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Ranieri: "Non per i soldi, ma per la maglia. Dzeko e Schick devono giocare insieme"

Il tecnico giallorosso in conferenza stampa: "Da solo non posso portare questa squadra in Champions, ma con i tifosi sono più sicuro. Sono pronto a lottare"

Claudio Ranieri, di LaPresse

Claudio Ranieri, di LaPresse

La Redazione
10 Marzo 2019 - 13:41

Claudio Ranieri nella sua prima conferenza stampa dal suo ritorno come allenatore della Roma, in vista della gara di lunedì sera contro l'Empoli allo Stadio Olimpico. Ecco le sue parole.

Come sono le sue emozioni al ritorno rispetto 10 anni fa
"Sono sempre belle. Faccio questo lavoro perché mi emoziona. Quando si cambia società c'è sempre qualcosa in più, per capire e per stare subito attento a tutto, il ritorno a Roma poi per noi romani e tifosi romanisti è speciale. L'emozione e l'ambizione sono massime. Sappiamo che è un momento difficile però sono pronto a lottare".

Che indicazioni ha avuto dalla squadra?
"Di allenamento vero ne ho fatto solo uno con 12 giocatori, gli altri stavano recuperando dalle fatiche di Oporto. Oggi sarà il primo con qualche giocatore in più. Sono curioso, parlerò con ognuno di loro per vedere se hanno recuperato, ma la cosa più importante è la motivazione. Io capisco voi che siete qua vivete un momento negativo. Io che arrivo da fuori dico che la Champions è lì davanti, è molto vicina, saranno importantissime le prossime due partite. Sarà importantissimo il pubblico che deve capire che questi ragazzi sono in difficoltà e devono sentirsi ben voluti. Io da solo non ce la faccio. Da solo non posso portare questa squadra in Champions, con l'aiuto del pubblico mi sento più sicuro perché so che se hai il pubblico romano alle spalle che ti soffia dietro tutto può accadere. Io chiedo da tifoso romanista l'aiuto a me stesso, visto che sono tifoso".

Avrà già visto giocare la squadra. Quale valore tecnico l'ha colpita in positivo? La fase difensiva?
"Abbiamo fatto 49 gol, questa squadra tecnicamente il gol lo riesce a fare. Poi è ovvio che per la fase difensiva bisogna essere tutti propensi a rientrare velocemente sennò gli altri ti fanno gol. Ho dato un'occhiata così a grandi linee, non ho seguito molto perché spesso giocavo in contemporanea. Quando ho potuto ho seguito e molti gol sono arrivati in fase di costruzione, con la palla a noi. Palla persa, transizione e gol. Dobbiamo stare attenti su questo punto di riferimento perché se perdi palla e gli avversari ti fanno gol, il giocatore che l'ha persa si sente colpevole e poi perde fiducia in se stesso e poi magari comincia a mancare un tassello in difesa o comunque un giocatore importante. Per cui è importante non perdere palla. Parlerò con i ragazzi e studieremo una soluzione per far sì di non perdere molti palloni in fase impostazione".

L'anno dopo aver sfiorato lo scudetto lei si è dimesso. Per crederci a cosa si aggrappa?
"Io mi aggrappo ai tifosi e alla voglia dei giocatori. Devono saper reagire. Per saper reagire io credo che si debbano sentire amati perché brutto giocare in casa e avere paura di giocare. Chiedo ai tifosi questo lascia passare. Stateci vicino, abbiamo bisogno di voi".

Una frase delle sue con cui può riassumere questo momento?
"Non mi vengono, sono istintivo, dico quello che sento. Forse sono credibile proprio per questo, esterno quello che sento senza paura, senza timore. Gli chiederò questo, noi tifosi vogliamo vedere la squadra arare il campo, voglio gente che sprizza determinazione. Poi accettiamo anche l'errore, ma prima tu devi farmi vedere che muori sul campo".

