Gianluca da leader: 'sto Mancio pò esse ferro e pò esse piuma
Con la Roma ha ottenuto tre vittorie in casa dei granata. Per l'ultima di campionato, senza Pellegrini, sarà capitano e guiderà i compagni in una gara che vale tutto

Gianluca Mancini esulta dopo il gol al Milan di domenica scorsa (GETTY IMAGES)
L'ultima di campionato all’Olimpico Grande Torino evoca bei ricordi a Gianluca Mancini, che domenica sera guiderà i compagni da capitano nell’atto finale di una stagione tormentata, ma che può ancora regalare sorprese alla Roma di Ranieri. Mancio era in campo in quel 20 maggio 2022 in cui i giallorossi (all’epoca allenati da Mourinho) batterono 3-0 i granata grazie alla doppietta di Abraham e al gol di Pellegrini, qualificandosi aritmeticamente in Europa League. Qualificazione che sarebbe poi stata in qualche modo ribadita dalla vittoria, cinque giorni più tardi, della Conference League a Tirana.
Non solo: il numero 23 ha vinto altre due volte in casa del Torino, da quando è nella Capitale. La prima risale al 29 luglio 2020, penultima giornata di un campionato assai atipico, condizionato dalla pandemia di Covid-19: anche in quel caso, grazie al 3-2 firmato Dzeko, Smalling e Diawara, i giallorossi misero al sicuro il quinto posto in classifica, e quindi la qualificazione a un’Europa League che ci avrebbe poi visto arrivare in semifinale. Il successo più recente, invece, è datato 8 aprile 2023: un rigore in avvio di Dybala bastò a piegare il Torino, all’epoca allenato da Juric.
Tre vittorie totali a casa loro, per Gianluca, che domenica sera guiderà i suoi compagni in un match cruciale per la Roma: vista l’assenza per infortunio di Pellegrini, il centrale ex Atalanta vestirà la fascia di capitano giallorosso per la 64esima volta dal primo minuto. Ma non sono certo i gradi a stabilire la sua personalità, la sua attitudine alla leadership e il suo peso all’interno dello spogliatoio. Fin dal suo arrivo, nell’estate del 2019, e sempre di più di anno in anno, Mancini è maturato calcisticamente e caratterialmente, diventando un punto di riferimento non soltanto per i compagni e per i tecnici, ma anche per i tifosi, grazie all’attaccamento che ha sempre dimostrato a questa maglia. La posta in palio, contro la squadra di Vanoli, è alta: conquistata aritmeticamente l’Europa per la prossima stagione, ora resta da capire quale competizione disputeremo. E Mancini, che in Champions League non ha mai giocato, spera - così come tutti i romanisti - che da Venezia Di Francesco possa fare il miracolo.
Lo stakanovista
È maturato - e tanto - anche dal punto di vista disciplinare, Mancini: quest’anno in campionato ha rimediato soltanto una squalifica, che lo ha costretto a saltare Empoli-Roma dello scorso 9 marzo. Per il resto, il difensore è sempre sceso in campo in Serie A: contando anche l’Europa League, sono 45 le presenze stagionali. Non una novità, se si tiene conto che da quando è approdato a Roma Gianluca non è mai andato sotto le 40 partite all’anno.
Domenica contro il Milan ha aperto lui le danze, rifilando ai rossoneri il terzo gol nel giro di un anno (due reti nei quarti di finale di Europa League 2023-24). Il Ct Spalletti, che quest’anno l’ha un po’ snobbato, è avvisato: a un anno dal Mondiale, Mancini c’è e vuole giocarsi tutte le sue carte per partecipare alla spedizione americana. Ma oggi la priorità resta la Roma: tra due giorni la partita con il Torino farà chiarezza sul tipo di estate che attende i giallorossi. Per Mancio e compagni non esistono calcoli: prima vincere, poi sperare.
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