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Dzeko e Mkhitaryan, compagni di classe: con loro in campo la Roma vince di più

Con l'armeno in forma e più vicino, il bomber bosniaco non è più solo. Insieme hanno giocato solo 14 volte, ma per minuti “valgono” 8 partite

Dzeko e Mkhitaryan abbracciano Justin Kluivert, di LaPresse

Dzeko e Mkhitaryan abbracciano Justin Kluivert, di LaPresse

25 Febbraio 2020 - 13:58

Dalla prima all'ultima partita che hanno giocato insieme Edin Dzeko e Henrikh Mkhitaryan sono passati poco più di cinque mesi. La prima, Roma-Sassuolo, si concluse con un poker giallorosso, esattamente come accaduto domenica pomeriggio allo stadio Olimpico. Un poker ai giallorossi, del Lecce, questa volta, ma a differenza dell'andata, quando la squadra di De Zerbi segnò due gol, stavolta al 90' è arrivato il clean sheet.

In entrambi i casi i due capitani delle rispettive nazionali, la Bosnia e l'Armenia, hanno trovato la via del gol, ma nella sfida alla squadra di Liverani - che evidentemente li esalta - della 25ª giornata di campionato, hanno anche collezionato un assist ciascuno, quello di Edin proprio per Henrikh, che ha ricambiato il favore della gara di andata quando accadde l'inverso per il gol partita di Dzeko al Via del Mare.

Tra i più anziani del gruppo, non condividono solo lo status di uomini simbolo del loro Paese nello sport, ma una lunga esperienza in Premier League, dove però non si sono mai incrociati visto che l'armeno è approdato in Inghilterra quando Dzeko era già alla Roma. Si sono confrontati tre volte con le nazionali tra il 2009 e il 2019 e il bilancio parla bosniaco: 2 vittorie per la squadra di Edin e una per l'Armenia. Ma quello che più conta è che nella Roma hanno giocato insieme solamente 14 partite, ma neanche per intero: sono 740 i minuti (poco più di 8 gare di media).

Lo score della compagine di Fonseca con i due in campo nello stesso momento parla di 8 vittorie (la matematica non è un'opinione), 2 pareggi e 4 sconfitte (di cui tre maturate nel mese e mezzo nero della Roma 2020). Solamente 14 gare insieme perché Micky, al contrario dello stakanovista Dzeko, in campo praticamente sempre anche con lo zigomo rotto, ha avuto più di un problema fisico da inizio stagione ma quando è stato chiamato in causa è quasi sempre risultato decisivo. Anche per il compagno di squadra che adesso ha i gradi nella Roma.

Sì, perché il tecnico Fonseca stravede per entrambi e se l'armeno fosse stato sostenuto maggiormente dalla condizione fisica lo avremmo visto di certo impiegato più volte più vicino al bosniaco. E se non bastassero gli occhi, lo dicono i numeri, oltre che le loro carriere, che sono giocatori di una classe superiore.

Dzeko ha segnato la metà dei suoi gol in campionato in presenza di Mkhitaryan, che ha una media gol di 0,42 a partita, una proiezione cioè che lascia addirittura rimpianti per ciò che non è stato. Una media top per uno che proprio attaccante non è e molto vicina a quella del collega bomber, che con 12 gol in 25 presenze in campionato è a quota 0,48.

Lo spessore internazionale dei due, poi, è il pedigree, la certificazione che c'è ancora e molto bisogno di loro. Che in questa stagione portano a Fonseca e alla Roma la luce dall'Est, insieme all'altro capitano di nazionale, Aleksandar Kolarov, apparso in ripresa con il Lecce, ma che è alle prese con qualche problema con la tifoseria, forse anche atavico, dopo gli ultimi accadimenti. Si risolverà in nome della causa comune?

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