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Tor di valle, iniziano i carotaggi per l'analisi dei terreni

Eurnova ottiene l'occupazione del suolo pubblico. Pista ciclabile chiusa fino al 28 maggio

17 Aprile 2018 - 08:07

Ieri il presidente Pallotta ha lasciato la Capitale con più di un motivo per sorridere. Oltre ai risultati sportivi, quelli che lasciano di maggior buon umore il presidente giallorosso sono quelli ottenuti fuori dal campo, nei palazzi della politica. Le dure parole con cui il magnate americano aveva esordito al suo arrivo a Roma, unite alle strette di mano e ai sorrisi davanti ai fotografi della scorsa settimana con la sindaca Virginia Raggi, hanno prodotto forse non tutti gli effetti sperati, ma senz'altro un'accelerazione dell'iter per l'approvazione del progetto sul nuovo stadio di Tor di Valle.

60 giorni

Vi abbiamo già descritto come filtri, proprio a seguito della condotta di Pallotta, la volontà dell'amministrazione comunale di non perdere altro tempo sull'approvazione della Variante al Piano Regolatore Generale. Si procederà spediti al termine dei 60 giorni previsti per legge nella valutazione di tutte le proposte di modifica e le osservazioni che arriveranno (e saranno presumibilmente tante), con l'indicazione, in linea di principio di respingerle tutte, per arrivare poi in aula Giulio Cesare per il voto finale entro i primi giorni di luglio.

Iniziano i carotaggi... e le polemiche

La novità di ieri è invece rappresentata dall'inizio dei carotaggi per l'analisi dei terreni destinati a ospitare lo stadio della Roma a Tor di Valle. La Euronova (la società di Luca Parnasi che affianca la Roma nella mastodontica opera) ha infatti chiesto e ottenuto l'autorizzazione a occupare il suolo pubblico sulla pista ciclabile di Tor di Valle dove transiteranno i mezzi del cantiere. Un tratto di oltre un chilometro e mezzo della pista (da via dell'Equitazione per circa 1.600 metri in direzione via del Cappellaccio) sarà chiuso al traffico per quasi un mese, da ieri fino al prossimo 28 maggio. Un'operazione questa che consentirà di risparmiare non poco tempo una volta ottenuti tutti i permessi a costruire in vista della posa della fatidica prima pietra. Una decisione, quella dell'amministrazione capitolina, niente affatto scandalosa o contro le regole, ma su cui non può non aver pesato la nuova strategia adottata dal presidente giallorosso. Pronta è arrivata la reazione di Fausto Bonafaccia, presidente dell'associazione BiciRoma: «Si preannuncia oltre un mese di chiusura, ma le indagini le devono fare sull'Argine? – ha detto – Crediamo di no, chiediamo quindi che la pista resti transitabile e i mezzi a supporto delle indagini da fare sui terreni limitrofi non ci impediscano di fruire di questo bene pubblico».

I ricorsi del Codacons

Polemiche scontate, come scontato appare il nuovo, e atteso, ricorso del Codacons al Tar del Lazio contro lo stadio. L'associazione dei consumatori guidata dall'onnipresente Carlo Rienzi, ha infatti formalmente impugnato dinanzi al Tar del Lazio tutti gli atti amministrativi relativi alla realizzazione dell'opera, chiedendone l'annullamento alla luce, a detta dell'associazione, «sia di evidenti profili di illegittimità, sia dei costi a carico della collettività legati ad infrastrutture accessorie allo Stadio che saranno interamente finanziate dai cittadini». Il Codacons contesta alcuni aspetti formali, come la decisione della Conferenza dei Servizi di demandare alle amministrazioni interessate la verifica della documentazione progettuale, ottenendo una dilatazione e una distorsione dell'intero processo decisionale.

Viene poi contestata la realizzazione del Ponte di Traiano (che sappiamo non essere affatto scontata, anzi) con fondi del Cipe, e quindi pubblici. Infine vengono fatte osservazioni sulla Roma-Lido, sul Ponte dei Congressi, e su numerose altre questioni. Un ricorso che molto probabilmente farà la fine di tutti i precedenti, quindi verrà respinto. Purtroppo non è il primo e non sarà l'ultimo. Proprio la procedura adottata per l'approvazione del progetto di Tor di Valle si presta per sua stessa natura a interpretazioni e quindi a possibili ricorsi.
I proponenti comunque restano tranquilli, e continuano e lavorare. Su tutto. Compresa la questione dei naming rights (la vendita del nome dello stadio), su cui ci risultano importanti approfondimenti in corso.

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