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per la roma

Quei sette minuti

Senza l’inglese il mercato sarebbe stato gravemente insufficiente. Kumbulla è un bicchiere d’acqua fresca, aspettiamo Dzeko. Ma in panchina non c’è Allegri?

08 Ottobre 2020 - 08:17

Sette minuti – quelli tra le 20.00 e le 19.53 di lunedì – hanno fatto tutta la differenza di questo mondo. Perché fossero passati anche gli ultimi quattrocentoventi secondi del calciomercato senza che la ROMA fosse riuscita a riportare Chris Smalling, o più in generale un centrale d'esperienza, e si sarebbe dovuto parlare di campagna acquisti gravemente insufficiente.

Lo so, il Coronavirus è stato-è una spada di Damocle per tutte le società. E figurarsi, allora, per una appena insediata e costretta a ripianare un bilancio non propriamente roseo. Però, purtroppo, la ROMA aveva tante-troppe lacune da colmare. E non sottolinearlo sarebbe, e sarebbe stato, sbagliato.

Ma andiamo con ordine, riavvolgiamo il nastro: ricordate come era iniziato questo mercato? Con la conferma, vivaddio, di tutti i pezzi pregiati e, soprattutto, di Nicolò Zaniolo. Era Zaniolo il vero, grande, colpo della ROMA! Crack: crociato. Perché da queste parti le cose facili non possono esistere. E, per avvalorare questa presa di coscienza, ci metto pure la scelta – come vogliamo definirla? Bizzarra?!? Superficiale?!? – di affrontarlo, il mercato, senza un direttore sportivo ma affidando le proprie necessità a qualche procuratore sportivo.

Mi chiedo: un procuratore è portato a curare di più i propri interessi, e quelli dei suoi assistiti, o quelli di una società che gli chiede una sorta di consulenza? Domanda retorica, risposta scontata. Come i prezzi dei cartellini di questo mercato povero – e qui parlo in generale – e appassionante come una puntata di Forum: pochi soldi, per tutti. E, novità, anche rare idee. Risultato: mille esperti, in altrettante trasmissioni, a parlare del niente spacciando per notizia la scoperta dell'acqua calda. Un bicchiere d'acqua fresca è stato, invece, il colpo a sorpresa di Marash Kumbulla: forte, giovane. Lo volevano tutti, ricordate? L'ha preso la ROMA. Mettendolo accanto a Ibanez, Mancini e... Smalling: il pacchetto dei centrali è davvero ottimo.

Meno, molto meno, le fasce: a destra ci sono tre alternative... ma, piccolo particolare, manca il titolare. A sinistra, invece, il titolare c'è. E anche l'alternativa: Calafiori. Che, come Kumbulla, è giovane. E forte. Ma con l'asterisco. Perché il precedente avuto con Luca Pellegrini – anche qui, ricordate? "Fenomeno", "Predestinato". E adesso vivacchia nel Genoa… – non è stato molto incoraggiante. E allora starà a lui (non gli mancano i mezzi) dimostrare d'avere un altro passo. E, soprattutto, un'altra testa. A proposito di testa in porta ci sarà quella, pensante, di Mirante: una certezza. Come quella, peccato, dell'attuale carenza caratteriale, prima ancora che tecnica, di Pau Lopez.

Dicono, quelli bravi, che le gare si decidono a centrocampo. Per questo sarebbe stato straordinario il lusso di poter considerare Veretout – adoro, da sempre, il francese – il gregario a cinque stelle di un'altra figura di spessore. Che non è arrivata e che, forse, sarebbe stato troppo anche pretendere. Per questo, il giusto compromesso, avrei fatto carte false per Torreira – che poi va a sapere se la ROMA l'ha mai trattato veramente – ma adesso, che il mercato è alle spalle, forza Diawara, Villar e Cristante.

E davanti? Erano tanti. Erano perché Kluivert, Perotti e Ünder (non ne rimpiango uno) non ci sono più. Pastore non c'è mai stato. Zaniolo – maledizione! – non ci sarà. Di rimpianto, allora, c'è quello che risponde al nome di El Shaarawy. Niente. E perciò, dietro al nuovo-vecchio acquisto Pedro e a Mkhitaryan – due punti di forza, due valori assoluti – il solo Perez. Poco. E sarà così, allora, che Lorenzo Pellegrini farà ancora una volta un passo in avanti. Dando valore alla convinzione che da un male – carenza numerica – possa nascerne un bene: l'opportunità di dimostrare d'esser in grado di fare la differenza.

Inamovibile Dzeko, il capitano. Lo aspettiamo tutti. Perché la ROMA ha bisogno di lui e dei suoi gol. E, anche, della sua voglia... Vice – perché ormai, lì al centro dell'attacco, siamo abituati ad averne solamente uno dietro al titolare – il nuovo acquisto Borja Mayoral: è uno tenace. Chi ama la ROMA sogna che questa tenacia, e le sue caratteristiche di gioco, riusciranno a mettere in crisi, qualche volta, mister Allegri nelle scelte perché vorrebbe dire che si sarà dimostrato all'altezza. Cosa?!? Sulla panchina della ROMA non c'è Allegri?!?Strano, perché avevo sentito che era sicuro…

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