Quel sistema nervoso che blocca e impedisce le trasferte al tifoso
Per una banale questione di omonimia è stato precluso il rinnovo della tessera

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Non sempre modernità fa rima con praticità. E nel caso di Andrea Carboni, tifoso romanista di vecchia data, l’assonanza è più che altro con difficoltà. Come quelle che ha riscontrato nel tentativo di compiere un atto banale, eppure mai così complesso: il rinnovo della Fidelity Card, che permette di acquistare i biglietti quando la Roma gioca in trasferta. Si compila un form, si riceve la tessera e si può partire. Facile, no? Non sempre. Non per Andrea, che dopo qualche anno lontano dalla squadra del cuore per motivi di lavoro ha provato a colmare le distanze, seguendo le prescrizioni necessarie.
Il primo tentativo porta la data del 29 novembre 2021: lui è a Bologna, dove qualche giorno dopo sarà di scena la Roma. Ha una vecchia tessera del tifoso, segue la prassi per rinnovarla ma il sistema segnala un codice errore con tanto di specifica. “La tessera non è stata registrata”. A quel punto Andrea chiede lumi ad altri tifosi «Devi andare a fare il rinnovo, mi hanno detto - racconta a Il Romanista - Penso non ci sia alcun problema, devo solo seguire la procedura. Alla fine della compilazione però mi appare “problema di omonimia”, come se ci fosse un altro Andrea Carboni. Vado al Roma store di piazza Colonna a chiedere come risolvere, mi forniscono un numero: chiamo, dal centralino sono gentilissimi, mi assicurano che il problema si può risolvere, basta mandare una mail». Detto fatto, Andrea scrive all’indirizzo fidelitycard@vivaticket.com, ma la risposta non arriva mai. E così via, diverse altre volte. Fino a Cagliari-Roma, esordio della scorsa stagione. Il risultato è sempre lo stesso: nessuno. Con nessuna risposta come ulteriore beffa. Abbonato per anni, fedina penale pulita, eppure impossibilitato a seguire la Roma in trasferta per un banale caso di omonimia, risolvibile in pochi istanti con altri dati personali. Qualcuno arresti il sistema e gli restituisca la gioia.
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