Quando avrà la fortuna di averli tutti a disposizione sarà meglio. Come vede Florenzi, Zaniolo e Schick e Dzeko possono giocare insieme?
"Florenzi è universale, può stare sia dietro che avanti con le sue caratteristiche. Dipende dalla partita e dalla situazione tattica. L'importante è che si riprenda perché essendo romano capisco quello che sta passando. ogni errore che ha fatto gli pesa più che ogni altro compagno. Lui deve tirare fuori la romanità giusta, stare petto in fuori, se ha sbagliato non c'è nulla di male ad ammetterlo, ma poi c'è un'altra partita da giocare, un'altra palla da giocare. Quindi mi aspetto molto da lui. So che il vostro rebus è dove deve giocare Zaniolo, Schick o Dzeko. Su Zaniolo, sappiamo benissimo, lo so pure io che ero molto lontano che da centrale è il suo ruolo, deve andare in possesso spesso e volentieri. Dipende però se centralmente ho due o tre Zaniolo devo vedere chi tra questi magari può giocare aperto, quindi magari gli tolgo un 20% (a questo giocatore, non in particolare a Zaniolo) magari sacrifico l'80% di un giocatore mettendolo a sinistra e l'altro avrà il 100%. Questo mio dubbio lo scioglierò solo parlando con loro a capendo chi mi può dare di più sull'esterno piuttosto che un altro. Altrimenti avrò un giocatore al 100% e uno al 50%. Se l'altro invece sull'esterno mi può dare l'80% sull'esterno ci giocherà lui, magari fuori ruolo, ma sempre imprevedibile e che può creare problemi agli avversari. Dzeko e Schick devono giocare insieme. Ho visto Schick entrare a Oporto con grande rabbia e volontà. Si tratta di un giocatore di una qualità incredibile, è fortissimo, velocissimo, tecnico. Sono convinto che se si sblocca, ed è vicino a sbloccarsi, i tifosi se ne innamoreranno".

Riuscirà a rilanciare Pastore?
"Non l'ho visto qui alla Roma perché non ho visto le poche partite che ha giocato. Conosco il Pastore di quando giocava in Italia, quando stava fuori al Psg ed è un giocatore di classe sublime, ma io ho bisogno di gente che mi dimostri che vuol fare la differenza. Non guardo nomi, ingaggi, non guardo niente. Devo vedere gente che lotta e che si aiuta, dobbiamo essere una squadra. Essere una squadra che significa che tutti quanti cercano di aiutarsi a vicenda. Chi fa questo ha più probabilità di giocare. Chi si impegna dall'inizio alla fine ha più probabilità di giocare. Non parlo solo di Pastore, ma in generale. Devono dare di più. Se stiamo in questa situazione è perché non hanno dato abbastanza. Le ragioni non mi interessano, adesso i discorsi stanno a zero. Ha pagato Eusebio ma ora devono rispondere loro sul campo. Io li aiuterò però loro devono aiutare me e poi. Parlo da tifoso, devono farmi vedere quello che sanno fare e come lo vogliono fare".

Dove si vede lei a fine stagione? Ancora alla Roma?
"Io mi vedo adesso qui con voi e domani sera in panchina. Non vado oltre. Penso passo dopo passo. Un'altra società non l'avrei presa a queste condizioni perché è la Roma. Se la Roma mi chiama io devo rispondere sì".

Dalla partita do Oporto è cambiato molto. I cambiamenti avranno impatto sulla testa della squadra?
"Io non conosco il pre e questo non lo so. Queste cose non mi interessano, non sono bambini di quattro anni. Sono uomini e devono dare il meglio, che sia con me o con un altro, non ci sono più scuse. Si va in campo, il gioco lo conoscono, la palla la conoscono. Se sono stati acquistati dalla Roma guadagnano quello che guadagnano perché lo meritano e bisogna che lo facciano vedere. Altre cose non mi interessano, io voglio una squadra allegra, sorridente che lotta e che non s'arrende mai. Chi ha dei problemi rimanesse a casa. Tutti abbiamo dei problemi, io non li porto qua dentro".

