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Il 23

VIDEO - Mancini: "La mia crescita partita dal derby. All'inizio tante difficoltà"

Le parole del difensore giallorosso: "Fonseca mi riprendeva in ogni allenamento, mi metteva da parte e mi spiegava. Preferisco le sue sedute a quelle di Gasperini"

, di LaPresse

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La Redazione
04 Agosto 2020 - 14:29

Gianluca Mancini è stato protagonista di una lunga intervista al portale Cronachedispogliatoio.it in coppia con Marco Materazzi, idolo del 23enne calciatore della Roma. Molti gli aspetti toccati dall'ex difensore dell'Atalanta, dagli allenamenti di Gasperini e Fonseca, alle difficoltà incontrare all'arrivo nella Capitale: "Mi sono tatuato il 23 proprio per Materazzi. Successivamente mi sono fidanzato il 23 con quella che è attualmente mia moglie, e mi sono sposato il 23. Infine me lo sono messo sulla maglia. Per Marco nasce nel mito di Michael Jordan, per me parte da lui. Sono nato in una famiglia di interisti e quando vedevo giocare Materazzi con cattiveria, agonismo, con un grande mancini, a me restava impresso. Durane il Mondiale 2006 l'ho ammirato tanto. Poi ho avuto la fortuna di conoscerlo, ci sentiamo ogni tanto, gli chiedo consigli. Per me è l'idolo".

Poi, sul rapporto con l'ex Inter prosegue: "Ci sono state due chiamate con lui per me importanti. Nella prima mi ha dato alcuni consigli extra calcio, preferisco tenerli per me. Non giocai bene un'amichevole estiva con la Roma contro l'Athletic Bilbao. A Marco, invece, in alcune situazioni ero piaciuto. Il giorno dopo lo chiamai e si arrabbiò perché vedevo soltanto gli errori, com'è giusto che sia, però mi fece capire di guardare anche le altre situazioni. Mi spronò a continuare a fare quello che chiedeva Fonseca. Stetti fuori alcune partite, poi giocai il derby e da lì sono partito nella crescita".

Mancini parla di Gasperini e Fonseca, gli allenatori che più hanno influito su di lui: "Ho avuto la fortuna di essere allenato da Gasperini perché ti apre un mondo totalmente nuovo a livello di testa, di allenamenti e di tattica. Mi ha aiutato soprattutto mentalmente a diventare un calciatore veramente concentrato. Per quanto riguarda Fonseca, ho trovato delle difficoltà quando sono arrivato alla Roma. Facevo le cose che facevo all'Atalanta e Fonseca mi riprendeva in ogni allenamento. Mi metteva da parte e mi spiegava. Ho iniziato a guardare i video, come si muoveva la difesa dello Shakhtar. Gli allenamenti? Con Gasperini sono veramente intensi, dal martedì al sabato. Galoppi anche il giorno della rifinitura. In allenamento faceva possesso con partita, con 10 allunghi prima della partita, facevo forza. La domenica poi vai forte: al 90' vedevo che potevo giocare altri 90 minuti, mentre gli avversari erano col fiatone. Con Fonseca facciamo partitelle a pressione, tanto possesso palla, partitine dove devi recuperare subito il pallone. Preferisco i suoi allenamenti perché giochi con la palla e fai fatica. Con gente che sa giocare a calcio corri ugualmente. L'importante, comunque, è che ogni allenamento ti permetta di rendere la domenica".

Infine, chiusura con un aneddoto con Dzeko: "Una volta Edin, prima di Inter-Roma, mi prese in giro per stuzzicarmi, dicendomi: 'Occhio che domani Lukaku e Lautaro ti fanno venire il mal di testa, non la vedi mai'. Capisco che me lo ha detto per darmi forza, però è un meccanismo che ti scatta dentro. Non ho bisogno di queste cose, ognuno prima della partita trova uno spunto per caricarsi. Qualche compagno ti tira frecciatine e questo ti può caricare ulteriormente".

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