AS Roma

La Nazionale privata

Oltre Mile diversi gli episodi nella storia della Roma: dal “fuggitivo” Istvan Nyers a Fuffo Bernardini e Amadei (convocato invece dopo il trasferimento all’Inter), fino a Santarini

PUBBLICATO DA Vittorio Cupi
09 Settembre 2025 - 07:00

Potrebbe giocare in qualsiasi nazionale al mondo, ma non gioca in nessuna. Mile Svilar, nato ad Anversa da famiglia serba, ha scelto di giocare per il Belgio ma non può farlo a causa di un ginepraio burocratico in cui si è trovato per aver giocato un’amichevole con la maglia della Serbia. E così durante la sosta per le nazionali è sempre a Trigoria ad allenarsi. Storia particolare, non l’unica di rapporti difficili tra giocatori della Roma le rappresentative nazionali. E se il Belgio ci richiama alla mente Nainggolan, che con i “diavoli rossi” ha giocato molto meno di quanto avrebbe meritato a causa di rapporti difficili con il Ct dell’epoca Roberto Martinez, la vicenda di Svilar richiama alla mente quella di István Nyers. Nato in Francia, aveva preso la cittadinanza del padre ungherese che si era trasferito in Alsazia per lavoro. Attaccante pieno di talento, era una stella dell’Ujpest e avrebbe fatto parte a pieno titolo della “squadra d’oro”, cioè l’Ungheria che ha dominato il calcio nei primi anni 50. Ma non fu mai compagno di squadra di Puskás e Hidegkuti perché nel 1946 scappò a Praga per poi raggiungere la Francia e giocare nello Stade Francais. Lo aveva selezionato Helenio Herrera. Già non era considerato il massimo dell’affidabilità, perché a Praga era già fuggito una volta per fare la proposta di matrimonio (accettata) alla sua fidanzata Anna. Ma quella vicenda gli fece perdere la nazionalità ungherese. Chiese invano quella francese e continuò da apolide una carriera che lo avrebbe portato poi all’Inter e per due anni alla Roma, tra il 1953 e il 1955. Classe sopraffina, discontinuo, capace di rimesse laterali anche da 40 metri, tanti i racconti su di lui. Da quando volle entrare in un derby riserve e lo ribaltò facendo vincere la Roma, a un rigore tirato passandosi la palla con Ghiggia in un’amichevole al Flaminio, a una tripletta fantastica contro il Novara.

Tornando in Italia, non mancano romanisti che avrebbero meritato più spazio in Nazionale. Il caso più celebre resta quello di Fulvio Bernardini, escluso dalla Nazionale nel 1932 da Vittorio Pozzo con la scusa che era troppo più intelligente rispetto agli altri calciatori. Più prosaicamente, il Ct voleva nel suo ruolo qualcuno che assicurasse più copertura. E così dopo il bronzo olimpico nel 1928, “Fuffo” fu privato dei titoli mondiali del 1934 e 1938. Incredibile anche l’ostracismo per Amedeo Amedei, che sparì improvvisamente (e invece Pruzzo patì praticamente per tutta la carriera) appena il “Fornaretto” passò all’Inter. L’anomalia era talmente palese che al momento della cessione alcuni tifosi romanisti erano contenti per lui, perché così almeno avrebbe potuto giocare in Nazionale. Cosa che effettivamente avvenne subito dopo. Oggi se un calciatore non va in Nazionale un tifoso è quasi contento, temendo infortuni. Ma per tantissimo tempo si “tifava” per le convocazioni. Almeno fino al “Gioca bene, gioca male, lo vogliamo in Nazionale”, che si cantava per Damiano Tommasi, che in azzurro poi ci finì sul serio, a differenza di Agostino Di Bartolomei, “chiuso” (e fermo alle giovanili) dai top del momento.

Nel 1978 in molti rimasero delusi dalla mancata convocazione di Santarini al Mondiale in Argentina, da cui si uscì con la convinzione che se Paolo Conti, unico romanista convocato, avesse giocato la semifinale col Brasile al posto di Zoff, forse non avrebbe preso i due gol che costarono all’Italia la finale. Se c’è stato un portiere che avrebbe meritato di più, sicuramente è stato Franco Tancredi, al quale fu inspiegabilmente, e con scarsi risultati, preferito Giovanni Galli a Messico 1986. Dieci anni dopo, quando la Roma acquistò il difensore argentino Roberto Trotta, qualcuno si chiese: “Come mai non gioca con la nazionale argentina?”. La risposta che fu data era: “Ha litigato con il clan del Ct Passarella”. Forse non era vero.

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