12 mesi dopo e il mondo al contrario
Un anno fa il black-out con Juric. Risultati, società e prospettive: a Roma è cambiato tutto

(GETTY IMAGES)
Stessa storia, stesso posto, stesso Var. Non è e non sarà mai il grande Real, ma da Firenze a Firenze se quello della Roma non è uno degli anni d’oro cantati dagli 883 poco ci manca. Perché sì, è lo stesso posto, sì, c’era anche la coincidenza dello stesso Var (Chiffi), ma no, da Fiorentina-Roma 5-1 a Fiorentina-Roma 1-2 non solo non è la stessa storia, ma è cambiato tutto.
Partendo dall’umore dei trecento che domenica sera, dopo aver riempito il mini-formaggino del Franchi a capienza ridotta causa lavori, hanno fatto rientro nella Capitale dopo altri tre punti conquistati. Chi in macchina, chi col treno, avranno ripercorso nella loro mente le azioni della partita, la rimonta in 8 minuti e la festa finale. Tutto al contrario rispetto al 27 ottobre di un anno fa, col settore che restò per gran parte fuori dal Franchi per problemi con le forze dell’ordine, facendo poi ritorno anticipato a Roma e aspettando, per un confronto, la squadra a Termini. Più in generale, quello era il periodo della contestazione aperta alla società, dopo l’esonero a De Rossi, con lo stadio che passò dai sold out ai seggiolini vuoti per protesta. Oggi l’amore, mai sopito ma messo a dura prova, è di nuovo nel pieno del suo splendore. E per fortuna, perché la Roma è andata bene sempre e solo quando ha avuto la gente al suo fianco.
Poi, ovviamente, ci sono i risultati. Quella fredda sera di fine ottobre certificò un inizio di campionato disgraziato, con la Roma inchiodata a 10 punti. La discesa, senza freni, proseguì ancora per qualche settimana, fino al misero bottino di 16 punti dopo 16 giornate, con la zona retrocessione “lontana” due punti. La risurrezione calcistica della Roma arrivò soltanto nel 2025, con un rendimento da record sotto la guida di Ranieri e una qualificazione Champions sfiorata. Nell’anno solare la Roma è prima, nel campionato iniziato ad agosto pure. Cinque vittorie in sei giornate. L’obiettivo, ovviamente, rimane quello di tornare tra le prime quattro. La partenza, però, non si può sottovalutare, così come la continuità rispetto alla scorsa primavera, nonostante il cambio in panchina.
E, a proposito della guida tecnica, andiamo a toccare l’ultimo punto del tutto che è cambiato in un anno dalle parti di Trigoria. Dodici mesi fa c’era Juric, mai entrato in sintonia con la squadra ma, soprattutto, lasciato da solo vista la cacciata dell’unica dirigente (Souloukou) che l’aveva voluto a Roma, dopo aver suggerito ai Friedkin di far fuori De Rossi. Il vuoto societario, che non poteva essere colmato dal solo Ghisolfi, si manifestò nel silenzio dopo quel 5 a 1. Quella sera l’unico a parlare, seriamente, fu Pellegrini. Oggi, in panchina c’è Gasperini, scelto dal suo predecessore Ranieri, ora dirigente, e coadiuvato dal ds Massara. Stesso posto, stesso Var, ma la storia è un’altra, come la Roma.
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