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Roma, Totti: "Spero di vincere anche da dirigente. Addio? Con Di Francesco..."

Il dirigente romanista ha commentato il sorteggio degli ottavi di finale di Champions League

La Redazione
12 Dicembre 2017 - 22:16

Poco prima di ricevere il premio 'Leggenda dello Sport' ai 'Gazzetta Awards', Francesco Totti ha rilasciato un'intervista a 'Gazzetta Tv'. Ecco le sue dichiarazioni:

Come ci si sente ad essere una leggenda?
Sicuramente è una parola impegnativa, nel senso molto importante e pesante. Mi fa piacere, sono orgoglioso di ricevere questo premio importante dovuto alla mia carriera di 25 anni.

Quando vedi i giocatori prepararsi per andare in campo ti viene voglia di mettere gli scarpini?
Alcuni momenti della partita si, ancora non mi è passato del tutto. Però anche senza me stanno facendo davvero molto bene, sono contento del lavoro del mister, della squadra, ma sopratutto del mio perché sono entrato subito in quest'ottica e fortunatamente anche bene.

Che effetto ti potrebbe fare vincere il tuo primo scudetto da dirigente?
Così subito non è semplice, anche perché non ci pensavo minimamente, però se dovesse succedere accetterei volentieri questa novità, prima o poi spero di riuscire a vincere anche uno scudetto da dirigente.

Ti aspettavi Di Francesco così bravo?
Conoscevo l'uomo e di che stoffa fosse, come allenatore l'ho visto col Sassuolo e non pensavo fosse così bravo. Sinceramente ha anche margini di miglioramento, perché lo vedo preparato e convinto, sicuro di se stesso e penso sia la strada giusta per trovare un grande allenatore.

Con Di Francesco il tuo ultimo anno alla Roma sarebbe stato meno traumatico?
Sinceramente penso di sì, perché Eusebio avrebbe capito i modi e i tempi.

Rivedi mai i momenti del tuo addio al calcio, un attestato epico?
Ogni tanto capita, sopratutto la guardano i miei figli. Sono titubante sul guardarla o meno, però poi mi fermo con loro e penso a ogni minimo secondo di quella giornata, quella è la fine di una carriera e l'inizio di un'altra. In un giorno due cose, una bella e una brutta, che diventavano allo stesso tempo importanti.

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