengo da una scuola, quella spagnola, diversa da quella italiana e il modo di lavorare di Savorani è diverso da quello a cui ero abituato. Qui si curano tanti aspetti, ogni dettaglio. Sono sicuro che dopo il primo periodo di ambientamento farò bene. Ho voglia di imparare e tutti mi hanno parlato bene di Savorani".

Alisson è un modello di riferimento?
"Alisson è stato un grande portiere per la Roma. Ha dimostrato di essere uno dei migliori al mondo. Non mi piace paragonarmi, io sono Pau, sono a Roma per crescere e voglio fare il mio percorso. E' sempre positivo imparare dai migliori. Ora inizia la mia storia, spero sia bella e che i tifosi siano orgogliosi di me".

Il tuo agente ha detto che hai preferito la Roma al Barcellona. Per quale motivo?
"Avevo chiaro in un primo momento di non voler lasciare il Betis, poi è arrivata la proposta della Roma e ho scelto di andare. Ho ritenuto fosse il momento giusto per crescere ulteriormente. Avevo solo le opzioni di restare o venire qua e alla fine si è concretizzata l'ultima".

Hai tagliato l'ingaggio per venire a Roma?
"Sia la Roma che io volevamo questo risultato, abbiamo fatto sforzi da entrambe le parti e non mi sembra il caso di aggiungere altro".

Sei cresciuto nell'Espanyol e hai avuto un diverbio molto acceso in una partita con Messi. Quanto ti stimolano le rivalità? Ti ricordi il Roma-Barcellona dello scorso anno?
"La rivalità tra l'Espanyol e il Barcellona è molto sentita. Il mio gesto nei confronti di Messi è stato eccessivo. I derby però sono così: partite speciali, calde per i tifosi e molto importanti. Non bisogna mai andare oltre quello che è il limite di una partita di calcio. Ricordo la rimonta della Roma in Champions: è stata una partita straordinaria, che mi è piaciuto moltissimo vedere da casa. Mi sono rallegrato".

Sei il portiere più pagato della Roma. Ti aspettavi di valere così tanto sul mercato? Cosa non ha funzionato al Tottenham?
"E' sempre una responsabilità quando un club scommette forte su di te. Non si sa mai le cose come andranno in anticipo. Posso garantire lavoro, umiltà e sacrificio. So che il club ha fatto uno sforzo per portarmi qui, adesso sta a me dimostrare di aver vinto la scommessa. Dalla mia ho la serenità di lavorare duro per rendere orgogliosi i tifosi. Per quanto riguarda il Tottenham, sapevo di aver poche possibilità di giocare, conoscevo Pochettino che lo avevo avuto all'Espanyol, mi aveva detto che molto probabilmente non avrei giocato ma che sarebbe stata un'esperienza in ogni caso importante per la mia vita. E così è stato. Aver avuto la possibilità di lavorare con un allenatore dei portieri come Jimenez mi ha migliorato moltissimo, se sono il portiere che sono oggi lo devo anche a lui ed alla sua esperienza".

Sei uno che comunica molto con i tuoi compagni? In che lingua?
"Sì, mi piace molto parlare con i miei compagni. Già capisco abbastanza italiano e per rispetto del club dovrò parlare al più presto l'italiano, come ho fatto con l'inglese al Tottenham. E' un qualcosa che devo fare per rispetto del club e della gente".

Hai giocato in Premier, Liga e Serie A: può essere l'esperienza giusta per conquistare la nazionale spagnola? Qual è la tua caratteristica principale?
"Arrivo in Serie A dopo aver cambiato diverse squadre. E' mia intenzione fermarmi in un posto tranquillamente e crescere. Questo è il luogo migliore per farlo. Un posto straordinario, con un allenatore dei portieri di cui parlano tutti bene: questo è il posto ideale per fare un passo avanti nella mia carriera. Sulla nazionale ora non ci penso, voglio fare bene per questa squadra e garantire prestazioni più elevate possibili".

La Roma gioca con la difesa alta. Ti senti pronto a fare il libero aggiunto? C'è un portiere a cui ti ispiri?
"Il portiere si deve adattare a quello che chiede il mister: se dovrò giocare alto lo farò per aiutare la squadra. Sin da piccolo cerco di rubare le cose migliori ai grandi portieri guardandoli".

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