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L'intervista

Pastore: "Il mio stile di gioco o lo ami o lo odi. In campo mi piace rischiare"

L'argentino: "Prima nel calcio contava di più la tecnica rispetto al fisico o alle statistiche. Io lento? Puoi essere veloce facendo correre la palla"

Javier Pastore è stato un caso di mercato ma alla fine è rimasto a Roma subentrando nelle prime due partite di campionato, di LaPresse

Javier Pastore è stato un caso di mercato ma alla fine è rimasto a Roma subentrando nelle prime due partite di campionato, di LaPresse

La Redazione
02 Settembre 2019 - 15:16

Javier Pastore ha rilasciato un'intervista a France Football, ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Sei un numero 10 vecchio stile.
"Molte persone me lo dicono. Anche mio padre. Quando parliamo, mi dice: "Se avessi giocato ai miei tempi saresti stato il migliore". Poi è mio padre, non so se devi credere alla sue parole (ride ndr). Ma sì, ho visto partite di quel periodo e il gioco era molto più lento. C'erano i meno lavoro sulla tattica in determinati momenti delle partite. Si vedeva di più la qualità tecnica dei giocatori. Era più importante rispetto alla parte fisica o al numero di chilometri che si correva"

Sulle statistiche
"Sai, certe volte puoi totalizzare il 99% di passaggi riusciti ma nessuno ha fatto la differenza o ha creato occasioni da rete. Ho parlato tanto con quelli che si occupavano di statistiche al Psg. Abbiamo discusso su questo problema. Volevano a tutti i costi aumentare il mio rapporto di passaggi riusciti. Ho detto loro: "Su dieci passaggi, proverò a fare dieci passaggi decisivi. Se ci sono tre palloni che passano, sono tre goal occasionali. E a seconda dell'attaccante che abbiamo, potrebbero essere uno o due gol. Preferisco sbagliare sette passaggi se gli altri tre ci offrono un'opportunità".

Sul tuo stile di gioco
"Il mio stile di gioco o ti piace o lo odi. Quando non mi sento bene fisicamente o non gioco bene è più facile puntare il dito contro di me e insultarmi. È ovvio, non posso nascondermi. Al contrario quando tutto va bene le cose vanno rapidamente. Posso passare dal peggior giocatore al migliore in pochi istanti".

Sulla sua presunta lentezza in campo
"La gente non capisce che far viaggiare la palla veloce, alla fine rende un giocatore veloce, giusto? La velocità di gioco non sta semplicemente nella corsa. Puoi essere il calciatore più veloce del mondo ma se non sai cosa fare con la palla e mantieni il pallone fermo per venti secondi, alla fine sei un giocatore lento che rallenta la squadra".

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