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Mourinho: "Dobbiamo lottare fino in fondo. Questa è la nostra competizione"

Le parole del mister: "Ranieri ha vinto la Premier più incredibile della storia. Per il lavoro fatto quest'anno meritiamo la finale. Affrontiamo una grande squadra"

Mourinho in conferenza stampa (As Roma via Getty Images)

Mourinho in conferenza stampa (As Roma via Getty Images)

La Redazione
27 Aprile 2022 - 17:57

Il tecnico della Roma José Mourinho parla in conferenza stampa alla vigilia della semifinale d'andata della Conference League. Domani sera i giallorossi scenderanno in campo al King Power Stadium per affrontare il Leicester. Ecco le parole del tecnico ad anticipare la gara.

Lei conosce bene il calcio inglese. Noi quando pensiamo al Leicester pensiamo a Ranieri...Vi siete sentiti?
"Si siamo amici ma non ci siamo sentiti prima della partita. Io dico sempre che tanti allenatori in Premier hanno vinto tanti titoli, come Ferguson o Wenger. Ranieri uno solo, ma quello che ha vinto è il più speciale di tutti. Per questo qui è un mito. Ho allenato in quel campionato e lo ricordo come il momento più incredibile della storia della Premier. Hai fatto bene a ricordarlo, anche se Claudio non penso sia qui, perché questa è una casa speciale per lui. Poi lui è romano e romanista, se non è qui ma è la prossima settimana all'Olimpico penso possa viverlo come un'emozione speciale". 

L'ultima volta che è arrivato in semifinale non è stato in grado di arrivare in finale... Stavolta ha paura?
No, possiamo vincere. Crediamo che per il lavoro fatto quest'anno per migliorarci meritiamo la finale. Il calcio a volte restituisce i meriti, affrontiamo una grande squadra. Ammetto che nella mia lunga carriera mi sono successe tante cose, ma Levy capisce molto di calcio.

Ho sentito dire che non avevate la stessa idea di calcio con Rodgers, qual è la differenza? 
"Non lo so. Siamo stati insieme al Chelsea e ci siamo divertiti tanto. Abbiamo un rapporto di amicizia anche se ovviamente il calcio ti prende in diverse direzioni. Al 100% io voglio il bene per lui, è un grande allenatore che ha fatto un bel percorso ed è ancora un ragazzo giovane con grandi capacità. Io gli auguro solo il meglio. Abbiamo concetti diversi di calcio ma anche giocatori e club allenati. L'importante è che io ho vinto tanto e che lui ha una carriera più corta della mia. Ha vinto in Scozia, li ha vinti qui dove non era facile con tante squadre top. Un grande lavoro. Ci siamo divertiti tanto". 

Visti gli avversari, non si può parlare di una coppa che vale poco. Che sensazioni ha nel giocare questa coppa e nel tornare in Inghilterra?
"Domani giocheremo la tredicesima partita in Conference League. Abbiamo iniziato contro la squadra che avrebbe vinto il campionato turco, ora al punto chiave affrontiamo una squadra da Europa League. E per arrivarci dalla Premier devi essere forte. Ma non è la loro competizione, è la nostra competizione. Abbiamo sofferto e pagato tanto, anche in campionato per aver giocato ogni 3 giorni. Abbiamo 2 diverse possibilità di giocare in Europa League: finire almeno sesti o vincere la Conference. Ma possiamo anche non raggiungerla e questo ti mette pressione, perplessità, dubbi. Il Leicester non ha questa pressione, resteranno noni, noi abbiamo una situazione diversa visto che siamo in lotta con Fiorentina e Lazio. È un momento duro per noi ma siamo motivati"

