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L'intervista

La storia di Fabrizio Pérez, venezuelano e romanista: "Giallorosso grazie a mio padre"

Gestisce dal 2015 l’account Twitter in spagnolo della Roma: "La fede me l’ha trasmessa papà, lui è ancora innamorato della squadra del 1983"

Fabrizio Pérez nella redazione de Il Romanista

Fabrizio Pérez nella redazione de Il Romanista

La Redazione
21 Ottobre 2019 - 14:25

Dall'altro capo del mondo, dalla terra di Simón Bolívar e Andrés Bello, è venuto a trovarci in redazione Fabrizio Pérez, venticinque anni, gestore dell'account Twitter in spagnolo della Roma. Tifa i giallorossi da Barquisimeto, la capitale dello stato venezuelano del Lara, 270 km da Caracas, 8600 dal Colosseo. «Ho venticinque anni e seguo i Lupi partita per partita solo dalla prima stagione americana, dal 2011, sono un vero sostenitore da poco tempo. Ma sin da piccolo vedevo le partite dei giallorossi grazie a mio padre, un appassionato di vecchia data. In America Latina i romanisti sono numerosi, soprattutto in Brasile e in Argentina, per via del calcio attrattivo che la Magica ha sempre giocato e per i tanti giocatori sudamericani che hanno vestito la maglia giallorossa. Bene o male siamo sempre riusciti a vedere le partite, anche svegliandoci molto presto. Mi ha istruito sulla storia del club, naturalmente ama alla follia la Roma del Secondo Scudetto e se so qualcosa di Liedholm, Falcao, Di Bartolomei e altre glorie del passato che rimpiango tanto di non aver vissuto, è principalmente grazie ai suoi racconti, anche se Internet mi è stato molto d'aiuto per documentarmi».

E la sua passione si è velocemente trasformata in un lavoro: «Fu sempre mio padre a sollecitarmi, un giorno mi disse: "Studi Scienze della comunicazione e vuoi fare il giornalista, perché non fai qualcosa sulla Roma?" Allora nel 2012 creai un gruppo su Facebook, un account su Twitter e un blog, sotto il nome Noticias AS Roma: in sostanza, traducevo tutti i giorni le notizie in spagnolo, mi è servito per imparare l'italiano. Ho acquisito rapidamente un discreto successo perché per l'epoca era una novità assoluta, ma la grande svolta è arrivata nel 2015, quando sono entrato in contatto con Paul Rogers (Head of Strategy della AS Roma, ndr), che mi propose di creare e gestire l'account ufficiale della società in castigliano, fu il secondo account Twitter in lingua straniera ad aprire dopo quello in inglese, oggi viaggia verso i novantamila followers. Apprezzo molto questa svolta comunicativa avvenuta sotto la guida di Rogers: la Roma con lui ha iniziato a distinguersi per originalità, freschezza ma anche serietà, a partire dalla presentazione ironica dei nuovi acquisti, fino all'impegno umanitario per il ritrovamento dei bambini scomparsi. Per me è a dir poco pazzesco essere parte della squadra che amo, non dimenticherò mai l'esperienza della tournée americana nell'estate 2017: sono stato a stretto contatto con i giocatori, lo staff, i dirigenti».

E per Fabrizio è la terza volta a Roma: «Ogni volta che sono venuto qui sono stato all'Olimpico. La mia prima partita vista allo stadio è stata Roma-Crotone 4-0, che fu l'ultima partita in cui Totti ha giocato novanta minuti in campionato, il 21 settembre 2016. Per me è un sogno stare in contatto con dei romanisti in carne ed ossa, così come lo è essere ospite nella redazione de Il Romanista, un giornale che fa le cose per amore, un unicum mondiale. Tonino Cagnucci per me è sempre stato un faro, è un poeta che incarna alla perfezione il romanismo, sentimentalmente mi ritrovo in tutto quello che scrive. Amo questa città, anche per questo penso spesso di trasferirmi in Italia, non solo per sfuggire dalla tostissima situazione politica, sociale ed economica che vive il nostro Paese. Ho una chat Whatsapp sulla Roma in cui ci sono decine di venezuelani, alcuni di loro sono espatriati per via di questi problemi: ci sono stipendi sproporzionatamente bassi rispetto al costo della vita, per esempio un hamburger vale come uno stipendio medio».

Nonostante ciò il calcio venezuelano è in crescita: «Il campionato nazionale non ha un grande fascino e non è molto seguito, in Venezuela non si è ancora sviluppata una vera cultura calcistica, ma negli ultimi anni la nazionale ha sfornato giocatori che hanno fatto bene in campo europeo, come "El General" Rincón, il nostro capitano, e Salomón Rondón, che da poco è diventato il miglior marcatore della storia della Vinotinto». E sul nuovo ciclo della Roma: «Apprezzo quello che stanno cercando di fare Petrachi, Fonseca e Fienga, si tratta di un progetto tecnico ben avanzato, di valore e a lungo termine: è una cosa nuova che ha bisogno di tempo. Sosteniamoli».

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