Ospiti a chi? La Sud chiama, Pellegrini risponde e Roma gode
All'Olimpico dominano i Romanisti. Il «bentornato» a Lorenzo 2' prima del gol. Coreografia e citazione alle satire di Orazio, sotto la canzone di Pato. Koné guida la festa dopo il 90’

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Lazio-Roma, ma solo per la schedina. Che la Sud abbia deciso di giocarlo, questo derby, lo si capisce già durante il riscaldamento, quando sovrasta i decibel del concerto, a metà tra Oasis e Achille Lauro, che la società di Lotito ha ormai adottato come parte integrante del prepartita. La musica vera, però, deve ancora arrivare. In anticipo rispetto all’ingresso in campo delle squadre, escono allo scoperto prima loro con la coreografia, richiamando a una tradizione che poi si sarebbe tradotta in campo col solito gol di Pellegrini sotto la Nord, ma ci arriviamo con calma.
Quando i 22 salgono le scalette per calpestare il prato verde, la Sud risponde al segnale lanciato dalla bandiera di Antonio De Falchi e si mostra nel suo splendore. Da una parte la citazione delle Satire di Orazio: «Lupus dentibus petit». Tradotto: «Il lupo assale con i denti». Nell’altra metà di curva, un lupo a bocca spalancata, circondato dai colori di Roma, nessun pantone, nessun dubbio rispetto a chi deve ancora scegliere tra celeste, azzurro e blu quale accostare al bianco. In basso, la scritta: «Coraggio Lupetto, attacca di più... distruggili tu!». Anche questa una citazione, se volete più alta e colta, di Pato e della sua “Roma Gol!”.
Ospiti a chi? Mentre Sozza si prepara a dare il via al derby, dalla Sud risuona il nostro inno, che arriva chiaro ai giocatori in campo e alle tribune tutto intorno, interrotto solo dal minuto di silenzio per Matteo Franzoso, giovane sciatore scomparso in settimana. «Roma, Roma, Roma, core de ’sta città» e il cuore, in campo, la Roma ce lo mette da subito, indirizzando l’inerzia della partita nei binari giusti, sospinta dal fiato della Sud alle sue spalle. Intorno al 35’, il gruppo Roma mostra uno striscione: «Bentornato Capitano!». Il riferimento è a Pellegrini. Passano due minuti, Lorenzo dal limite batte Provedel. È 1 a 0 per noi e così sarà fino alla fine. È il suo quarto gol contro la Lazio, tutti sotto la Nord. In faccia ai maligni e ai superbi.
In campo sfioriamo il raddoppio e rischiamo poi di vederli pareggiare, ma sugli spalti ormai la lotta è impari. La gente romanista canta senza sosta, con i soliti striscioni sfottò: «Un mercato senza pretese? Tranquilli, c’è Porta Portese», «Parli di fusione, parli di pantone, ma ti scordi che sei nato da podista su un barcone» e ancora: «A mali estremi, vai a piagne da Gualtieri». Finisce con Koné e Mancini sbandieratori, Pellegrini in Curva. È il pranzo domenicale tra romanisti.
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