Tra la quinta del campionato italiano e la decima del campionato inglese, c'è così tanta differenza? C'è una favorita? 
"Ho fatto tante semifinali di tante competizioni, però dico sempre in maniera pragmatica e stupida che le quattro squadre che rimangono hanno il 25% di possibilità di vincere la competizione. Sono vent'anni che dico la stessa cosa, domani abbiamo il 50% di passare il turno e il 25% di vincere la competizione. Non penso se siamo più forti noi o loro, c'è tanto lavoro da fare nel calcio ma anche molto potenziale economico. C'è un limite che solo i soldi ti danno, la differenza tra il quinto e il sesto posto della Serie A con il decimo posto della Premier League esiste in maniera obiettiva e chiara. Se noi, però, miglioriamo come questa tutto può cambiare. Abbiamo perso 2-0 e 3-1 con l'Inter, però c'è stata una differenza tremenda nell'approccio, al di là di come finiremo il campionato e la stagione, siamo una squadra con un percorso che piace, che a noi tecnici fa piacere". 

L'ultima Roma di coppa è una squadra offensiva con Zaniolo accanto ad Abraham. È questa la migliore formazione possibile per domani?
"Non voglio rispondere, sicuramente Rodgers non saprà come giocheremo e io altrettanto. Ma abbiamo finito 3-0 con la Lazio con una formazione teoricamente meno offensiva. Buon per me che sono tutti disponibili, ci dà la possibilità di giocare come vogliamo. Abbiamo soluzioni in panchina e non dirò molto altro. Ma se mi chiede se nella prima partita è mantenersi una possibilità per il ritorno, dico di no: giocheremo per vincere. E se perderemo come a Bodo, poi vedremo... Magari è il Leicester che con merito ci porta in una direzione tale da pensare alla vittoria al ritorno, ma domani non giocheremo con quest'ottica.

È vero anche stavolta che c'è una differenza di ritmo tra Premier e Serie A?
"È la bellezza delle competizioni europee. Quando ho iniziato a giocarle da assistente, ho viaggiato tanto per studiare gli avversari. La bellezza è il confronto culturale delle squadre, ci sono principi culturali e un modo di essere anche nel giudizio della partita dell'arbitro che può fare la differenza. Per me la differenza è che in Premier c'è la possibilità di avere giocatori che in Italia poche squadre possono avere. Questo è fondamentale. Se vediamo il Leicester, vedendo solo i giocatori più offensivi guarda chi sono e quanti: sono 7/8. Sono tanti e con tanta qualità e parliamo del Leicester, non del Liverpool o del City. Ma anche noi culturalmente possiamo fare cose che dal punto di vista tattico che possono creare problemi a una squadra con più potenziale di noi. Questa è la bellezza del calcio: c'è più possibilità di vincere contro una squadra con potenziale economico e calcistico più alto. Gara aperta e prossima settimane ci saranno 300mila persone allo stadio, non so se saranno tutti lì". 

Tra una settimana l'anniversario del suo annuncio alla Roma. Se le avessero detto un anno fa che si sarebbe trovato qua, avrebbe firmato? 
"Certo. L'ho detto dal primo giorno, questa è la mia competizione. Magari Brendan non sente lo stesso, visto che ha giocato contro Napoli e Spartak, ma questa è la mia competizione. Ad agosto ci giocavamo i playoff con il Trabzonspor, ora siamo qui. È la mia competizione, abbiamo pagato con punti in Serie A. Perché oggi la Fiorentina ha perso? Perché hanno giocato 4 partite in 2 settimane, cosa che non hanno fatto mai. Chi non paga con i punti sono squadre che hanno tutti giocatori dello stesso livello. Se siamo qui dopo quello che abbiamo lasciato per strada, dobbiamo prenderci questa semifinale con due mani e lottare fino in fondo".

Terza semifinale della Roma negli ultimi 5 anni. È un dato fine a se stesso o dimostra una vocazione europea?
"Prima di tutto c'è il merito, in Champions League arrivano anche squadre che accumulano un certo coefficiente, spero che la Roma possa entrare in questa nuova Champions League. Se tu arrivi in semifinale, se non arrivi in finale significa poco".

Cosa ne pensa di Ten Hag al Manchester United?
"Non è più la mia squadra. Non parlo di altri club, solo del mio".

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