La prima reazione alla chiamata di Totti. Se ha sentito Di Francesco e se è vero che non ha trattato il prezzo
"Non mi ricordo che mi ha detto Francesco. Mi ha detto 'Che fa mister, dove sta?' ero a casa a Londra e poi abbiamo cominciato a parlare. Non ho sentito Eusebio perché capisco l'amarezza di chi viene esonerato però ho fatto un tifo spaventoso per lui. Il primo anno e anche adesso e mi dispiace tantissimo perché è un gran professionista e un gran lavoratore. Avrà fatto degli errori come tutti ne facciamo, non c'è un allenatore esente. Non ho trattato il prezzo. Ho perso più quando sono andato via di quanto ho preso adesso, ma non importa. Non erano i soldi che mi hanno fatto venire qua, era la maglia. Punto".

Più difficile aggiustare la Roma o quella di tanti anni fa?
"Quella di prima era una squadra importante che stava sul viale del tramonto, con diversi giocatori sul viale del tramonto che avevano dato tantissimo e sono riuscito a motivarli il primo anno, non il secondo e per quello me ne sono andato.Se non riesco a motivare da romanista i giocatori romanisti. Poi non lo so, fatemi andare in campo, fatemi sentire l'emozione  e la squadra e poi saprò rispondere. Sarà difficile, servirà l'aiuto del pubblico e soprattutto dei giocatori. Chiederò tantissimo ai giocatori perché sono esigente con me stesso e mi aspetto tantissimo da loro".

Ha accettato a prescindere. Come si spiega che a Roma vogliano venire tutti anche se così rischioso? Lavorerà pi
"Io la scelgo per un fatto che sapete, gli altri non lo so, posso immaginare che Roma ti dà emozioni che non hai in altri posti. Si vive 25 ore al giorno di calcio, ne parlate sempre in tutte le vostre sedi e media. Una squadra che fa notizia e negli ultimi anni sta lottando sempre per la Champions League, quindi è tra le migliori squadre italiane. C'è una società cerca di fare del suo meglio e sta investendo un sacco di soldi, logicamente in alcune stagioni deve far quadrare il bilancio o almeno in parte perché poi sennò non può essere iscritta e questo è tutto. Io ho parlato solo dell'aspetto mentale perché è la prima cosa. Non ho parlato di caratteristiche tecniche, soltanto sulla posizione di Zaniolo, di Florenzi e di Pastore, ma l'aspetto mentale è la cosa fondamentale in questo momento. Volere fortemente un obiettivo. Voglio gente ambiziosa. Entrare in Champions non sarà facile ma non mi arrenderò mai, se sono negativo alla prima difficoltà mi arrendo. Se invece se sono caparbio e non mollo mai alla prima difficoltà aumento, cerco di capire perché , vado intorno al problema se non ci riesco a entrare o lo scavalco. Ma non mi arrendo: voglio giocatori che non si arrendono".

Dzeko? Domani gioca Olsen?
"E' normale che i bomber abbiano un anno no. Quando noi allenatori facciamo le squadre andiamo a vedere chi sono i giocatori che fanno gol e che media gol hanno in carriera. Anche Batistuta, Pruzzo hanno avuto un momento no. Può darsi che questo sia il suo momento no, abbiamo ancora 12 partite e vediamo cosa riusciamo a fare. Su Mirante e Olsen, fatemi vedere un pochino di cose e domani sera saprete".

Aiuterebbe aprire i cancelli anche agli allenamenti per la vicinanza dei tifosi? Si è portato la campanella dall'Inghilterra?
"Di campana c'è quella di San Pietro. Non so rispondere in questo momento. Ora servono serenità, rabbia, determinazione".

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