AS Roma

Pisilli: "Essere allenato da Gasperini è motivo di orgoglio"

Il centrocampista giallorosso ha risposto alle domande dei giornalisti direttamente dal ritiro della Nazionale Under 21

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
02 Settembre 2025 - 17:47

Niccolò Pisilli ha risposto alle domande dei giornalisti dal ritiro dell'Under 21, analizzando il suo rendimento in Nazionale e le sue prestazioni con la Roma. 

Queste le sue dichiarazioni:

Cosa pensi di questo nuovo inizio con l'Under 21, con un tecnico come Baldini?

"Ci sono stati tanti cambiamenti. E' cambiato quasi tutto il gruppo, siamo in quattro, se non sbaglio, dall'ultimo Europeo. Però devo dire che si respira un'energia molto positiva, stiamo bene e questo è l'importante. Le nazionali Under ci fanno imparare a conoscere tra noi e penso che questo sia molto positivo, perché una volta che si viene qui si intrecciano più gruppi, ma bene o male ci si conosce tutti. Questo aiuta l'integrazione. Il mister ovviamente è nuovo e dobbiamo essere bravi a recepire le sue informazioni, svolgere al meglio; per il resto siamo orgogliosi di essere qui e carichi per giocare".

Sei un veterano dell'azzurro. Quali sono al giorno d'oggi le maggiori differenze che si vedono tra i vari step della Nazionale?

"Ogni nazionale è differente. Ogni categoria ha una competizione diversa: più si cresce, più si alza il livello e più è difficile confermarsi in Nazionale. Perché sono entrato in Under 18 e dalla prima convocazione sono cambiate tante persone. Ma è un onore venire qui, rappresentare l'Italia, è il sogno di ogni bambino; che sia U20, U21 o Nazionale maggiore, è sempre un grande orgoglio".

Ieri si è parlato col Ct del fatto che a volte si fa fatica a trovare spazio per i talenti italiani. Tu invece sei un ragazzo che ha avuto la bravura e l'abilità di essere riuscito a importi in una squadra che ti ha fatto crescere. E' davvero così difficile? E quanto è importante essere in un club importante, con obiettivi importanti, che dà la possibilità di esprimersi?

"E' molto importante. Non è un discorso solo per gli italiani: penso che giocare per alcuni club sia più difficile rispetto a giocare per altri. Per quanto riguarda me, ho sempre desiderato giocare per la Roma, sono cresciuto nella Roma e ho potuto realizzare questo sogno. Esserci riuscito è un motivo di grande orgoglio. Ma è anche una responsabilità: ogni giorno devo migliorarmi per poter giocare nella gara successiva".

Che gara ti aspetti col Montenegro?

"Sarà tosta. Quando si affrontano avversari in campo europeo, sono sempre partite molto toste, fisiche, con grande intensità. Dobbiamo interpretarla bene, scendere in campo con l'umiltà giusta, poi vedremo".

Quanto ti fa pensare bene avere ora nel club un tecnico come Gasperini, che ha valorizzato tanti ragazzi?

"Sono molto contento di avere un mister così bravo, che è riuscito a tirare fuori il meglio da tanti giocatori. E' motivo di grande orgoglio, posso impegnarmi ogni volta negli allenamenti e so che dall'altra parte ho un mister disposto a migliorarmi. E che è molto, molto valido".

Una curiosità: col passare del tempo hai capito qual è il ruolo che hai più nelle corde?

"Io ho sempre giocato come mezzala nel settore giovanile, tranne quando ero piccolissimo, quando facevo il play. Sono cresciuto come mezzala, poi ogni allenatore ha un modo di interpretare il calcio diverso e io devo essere bravo a fare quello che ognuno di loro mi chiede. Perché poi, al di là del ruolo, ci sono concetti che ogni allenatore cerca di esprimere. Ognuno deve essere bravo a recepirli e a trasformarli in campo".

Hai capito qual è il tuo ruolo? Ti sei fatto un’idea su quale sia il percorso da intraprendere nel futuro?

“Io ho sempre giocato mezz’ala nel settore giovanile, da piccolo giocavo come play. Il ruolo con il quale sono cresciuto è quello poi ogni mister ha un’interpretazione tattica diversa e io devo essere bravo a cercare di fare quello che mi chiede, perché poi ci sono i concetti che ogni allenatore cerca di esprimere e ogni giocatore deve essere bravo a recepirli”.  

Hai fatto una stagione con 40 presenze, cosa ti ha lasciato questo percorso nella passata stagione con la Roma e in Nazionale?

“Lo scorso anno è stato il mio primo tra i grandi e aver giocato così tanto è stato un po’ inaspettato. Più giochi più prendi confidenza, dovevo vedere anche io se ero a quel livello. Quando ho visto che potevo starci, ho cercato di imparare il più possibile perché alla Roma ti alleni con gente veramente forte e da chiunque puoi imparare qualcosa, anche con situazioni dalla panchina e questo ti aiuta a crescere”. 

Dopo la gara con la Spagna in Under 21 ti si illuminavano gli occhi, cosa ti ha dato quell’esperienza? Sugli studi?

“Parto con gli studi, spero di accelerare quest’anno, a volte sono un po’ troppo pigro e ne sono consapevole. Sull’Europeo è stata una bellissima esperienza ed era un gruppo veramente molto bello e anche in campo abbiamo fatto belle partite. La gara in cui siamo usciti è stata decisa da episodi e questo ci ha lasciato una cicatrice ma questo ci stimolerà per il prossimo Europeo”. 

Qual è il centrocampista che ti ha insegnato di più?

“Quelli con cui mi alleno sicuramente ma anche altri centrocampisti con cui ho giocato contro: penso a Mctominay, Rejnders, quest’anno ci saranno De Bruyne e Modric e questo ti fa crescere per forza, perché tu vedi loro che stanno a un livello molto più alto e tu capisci come si arriva a questo livello”.

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