La Roma è quinta: 2-0 al Torino, viva Ranieri
Un gol per tempo e passa la paura. Per 36 minuti accarezzata la Champions League

(GETTY IMAGES)
Fino all’ultimo minuto dell’ultima partita, lo aveva annunciato Ranieri sin dal suo insediamento, lo ha fatto la Roma, vincendo ieri a Torino per chiudere un fantastico ciclo di partite con tre sole sconfitte (due volte con l’Atalanta, una col Napoli campione d’Italia) e una serie infinita di vittorie, tali da trasportare la Roma a fine campionato al quinto posto, buono solo (purtroppo) per l’Europa League: ma per 36 minuti (18 nel primo e 18 nel secondo), è stata accarezzata anche l’ipotesi del quarto posto e quindi della qualificazione alla Champions League, negli intervalli della sfida di Venezia in cui la Juventus non era in vantaggio quando lo era la Roma. A segnare le due reti, una per tempo, Paredes su rigore e Saelemaekers di testa su assist di Soulé, a raccontare di una sfida senza storia. Due anche i pali, di Shomurodov al primo minuto e di Soulé nella ripresa.
Ranieri aveva provato a sorprendere Vanoli con uno schieramento inedito, un 433 più simile in verità al 4321 per via delle posizioni piuttosto accentrate degli attaccanti di contorno a Shomurodov, e cioè Soulé nel centro destra e Saelemaekers nel centro sinistra, comunque qualcosa di molto diverso del 352 delle ultime versioni (ma a volte a difendere si riformava la linea a 5). I giocatori sono stati però gli stessi anti-Milan, con Celik e Angeliño terzini di propulsione, Mancini e Ndicka difensori centrali, Cristante e Koné mezzeali con Paredes in cabina di regia e i tre attaccanti davanti. Sorpreso come dicevamo Vanoli, con l’atteso 4231 con Dembelé, Maripan, Masina e Biraghi in difesa, i giovani talenti Ricci e Casadei in mediana, Lazaro, Vlasic e Elmas davanti alle spalle di Adams. La Roma ha aggredito gli avversari sin dal fischio d’avvio, col Toro che presumibilmente aveva studiato delle contrapposizioni tattiche diverse da quelle che si è trovato a fronteggiare, con Celik avanzatissimo in fascia destra, a creare con Cristante e Soulé una catena di destra assai offensiva, a sfondare ripetutamente l’argine per una conclamata superiorità numerica. Il primo tiro è arrivato quando non era stato ancora neanche completato il primo giro di lancette, ed è stato Shomurodov ben imbeccato in un taglio a sinistra da Angeliño a calciare sull’esterno del palo da posizione assai defilata (niente di preoccupante per Milinkovic-Savic, comunque il diciassettesimo palo colto dalla Roma in questa serie A). Dopodiché il pubblico romanista arrivato comunque a Torino a dispetto del settore ospiti chiuso per disposizione ministeriale ha esultato per la notizia proveniente dal Penzo di Venezia con il gol del vantaggio della squadra di Di Francesco con la Juventus: con un gol della Roma il sorpasso virtuale poteva essere conclamato. Ci ha provato al 7’ Paredes, calciando alto di poco, poi al 10’ il tentativo è stato di Soulé, ma il suo sinistro a giro è finito piuttosto distante. Al 15’ un’azione insistita da Saelemaekers intorno al vertice dell’area di rigore avversaria è stata fermata con un ingenuo intervento del giovane Dembelé davanti agli occhi di Di Bello che non ci ha messo troppo a indicare il dischetto: poi il Var ha confermato il pestone del ventunenne francese. A calciare è andato lo stesso Paredes, per il vantaggio che, adesso sì, mandava la Roma al quarto posto della classifica, almeno per un po’. Come spesso è accaduto quest’anno, dopo il gol la Roma ha abbassato il suo baricentro, rinunciando a quelle belle folate a ranghi compatti dei primi venti minuti. Di fronte peraltro il Toro è sembrato giocare quasi per obbligo e poco per piacere. Al 21’ un doppio errore di Soulé (prima tattico, a favorire la discesa sulla sinistra d’attacco granata, poi tecnico con un colpo di testa all’indietro sbagliato) ha favorito una conclusione di Ricci fuori misura. Al 23’ una splendida apertura di Cristante per Celik nello spazio ha creato le premesse per la conclusione di Koné, bravo a farsi trovare sullo scarico, deviata in corner da una tibia di Biraghi. Al 25’ è arrivata la notizia del pareggio della Juventus, al 32’ il vantaggio bianconero: il sogno Champions sembrava esser durato appena 18 minuti. Nel frattempo il Toro ha ripreso fiducia e un errore di Ndicka ha favorito un sinistro di Dembelé deviato in corner da Celik. Al 31’ Shomurodov ha rifinito male un 3 contro 3 che pareva molto interessante, al 35’ Soulé ha calciato malamente da ottima posizione: errori di sufficienza di cui la Roma avrebbe potuto pentirsi. Al 39’ l’ultimo atto del primo tempo è stato un destro di Vlasic dritto tra le braccia di Svilar.
Nella ripresa la Roma ha avuto l’accortezza di segnare presto per potersi poi accomodare idealmente in poltrona in attesa di qualche buona notizia dagli altri campi. È stato Soulé a suonare la carica, prima con un assist per Paredes (diagonale fuori), poi con un cross perfetto per Saelemaekers che è scivolato alle spalle di Dembeleé e fuori dalla portata di Lazaro e di testa ha deviato a fil di palo, con Milinkovic-Savic fermo a guardare.
Subito dopo è arrivato il 2-2 del Venezia e l’atmosfera è diventata più elettrica. Sul campo la gara è sembrata abbastanza indirizzata anche perché il doppio vantaggio ha liberato la Roma dalla necessità di difendere ad oltranza e sono arrivate diverse occasioni per il terzo gol. Al 12’ ci ha provato ancora Soulé, fermato da Milinkovic. Al 14’ Paredes, nella comoda posizione di play tra i due centrali, ha ispirato Angeliño che ha scambiato la palla con Saelemaekers (che gliel’ha restituita con un colpo di tacco no look) e ha crossato sul secondo palo, appena troppo profondo per Shomurodov. Vanoli ha inserito i giovani talenti Perciun (subito al tiro su Svilar) e Gineitis, Soulé ha continuato lo show colpendo una traversa su un gran sinistro a giro al 20’. Poi altri cambi, El Shaarawy per Shomurodov per la Roma, Linetty e Walukiewicz per il Toro, prima del nuovo vantaggio della Juventus che ha bloccato qualsiasi velleità di quarto posto (mentre la Lazio si suicidava col Lecce perdendo anche la possibilità di qualificazione alla Conference League). Nel finale la Roma sfiorava ancora il gol prima con Cristante di testa, poi con Angeliño di piede, entrambi fermati da Milinkovic. Il tempo per Vanoli di far esordire il 2006 Gabellini in serie A che la Roma ha triplicato con un’altra azione fantastica passata da Koné ad Angeliño per Cristante che di piatto ha trovato il gol sotto l’incrocio dei pali, tutto vanificato dal Var per la posizione irregolare del terzino spagnolo. La partita è finita lì, tre minuti dopo gli ingressi buoni per il timbro di giornata per Rensch, Pisilli, Baldanzi e addirittura Hummels, poi festeggiato dai compagni per il suo addio al calcio.
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