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Caso Koné, l'Aia contro Ranieri

Zappi: «Applicato correttamente. Le parole dette nei grandi stadi arrivano nei campi di periferia, serve responsabilità». Rocchi ne parlerà a Open Var

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
14 Maggio 2025 - 06:00

Ci risiamo. La Roma e gli arbitri, ma stavolta s’arrabbia anche il mite Ranieri. La ricostruzione  è facile: minuto 21 del secondo tempo di Atalanta-Roma di lunedì sera. Pasalic interviene su Koné lanciato verso la porta in area di rigore, l’arbitro Sozza fischia la massima punizione ma viene richiamato dal Var per revocare il penalty. Apparentemente è chiusa qua, ma in realtà in casa Roma si scatena l’inferno: squadra in silenzio stampa e parole affidate al solo Claudio Ranieri che bisticcia in diretta con il match analyst arbitrale di Dazn, Luca Marelli, e chiede chiarezza anche in conferenza stampa a Rocchi e compagni sulla sfera di intervento del Var su questo tipo di episodi. 

Risposta arrivata il giorno dopo. L’Aia ha valutato correttamente l’applicazione del protocollo Var, come confermano anche le parole di Zappi, presidente degli arbitri, di ieri all’Ansa: «Siamo sinceramente dispiaciuti per le dichiarazioni di Claudio Ranieri in merito all’episodio del rigore inizialmente assegnato per un contatto tra Pasalic e Koné, poi correttamente revocato dal Var. Il designatore Gianluca Rocchi mi ha confermato la bontà della valutazione tecnica che sarà illustrata pubblicamente anche nella prossima puntata di “Open Var”. Non si trattava di calcio di rigore. Pasalic interviene, ma è il giocatore della Roma che, per effetto della propria dinamica, finisce addosso all’avversario». «Ranieri - sottolinea Zappi - è un allenatore da sempre rispettato per la sua correttezza, misura e cultura sportiva. Ed è proprio per questo che le sue parole hanno un peso rilevante. Tuttavia, in questo caso, la ricostruzione non corrisponde a quanto emerso dalle immagini e dalla valutazione tecnica. Il Var è intervenuto nel pieno rispetto del protocollo, correggendo un errore chiaro e determinante. Siamo alle battute finali di un campionato bellissimo e molto combattuto e in questo momento più che mai è fondamentale che tutti - allenatori, dirigenti, arbitri e media - esercitino la massima responsabilità. Le parole dette nei grandi stadi arrivano fino ai campi di periferia, dove purtroppo troppo spesso si trasformano in tensioni o addirittura in violenza. Continueremo a fare del nostro meglio con equilibrio, trasparenza e rispetto per tutti. Chiediamo solo che lo stesso rispetto venga riservato al nostro difficile e delicato ruolo».  La Roma incassa e per ora non risponde.

Comunicazione inversa

Qualche dubbio, tuttavia, resta - come è rimasto ai vari Calvarese, Pistocchi e altri “moviolisti” - nonostante le dichiarazioni del numero uno dell’Aia - sempre pronta a rispondere pubblicamente agli allenatori della Roma, un po’ meno ad altri tecnici o dirigenti -, in quanto il direttore di gara a bordocampo è stato richiamato per valutare il contrasto tra le gambe dei due calciatori (con l’inquadratura dal basso e frontale). Un focus che “bypassa” completamente ciò che si vede dall’alto - molto più utile all’analisi del contatto - e da un’inquadratura che Sozza non ha visto. Cioè la spintarella di Pasalic a Koné data con anca e ginocchio. Troppo lieve? Può darsi (come tanti ne abbiamo visti però concessi...), ma perché Sozza non lo vede o lo vede solo parzialmente? Probabilmente perché Abisso - che presumiamo abbia visto tutto - non lo reputa un contatto d’intensità (televisiva) tale da mostrarlo al collega. Così è, se vi pare, ma così il Var, di fatto, arbitra, o meglio, fa la moviola, concetto inviso alla categoria: decide che è un chiaro ed evidente errore il contrasto - che non c’è - dal ginocchio in giù e valuta che anca e ginocchio che sbilanciano il francese lo toccano solo lievemente. Il tutto, per altro, quanto meno in contraddizione con la linea da sempre propinata dall’Aia: sull’intensità dei contatti valuta l’arbitro di campo e il Var non interviene. «Falli bassi, caviglie e ginocchia», sic dixit Ranieri. Sozza, poi, ha una visuale perfetta per giudicare il fallo, specie anca e ginocchio, che vede in primo piano anche se ad altezza uomo e non come potrebbe, ma non glielo mostrano, con la telecamera alta.

«Se gli arbitri della sala Var hanno ritenuto un chiaro ed evidente errore, perché quando Sozza va al monitor revoca il rigore, ma non ammonisce il giocatore e non dà punizione indiretta contro la Roma? Applicare il regolamento così, non ha senso - sostiene a Radio Romanista l’ex arbitro Massimiliano Coppola -. Voglio citare le parole di Rocchi, poi, sull’episodio di Anguissa e Dumfries (di novembre scorso, ndr): disse che se l’errore non si dimostra clamoroso, dopo il richiamo, resta la decisione del campo. Anche in questo caso, se non si vede che Koné simula o si butta, la decisione deve restare quella del campo, stando a ciò che dicono loro... Koné “cerca” il rigore? Si può sostenere per tanti altri rigori. In molti casi simili è stata confermata la decisione del campo, come detto da Calvarese».

Le spiegazioni

Il giallo è ancor più giallo considerando quel che ha riferito il Quarto Uomo Collu al tecnico giallorosso, che coincide con quanto affermato da Sozza nel colloquio con de Roon subito dopo il rigore quando spiega il perché Manu Koné non può essere ammonito per simulazione. Contatto sì, ma non determinante, come sembra essere nell’inquadratura dal basso, dove su un Koné sicuramente  astuto a cercare l’avversario non si vede il gesto anch’esso astuto di Pasalic. Insomma, l’astuzia ha due pesi e due misure.

Per fortuna, però, sembra che questa volta la richiesta di trasparenza sarà esaudita, anche se dopo una settimana (bisognerà aspettare il prossimo salotto tv), non come avvenuto dopo la gomitata di Magnani su Ndicka nella sconfitta della Roma a Verona, quando da Lissone fecero vedere a Marcenaro solo alcune telecamere e non quelle che chiarivano l’evidenza del fallo e quando fu stroncato, nonostante la richiesta di Dazn, l’audio della spiegazione della decisione arbitrale. 

C’è ovviamente da aspettarsi che l’audio coincida con la versione ufficiale dell’Aia, quindi non come a Verona, quando non fu mai reso pubblico, o come a Monza, quando le spiegazioni trasmesse in diretta lasciarono non pochi dubbi sul contatto tra Kyriakopoulos e Baldanzi, che poi Rocchi dopo mesi ammise fosse da rigore.

Ps. Oltre all’audio del Var, en passant, sarebbe interessante sapere perché Sozza non ha fatto battere l’ultimo calcio d’angolo.

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