Appena un anno per poi dirsi addio: Ghisolfi e quel feeling mai sbocciato
La cattiva gestione del rinnovo di Svilar e la cessione congelata di Angeliño in Arabia Saudita le cause scatenanti della decisione maturata

Era arrivato a Roma nemmeno un anno fa, in una calda serata di giugno: nessuno ad attenderlo a Fiumicino, se non una macchina della società. Ma se non fosse stato per il cronista de Il Romanista, del suo arrivo nella Capitale non ci sarebbe stata traccia. C’erano ancora beghe contrattuali da sistemare con il Nizza, motivo per il quale la Roma lo tenne praticamente nascosto per giorni. Se n’è andato, circa 379 giorni dopo, più com’era venuto: in silenzio, uscendo di scena senza far nemmeno troppo rumore. Lo avevamo lasciato sorridente e in prima fila nel fare da cicerone, per i corridoi di Trigoria, al nuovo tecnico giallorosso, Gian Piero Gasperini: dodici giorni dopo uno stringato comunicato del club lo ringraziava per il lavoro svolto, invitandolo a liberare, più o meno in fretta, la sua scrivania.
Rimane complesso rintracciare la singola motivazione per la separazione con il ds francese: indiscrezioni parlano di una proprietà piuttosto infastidita dalla gestione della trattativa per il rinnovo di Mile Svilar (ripresa per i capelli dalla diplomazia di Claudio Ranieri) e dal congelamento della cessione di Angeliño in Arabia Saudita, partenza che avrebbe sistemato anche il bilancio e le esigenze finanziarie da registrare entro il 30 giugno.
In realtà si è forse trattato di un rapporto che non ha mai avuto modo di decollare: dalla partenza ad handicap in ritardo, cercando in fretta e furia di ambientarsi, imparando la lingua e provando a consegnare a De Rossi la Roma che sognava. Scontrandosi però con l’ingombrante presenza dell’ex CEO Lina Souloukou. Con l’uscita di scena della dirigente greca, Ghisolfi ha provato a supportare Juric (scelta non sua) prima di dover capitolare e accogliere a Trigoria Claudio Ranieri. Sembrava quello il punto di svolta, a stretto contatto con l’esperto timoniere e pronto a conquistarsi la fiducia della proprietà.
Ma il mercato di gennaio e le ultime vicende già citate non hanno invece convinto, al netto di una serie di difficoltà comunicative “tamponate” dalla sapienza di Ranieri. Appena un anno per dirsi addio, per stringere la mano a Gian Piero Gasperini, partecipare a qualche riunione di un mercato che, però, non farà lui ma Massara.
Tanti saluti Florent, non c’è stato forse nemmeno il tempo di conoscersi davvero.
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