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La storia di Raspadori: alla ricerca di un centro di gravità permanente

Un calciatore moderno e versatile che non vuole più accontentarsi del ruolo di comparsa. Ma la sensazione è che ci sia ancora un passo da compiere

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Paielli
18 Dicembre 2025 - 17:17

Fino a qui tutto bene. Certo, ma potrebbe andare anche meglio. Riavvolgendo il nastro, a primo impatto, è un po' la diapositiva della storia calcistica di Giacomo Raspadori. Inizia tutto a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Anche se, precisamente, è a Castel Maggiore, nel Progresso Calcio 1919, dove Jack inizia la sua avventura nel mondo del calcio insieme al fratello maggiore, Enrico, il suo vero punto di riferimento. Classe 2000, a 9 anni arriva il primo approccio del Sassuolo: i neroverdi puntano su tutto il pacchetto Raspadori. Ma sarà solo Jack ad arrivare fino in fondo, fino all'esordio tra i grandi: prima tutta la trafila nelle giovanili, poi la Primavera (esordio contro la Roma).

Due stagioni tra i coetanei che portano a una sola risposta: il settore giovanile comincia a star fin troppo stretto al giovane attaccante. Eppure la prima volta in Serie A si fa attendere: la prima chiamata in prima squadra avviene con Iachini, nella stagione 2017-18. Ma l'improvvisa scomparsa dell'indimenticato Davide Astori ferma il calcio italiano. Raspadori, dunque, continua il suo percorso in Primavera: due stagioni, 54 presenze, 24 gol e 8 assist. L'ultima annata nel 2018-19 da protagonista e da capitano gli consente di esordire, finalmente, tra i grandi: in occasione dell'ultima giornata di campionato, sotto la guida di Roberto De Zerbi

Ed è proprio il tecnico a volerlo aggregare in pianta stabile in prima squadra nella stagione successiva. Il potenziale è evidente, pronto ad esplodere da un momento all'altro. Un centravanti atipico, brevilineo e agile. Non a caso, l'idolo di sempre è Sergio Aguero. Nella stagione 2019-20, Raspadori registra 13 presenze e 2 gol, di cui il primo in assoluto contro la Lazio. La vera svolta arriva nel 2020, l'anno della maturità (6 gol in 28 partite): Jack è la riserva di Ciccio Caputo e riesce a ritagliarsi spazi importanti anche e soprattutto per la sua versatilità: non solo centravanti, ma anche seconda punta e all'occorrenza ala d'attacco.

Intanto, contestualmente alla crescita col club, arriva la crescita in Nazionale. Il percorso è simile: tutta la trafila delle giovanili, fino al debutto in Nazionale Maggiore. Ma, soprattutto, la vittoria dell'Europeo con l'Italia di Roberto Mancini (per Jack una sola presenza contro il Galles) e il primato come secondo azzurro più giovane di sempre ad aver vinto l’Europeo (dietro solo a Pietro Anastasi).

Fresco di festeggiamenti in Nazionale, l'ultimo anno a Sassuolo non può che essere quello della conferma: Giacomo è pronto per una grande squadra. Raggiunge la doppia cifra di gol, contribuendo anche con 5 assist. Ma soprattutto, arriva la chiamata del Napoli. Il primo anno di lavoro con Luciano Spalletti porta alla vittoria dello Scudetto, su cui Jack, pur non avendo mai vestito il ruolo di titolare fisso, mette una firma pesantissima nello scontro diretto in casa della Juventus. Chiude la sua stagione con 6 gol (di cui 4 in Champions League) e 5 assist. Nella sua seconda stagione, Raspadori vive come tutta la squadra un momento di difficoltà dovuto ai tanti cambi in panchina. Paradossalmente, la seconda delle tre annate passate in Campania, resta quella dove Jack trova più spazio in campo. Lo score finale è di 6 gol e 3 assist. Ma la sensazione è che potrebbe essere molto più di quanto raccolto. Un triennio sicuramente vincente e con numeri molto simili: anche il terzo anno, quello che porta al secondo Scudetto in 3 anni, sembra essere la stessa fotografia. Con Conte, Giacomo realizza ancora una volta 6 gol. Ma il minutaggio non migliora. Anzi, cala. E la voglia di sentirsi protagonista si fa sempre più incessante. 

Fino a qui tutto bene, sì, ma c'è qualcosa che manca. Due scudetti e un Europeo a soli 25 anni. Ma Jack non vuole accontentarsi. Non lo ha fatto dal principio, quando nonostante la strada spianata nel mondo del calcio, ha scelto di continuare il suo percorso di studi iscrivendosi alla facoltà di Scienze Motorie dell'Università di Bologna. E non intende farlo neppure dopo tre anni di successi e trofei. C'è tanta voglia di dimostrare. Una vera e propria necessità. Per farlo, Raspadori coglie immediatamente l'occasione Atletico Madrid. Tuttavia, in Spagna non riesce a trovare ancora quella continuità che vorrebbe e che meriterebbe: solo 13 presenze, 2 gol e un assist in 4 mesi. E chissà che non possa ritrovarsi proprio nella squadra che per lui ha significato diverse "prime volte", dall'esordio in Primavera col Sassuolo alla fascia da capitano dei neroverdi. Jack cerca un centro di gravità permanente. Ma forse c'è ancora un passo da compiere. 

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