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Mourinho: "Ai miei giocatori piace come lavoro. Sassuolo duro da affrontare"

Il tecnico giallorosso: "Quello che chiamate sfogo è semplicemente lavorare. Nessuno si è offeso, è una bugia. Ogni gara è importante per tutte le competizioni"

Mourinho in conferenza (As Roma via Getty Images)

Mourinho in conferenza (As Roma via Getty Images)

La Redazione
12 Febbraio 2022 - 15:21

Domani torna in campo la Roma, al Mapei contro il Sassuolo. I giallorossi vogliono rialzarsi dopo il ko contro l'Inter costato l'eliminazione ai quarti dalla Coppa Italia. Alla vigilia della sfida contro i neroverdi José Mourinho ha sostenuto la classica conferenza stampa pre-partita. Ecco le sue dichiarazioni.

Quanto è stata forte la delusione di coppa? Non nell'entità ma nel modo in cui si è verificata.
"Qual è il modo per te? Lo devo raccontare io? Dopo il 12' abbiamo giocato molto bene e la frustrazione viene proprio perché possiamo giocare contro la squadra più forte d'Italia, o come minimo  i campioni in carica se qualcuno non è d'accordo con me quando dico che sono la squadra più forte d'Italia, possiamo giocare con loro faccia a faccia. Lo abbiamo fatto meritando molto di più di quello che abbiamo preso. La frustrazione più grande per me e per i giocatori è esattamente che per 12' abbiamo fatto veramente male, prendendo un gol e ne potevamo prendere 2 o 3. Questa è davvero una frustrazione perché quando giochi contro una super squadra come l'Inter se hai la sensazione che per 90' non c'è condizione per giocartela, esci con il sentimento di 'ok, loro sono fortissimi e non abbiamo avuto nessuna possibilità, complimenti e arrivederci'. Dopo il 12' fino a, non dico alla fine perché ovviamente il 2-0 ha cambiato la situazione, ma siamo stati noi la squadra che poteva fare gol. Avremmo potuto fare tre gol, a San Siro contro l'Inter ed è davvero difficile come abbiamo fatto noi. Per questa ragione il sentimento negativo c'è perché siamo stati orribili per 12', ma sentimento positivo e di grande fiducia perché abbiamo fatto una buona partita. Domani è un'altra storia, per noi non c'è più la coppa, c'è il campionato e domani è una partita di campionato".

La ricostruzione del suo sfogo nello spogliatoio ha suscitato diverse polemiche, qualcuno in Serie C c'è rimasto male. Visto che nel precedente caso in cui aveva fatto un discorso così alla squadra era stato a Bodo e poi 4 giocatori erano stati esclusi, ci saranno provvedimenti del genere anche domani?
"No, prima di tutto, quello che tu hai chiamato lo sfogo è un principio mio da sempre che quello che si dice nello spogliatoio resta nello spogliatoio, per questo non dirò se abbiamo avuto una riunione, se abbiamo parlato, quello che ho detto o quello che non ho detto. Non ne parlo. Però non sono neanche capace di dire che non è vero che io abbia parlato nello spogliatoio dopo la partita. Io non dico di cosa ho parlato".

Ma qualcuno si è offeso per quello uscito sul giornale?
"Questo posso dire che è una grande bugia, perché nessuno si è offeso. Questa è più di tutto la 'piazza romanista' che io ovviamente dopo  7-8 mesi..."

