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Note dolci-amare: alla scoperta della playlist scelta da De Rossi per l'addio

I 10 brani scelti da Daniele parlano di affetti con una vena di malinconia. Dagli Oasis a De Gregori, il senso è tutto in quella frase: «Dalla stessa parte mi troverai»

, di LaPresse

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28 Maggio 2019 - 13:39

«Tutto ciò che sappiamo è che non sappiamo cosa succederà, / Ti prego, fratello, lascia che sia così, / La vita d'altra parte non ci farà capire / Perché siamo tutti parte di un disegno del destino». È la traduzione del ritornello di The Masterplan, il brano degli Oasis che ha accompagnato l'ingresso in campo di De Rossi, il primo di dieci scelti dal Capitano in persona per salutare la sua gente. Una playlist accorata, i cui fili conduttori sono l'affetto e l'impossibilità di rompere certi legami. C'è, inevitabilmente, un pizzico di amarezza: la seconda canzone, Bleeding out degli statunitensi Imagine Dragons ne è un esempio lampante. «Quando il cielo diventa grigio / E tutto comincia a urlare / Io raggiungerò ciò che ho dentro / Soltanto per scoprire che il mio cuore sta battendo... / Tu mi dici di tenere duro, / Ma l'innocenza se n'è andata / E quel che è giusto è diventato sbagliato / Perché sto sanguinando per te». Trattenete voi le lacrime, se ci riuscite.

A seguire, il ritmo più hard dei Queen of the Stone Age di Josh Homme con Burn the witch fa da preludio alla bellissima Don't give up on me now ("Non abbandonatemi adesso") di Ben Harper. Una richiesta letteralmente da magone, che si apre con dei versi impossibili da fraintendere. «Il tempo apre tutte le ferite, / Non posso permettermi di perdere / Quello che troppo facilmente si butta via».

Dietro gli occhi azzurri

C'è spazio anche per i The Magnetic Fields e i Manic Street Preachers, quindi è la volta di un classico del rock, Behind blue eyes degli Who, rivisitato in tempi più recenti dai Limp Bizkit. Con Pete Townshend, chitarrista che ha scritto la canzone nel lontano 1971, Daniele condivide gli occhi azzurri. Occhi che spesso mascherano le emozioni e - solo all'apparenza - sembrano di ghiaccio. «Nessuno sa cosa significhi / Essere l'uomo triste / Dietro gli occhi azzurri... / Ma i miei sogni non sono vuoti / Come la mia mente potrebbe sembrare, / Vivo ore, in totale solitudine / Il mio amore è una vendetta che non è mai libera». Se alcuni versi suggeriscono tristezza, però, Daniele trattiene le lacrime, mostrando anzi un sorriso sincero e quasi imbarazzato mostrato agli oltre sessantamila sugli spalti. Una vena di malinconia c'è, sarebbe strano il contrario dopo una vita passata con la maglia della Roma come seconda pelle, ma la sobrietà di un saluto sentito. Che è un arrivederci, non un addio.

Perché sul concetto di eternità si basano le due canzoni che seguono: Forever dei Mumford and Sons e Sempre e per sempre di Francesco De Gregori. La prima si apre con queste parole: «So di averti turbato / E so di essere rimasto impresso nella tua mente, / Ma tu sai che ti amo / E che il nostro amore non è cieco, / Sono sicuro che i miei sogni sono con te, / Ma ne ho ancora molti altri». Difficile - impossibile - pensare che un testo del genere possa essere stato scelto casualmente. A maggior ragione con un refrain che dice più o meno tutto quello che c'è da dire: «Quindi ama con i tuoi occhi, / Ama con la tua mente, / Ama con il tuo - oserei dire per sempre». Ama con il tuo per sempre. Il magone si fa ancora più grande a due passi dalla Curva Sud, cornice di centinaia e centinaia di esultanze adrenaliniche e innamorate di Daniele, vero e proprio habitat naturale del numero 16. Sulle note di un altro romanista, Francesco De Gregori (soprannominato "il Principe" come Peppe Giannini), il Capitano si inginocchia e bacia il tartan della pista d'atletica. «Sempre e per sempre tu / Ricordati dovunque sei, se mi cercherai, / Sempre e per sempre / Dalla stessa parte mi troverai». Con Noah sulle spalle, stretto in un solo abbraccio alle donne della sua vita (Sarah, Gaia e Olivia), Ddr indugia di fronte alla Sud, quasi non riuscisse a separarsene. Perché «il vero amore può nascondersi, confondersi, / Ma non può perdersi mai».

Il cerchio si chiude con un altro brano degli Oasis, Sunday morning call, le cui ultime parole sono: «Non sono sicuro se sarà mai tutto a posto... / Sarà mai, mai, mai tutto a posto?». Una domanda che però ha già una risposta nella canzone che l'ha preceduta: sempre e per sempre, Danie'.

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