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Pastore: "Sono alla Roma perché volevo una nuova sfida"

Il talento argentino, neo acquisto giallorosso, ha parlato a pochi minuti dall'allenamento al Tre Fontane: "Mi sto allenando molto e bene per capire cosa vuole il mister"

La Redazione
19 Luglio 2018 - 14:59

Il talento argentino, neo acquisto giallorosso, Javier Pastore ha parlato a pochi minuti dall'allenamento al Tre Fontane ai microfoni di Roma TV. Queste le sue parole

Prime sensazioni?
"Mi sto trovando molto bene, perché i ragazzi sono stati molto gentili. Sono ragazzi molto bravi, sto passando dei bellissimi giorni. Sto conoscendo tutto: Trigoria, i campi di allenamento... sono spettacolari. Ci stiamo allenando al massimo per cominciare al meglio la stagione":

Come mai hai scelto la Roma?
"Ho scelto la Roma perché è uscita la possibilità di venire qua. Tutti sanno cos'è la Roma, la grande squadra che è. Sinceramente avere la possibilità di arrivare a una squadra forte come questa, con un allenatore così forte, era una delle situazioni che avevo in mente. Ho parlato tanto con Balzaretti, che è stato mio compagno. Erano tanti anni che lui mi parlava del progetto della Roma. Poi la città, che è magnifica, con dei grandi tifosi. Speriamo di fare bene e di dare a questa città e a questa gente tutte le cose che proveremo a vincere".

Il percorso in Champions dell'anno scorso ha aiutato questa scelta?
"Sì, ovviamente vedere una squadra che lavora così bene insieme e che ha fatto un percorso bellissimo in Champions, che è arrivata in semifinale. Una cosa bellissima. Vediamo di riuscire ad arrivarci anche quest'anno e provare a vedere se riusciamo ad arrivare in finale".

Si è parlato di "Riscatto di Pastore". Ma non è un vero riscatto. Sei un campione che ha scelto di tornare in un grande campionato.
"Sì, volevo tornare ad avere più stimoli, e diversi. Sono stato molto bene al PSG, sono stato 7 anni, con grandi campioni, perònon avevo più lo stimolo di giocarmi il posto con qualcuno. Mi toccava stare dietro agli altri e quindi ho deciso di affrontare questa nuova sfida e di tornare in Italia".

Sei stato l'acquisto più caro della Ligue 1 nel momento in cui ti ha preso il PSG. Sei il giocatore straniero che è rimasto più a lungo in un club francese dopo Susic.
"Non lo sapevo quest'ultimo dato, però sì, non è stato facile restare lì. Perché è un club che cambia tutto il tempo. Un club che compra molti giocatori e io ho avuto la fortuna di restare lì molto tempo, di giocare le mie partite, anche molto importanti, e di vincere molti trofei. Sono contento di tutte le scelte che ho fatto nella mia carriera e sono sicuro che anche questa si rivelerà essere un'altra scelta importante".

Di Francesco ha subito parlato di te come mezz'ala. Ma le mezz'ali corrono molto con lui.
"E' diverso rispetto a quello che ho fatto a Parigi. Mi sto allenando molto e bene per arrivare a fare quello che lui mi chiede e dopo, ovviamente, c'è l'abitudine. Andremo a fare molte cose importanti insieme, speriamo di essere sempre in buona forma come lo siamo ora. E di essere disponibile al 100% sempre".

Il PSG ha comprato sempre più campioni. Ma non ha mai vinto la Champions. Cosa serve per arrivare a quel traguardo?
"Lì ci è mancata un po' di fortuna e i dettagli che abbiamo sbagliato nelle partite importanti. Negli ultimi anni siamo usciti sempre con Barcellona e Real Madrid, squadre che sono molto difficili da vincere, non impossibile, come ha dimostrato la ROma lo scorso anno. E' necessario avere tutti i migliori giocatori al 100% nelle partite importanti e decisive. Per vincere la Champions, come il campionato, è importante avere una rosa lunga, con molti cambi. E alla Roma questo c'è. Ci sono molti giovani con tanta voglia di fare bene. Penso che potrebbe essere il momento giusto per raggiungere obiettivi importanti".

L'anno scorso alla Roma sono mancati i gol dei centrocampisti. Con il tuo arrivo, con l'arrivo di Cristante, si potranno avere anche più gol?
"Sì. La mezz'ala di Di Francesco deve arrivare spesso in zona gol, per fare assist o fare gol. Speriamo di arrivarci tanto, proprio per segnare alcuni gol. Ma la cosa più importante è avere gli attaccanti contenti. Bisogna sempre cercare di farli segnare il più possibile, perché se loro sono in fiducia la squadra è sempre in fiducia".

Il derby. Te segnasti 3 gol al Catania.
"Balzaretti mi offrì l'assist per il primo, che ho segnato di testa. Noi abbiamo sempre fatto ottime giocate insieme. Sì, ho segnato una tripletta in un derby, che a Palermo si sente tantissimo. Ed è stato bellissimo. Perché non riprovarci no?".

In Argentina ti ha lanciato la doppietta contro il River. Ti manca un titolo con l'Huracan, nella tua carriera?
"Sì con l'Huracan quell'anno arrivammo secondi in campionato, nell'ultima partita. Una partita un po' strana, con un gol preso con il fallo del portiere. Peccato, potevamo regalare quel trofeo, quella gioia ai tifosi dell'Huracan che era da tanti anni che non vincevano niente. Ma quella stagione mi ha lanciato e oggi sono qui in Europa e ho fatto la carriera che ho fatto. Ma sono molto felice anche di quello che ho fatto lì".

Cosa pensi dell'arrivo di Ronaldo? Tu segnasti anche alla Juve.
"Sì, ho vinto tutte le 4 partite che ho giocato contro la Juve quando ero a Palermo. Con l'arrivo di Ronaldo cambierà tantissimo, ma già quest'anno hai moltissime squadre forti. Come l'Inter che ha preso ottimi giocatori. La Juventus come sempre. La Roma che ha fatto un campionato molto bello. Sicuramente il campionato crescerà e sono sicuro che sia stato il momento giusto per tornare qui".

C'è stato un allenatore che ha rappresentato la svolta nella tua carriera? Forse Cappa?
"Sì, Cappa sicuramente, che mi ha dato fiducia quando ero giovane. Erano già passati due o tre allenatori prima e non riuscivo mai a giocare in prima squadra. Poi con lui ho ricevuto fiducia dal primo giorno. Poi a Palermo ho avuto la fortuna di avere Delio Rossi, che per me è stato importantissimo. Per la mia carriera in Europa, lui mi ha dato consigli tattici che non avevo mai ricevuto prima".

Tanti giocatori forti sono passati per Palermo in quel periodo.
"Sì, in quel momento sì. Soprattutto nel mio secondo anno in rosanero avevamo una squadra molto forte. Giocavamo molto bene insieme. Avevamo Nocerino, Hernandez davanti che segnava molti gol. Miccoli, che anche lui segnava molto. C'era una bellissima squadra. Siamo arrivati in finale di Coppa Italia contro l'Inter, che ha vinto tutto. Abbiamo avuto la sfortuna di trovare proprio loro. Però ho passato anni magnifici a Palermo, che non dimenticherò mai".

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