Intendevo che si è offeso un club di Serie C.
"Ah, e con ragione! Sono totalmente d'accordo col giocatore (Perticone, ndr) che ha detto che per giocare in Serie C serve qualcosa. Alcuni dei miei giocatori mi hanno detto che lui è scarsissimo, ma io ho detto loro che non mi interessa se sia scarso o no, quello che ha detto è la verità. Per giocare in C o in B o a calcetto, bisogna avere un determinato tipo di personalità. Se lui si è offeso mi scuso perché ha veramente ragione. Pensavo ti riferissi a delle storie che sono uscite dopo. Magari qualcuno di voi pensava che oggi sarei arrivato qui con un occhio nero perché avevamo fatto a pugni. Questa è la grande bugia. I giocatori mi hanno detto che piace tanto a loro il modo in cui lavoro con loro. Mi hanno detto che nell'arco della carriera hanno avuto allenatori che parlavano in modo del tutto diverso dal mio. Con me non ci sono segreti, quello che dico lo dico in faccia, do anche ai giocatori una possibilità di dialogo, non voglio un monologo. I giocatori mi hanno tutti detto che non vogliono che io cambi. E io ho detto loro che non lo farei neanche se lo dicessero. Mi hanno detto di non cambiare perché questo è quello che vogliamo. Quello che voi chiamate sfogo, o quello che la gente può dire di un allenatore che ha criticato i giocatori dentro lo spogliatoio, quello è lavoro. Quello è allenare, cioè dire dove si è sbagliato. Tu non pensi che io debba analizzare il primo gol che abbiamo preso? Non pensi che io debba chiedere a Ibanez che passaggio ha fatto? O non dire a Karsdorp che quello che Perisic ha capito della traiettoria della palla poteva farlo anche lui? Non devo dire a Mancini di non rimanere fermo a metà, o esci su Perisic o rimani sulla zona del primo palo? Non devo dire a Smalling che giocando con tre difensore di dover seguire il movimento di un attaccante in area? Non è lo spazio che fa il gol, ma il giocatore, non marcare lo spazio ma il giocatore. Io devo allenare.  I miei giocatori mi hanno detto, 'bravo mister è così che vogliamo noi'. Per questo la storia che esce di un problema tra me e i giocatori potevo definirla come una cosa bruttissima, magari usando qualche parola che ho usato in conferenza nei miei tempi all'Inter...non voglio farlo. Non voglio ripeterle, 12 anni dopo è tanto tempo. Però devo dire a chiare lettere, bugia totale. Abbiamo perso una partita, ci abbiamo lavorato, ho parlato nello spogliatoio a San Siro, ho parlato qui, abbiamo lavorato sulle cose che non abbiamo fatto bene. Questo è lavorare. Tutta la storia che arriva dopo è quella parola che inizia con 'c' e finisce con 'a'".

Esclusione dai convocati come dopo il Bodo?
"No sono tutti convocati. L'escluso è stato Zaniolo, ma non da me, dall'arbitro".

Come stanno Abraham e Pellegrini visto che da dicembre non ha mai trovato continuità e ha giocato anche quando non stava bene?
"Abraham sta bene. Pellegrini ha bisogno di ritmo, ma sta bene".

Ha letto le parole di Dzeko?
"Non voglio sapere. Dzeko è un giocatore dell'Inter, non mi interessano le sue parole. Non so se è una bugia".

Lei è ancora in cerca della Roma migliore. Si può immaginare che vedremo un modulo fisso fino a fine anno?
"No, continuiamo la ricerca di quello che è meglio per noi con i giocatori a disposizione, cercheremo sempre di vincere la prossima partita. Se domani dobbiamo usare un modulo completamente diverso perché per noi è il miglior modo per vincerla, magari poi non succede, ma se pensiamo che è il modo giusto, non c'è problema".

Lei è contento del gioco della Roma? Non ci possiamo aspettare di più quest'anno? Mourinho è davvero contento della Roma, della qualità dei risultati?
"Mi sarebbe piaciuto vincere nel primo tempo di San Siro in vantaggio per 2-1. Mi sarebbe piaciuto che l'occasione di Zaniolo buttasse e quella con Tammy e Skriniar fossero andate dentro. Mi sarebbe piaciuto Inter 1 Roma 2. Nella ripresa mi sarebbe piaciuto che invece di finire quel periodo in cui siamo stati dominanti, invece del 2-0 mi sarebbe piaciuto un 1-1 perché ne abbiamo avuto l'opportunità. Ovviamente non sono contento".

