AS Roma

Il racconto della stagione di Celik: Zekino d’oro... e rame

Una preziosa risorsa a fasi alterne: non troppi alti e tanti bassi, ma piena disponibilità 43 presenze e 9 forfait per infortunio, insieme al 1º gol con la Roma. Annata dalle due facce

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Sergio Carloni
05 Giugno 2025 - 08:00

Alti (non troppi) e bassi (tanti). Un grafico che oscilla, più di tutto, rappresenta la stagione 2024-25 di Zeki Celik. A tratti risolutivo, anche se incostante e a fasi alterne incerto. Non un baluardo della difesa della Roma; più una riserva fatta titolare, risollevata, con tutte le limitazioni del caso. E utile alla causa. Perché quando c’è stato bisogno, lui ha risposto presente sacrificandosi e garantendo copertura. E utile lo è stato in più momenti, Zeki: è partito da laterale nella difesa a quattro di Daniele De Rossi durante le prime quattro presenze stagionali e, dopo l’esonero di DDR, ha proseguito da braccetto nella retroguardia a tre promossa da Ivan Juric. E, successivamente, da Sir Claudio Ranieri. L’evoluzione è stata evidente, al passo con quella del resto della squadra. Senza lasciarsi alle spalle, però, qualche sbavatura di troppo in fase difensiva e comunque ridondante.

Resta indubbia, a posteriori, la sua centralità nel reparto arretrato. Soprattutto quello di Claudio Ranieri. Anche se, a dir la verità, si è portato al centro con chiunque lo abbia allenato nel corso dell’anno travagliato. Le 43 presenze tra Serie A, Coppa Italia ed Europa League, supportate da una rete (la prima in maglia giallorossa) e tre assist, ne sono la dimostrazione. La prima apparizione arriva in quel Cagliari-Roma di metà agosto: preludio di una stagione complicata per i giallorossi, dalle due facce per Celik. Dietro argina come può, in fase di spinta risulta più o meno impacciato. Peggio fa alla seconda e con la Juve mostra irrequietezza anche in possesso. Poi, dopo il Genoa, la lenta risalita, ai limiti della sufficienza e con errori grossolani qua e là. Anche casi eclatanti, un po’ isolati. Come il clamoroso 2 rifilato da Il Romanista in seguito alla debacle con la Fiorentina: causa un “non rigore”, perde palla sul 3-1 e cede alla conduzione di Bove sul poker. Sintomo di una presa di coscienza totale che tarda ancora ad arrivare. Poco male: si avvererà con Sir Claudio.

Segue una sufficienza col Toro. Poi tre note stonate (per non dire stonatissime) con Verona (5,5), Union SG (5) e Bologna (4). Nell’ultima di Juric. Con Ranieri, il turco torna a concedersi una bozza di sorriso. C’è quella prestazione irriguardosa in casa del Como, ma da lì in poi diminuiscono le insufficienze. Certo, quel 5 col Milan rovina una media già di per sé non ottima. Ma rende alla grande col Venezia e a Oporto trova per la prima volta la gioia del gol: è la sua miglior gara nel 2024-25, con un 7 pieno. Dopodiché, fa bene anche con Parma e portoghesi, al ritorno in Europa League. Prestazioni tinte di sicurezza nei propri mezzi ed efficacia difensiva. Un finale in crescendo e dettato da una fiducia ritrovata.

Fattori che tornano minimamente a calare contro Juventus e Atalanta. Nelle altre gare restanti si difende bene e con la Fiorentina sforna un’altra performance convincente. Al contrario di quanto accaduto all’andata. Conseguenza di un calciatore di nuovo sulla retta via: e il merito, forse, va a Ranieri. “Semplicità”, in questo caso, è la parola chiave. Quella del tecnico. Quella di Celik. Che quando c’è, gioca quasi sempre. Poche le volte in cui non scende in campo: quattro per scelta tecnica; altre cinque per influenza e infortuni. Come quella lesione alla coscia che non gli permette di scendere in campo  contro l’Athletic Club, forse pregiudicando l’annata della Roma. Mezza storta, mezza diritta. Con alcuni curvoni percorsi con troppa fretta, altri rettilinei presi alla leggera. Ma il calcio è anche questo. Sorprese, delusioni. Storie di rivalsa personale. Un po’ come quella di Zeki. In attesa di scoprire cosa riserverà il futuro.

(2/continua. Precedenti uscite: 1: Svilar, 4 giugno 2025)

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