Ha elencato una serie di black-out come con l'Inter o con la Juve. Come vuole aggiustare i blackout della squadra?
"Lavorando, analizzando le partite, dormendo qui. Lavorando 24 ore, preparandoci al massimo per i giocatori, cercando di fare tutto il possibile in campo quando c'è poco tempo per lavorare e quando non si può in campo analizzando le gara con i giocatori. Cosa vuoi che facciamo di diverso. Sei giornalista, non scrivere mai bugie e sempre la verità".

"Fatemi domande sul Sassuolo o me ne vado. Di 10 domande non ce n'è una sul Sassuolo".

Dionisi ha detto che c'è una differenza tecnica.
"Non sono d'accordo, è un mio collega ma possiamo avere un'opinione diversa. Non posso costruire dal basso come fa lui con Lopez e Ferrari,  loro hanno una qualità tecnica molto superiore. Sono bravissimi".

Arrivano diverse gare da qui alla Conference League, che sembra l'obiettivo più concreto della stagione. Come si può bilanciare questo gettare la spugna in campionato, visto che la distanza dal quarto posto è importante. Come si arriva alle partite di marzo mantenendo un certo livello in campionato.
"Le partite che restano di campionato non sono inutili, per me è diverso finire decimo o nono, quinto o sesto. Con 40 o 41 punti è diverso. Ogni partita significa tanto per noi, ci sono tre punti in gioco e ogni gara ti può spingere più in alto o più in basso. Ognuna è più in basso. Sulla Conference, e di quello abbiamo parlato anche con i giocatori, quando arrivi ai dentro-fuori, tutte le situazione che abbiamo in campionato con l'eliminazione diretta decidono se sei vivo o morto. Se in una partita a eliminazione diretta vai a giocare a Rennes o a Marsiglia o all'estero e a inizio gara fai 10' orribili, magari sei fuori. Se durante una partita giocata benissimo prendi 2 gol negli ultimi 10' sei fuori. C'è un legame fra tutte le competizioni. Si deve migliorare, superare i problemi. Anche quello che è successo a Sofia, se quella è una gara a eliminazione diretta, una cosa è 3-0 e un'altra 3-2. Possiamo solo lavorare per migliorare. Ci sono cose impossibili da migliorare perché ha una relazione diretta con le qualità di un giocatore e della squadra, ma come squadra dobbiamo fare meglio. Non sono contento e mi aspetto di più. Quando andiamo in Conference, che  è molto più dura di quello che la gente pensa perché ci sono squadre di grande qualità, possiamo ridere e dico che non stiamo parlando della Champions, ma parliamo di squadre buone, per me la differenza tra Conference ed Europa League è minima. Dobbiamo migliorare perché se sbagliamo come fatto in qualche partita possiamo anche stare fuori in questa competizione".

Soddisfatto di questi giorni di allenamento? Dobbiamo aspettarci Felix con Abraham e che chiederà movimenti particolari al 9 per favorire il suo compagno? 
"Non ti dico chi gioca o che modulo usiamo. Questo è una domanda di calcio, ma non ti voglio rispondere. Ovviamente non gioca Zaniolo e qualcuno al suo posto ci sarà oppure giocheremo con tre attaccanti e con 3 attaccanti Tammy è il 9 e gli altri 2 devono stare sulle fasce. Abbiamo studiato bene il Sassuolo ma è comunque difficile giocare contro di loro. Sono una squadra con una qualità di gioco molto alta, che costruisce dal basso fantasticamente. Giocatori che, al di là che Dionisi sia una grande allenatore, vengono da un altro tecnico che prediligeva tanto i principi e ha avuto tanto tempo per lavorarci. Una squadra molto stabile e sarà una partita molto difficile per noi. Solo oggi ci siamo allenati come squadra, perché chi ha giocato a San Siro ha fatto recupero, con chi non ha giocato abbiamo fatto una partita per trovare la condizione contro la Primavera. Solo oggi abbiamo fatto un lavoro tattico, un lavoro più didattico che propriamente di intensità, però abbiamo lavorato su quello che abbiamo fare contro una squadra che gioca molto bene".

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