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Bellinazzo: "Con il Decreto Crescita, per Roma e Inter Conte è possibile"

L'esperto di calcio e finanza: "L'articolo 5 permette a chi si trasferisce in Italia, dopo due anni di residenza all’estero, di essere tassato solo sul 30% del compenso lordo"

Marco Bellinazzo

Marco Bellinazzo

04 Maggio 2019 - 11:28

«Per la crescita societaria che ha avuto e che continua ad avere, la Roma è uno dei pochi club italiani a potersi permettere Antonio Conte, insieme a Inter e Juventus, e alla fine non mi sorprenderebbe se l'ex Ct azzurro finisse proprio sulla panchina giallorossa o su quella nerazzurra. Ma non mi meraviglierebbe se Conte fosse affascinato dal progetto della Roma». A parlare è Marco Bellinazzo: lo abbiamo intervistato, in quanto esperto di economia e calcio ma non di mercato, in merito al nuovo "Decreto Crescita" (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 30 aprile), le cui misure sono in vigore dal 1° maggio (in attesa che vengano definitivamente approvate entro 60 giorni dal Parlamento).

Fra le novità del Decreto legge n° 34 spicca il cosiddetto "Rientro dei cervelli", di cui si parla nell'articolo 5, che permette a chi si trasferisce in Italia, avendo risieduto all'estero negli ultimi due anni, di essere tassato solo sul 30% del compenso lordo per un periodo di cinque anni, a patto che resti in Italia per almeno 24 mesi. «Così ingaggiare Antonio Conte sarebbe molto più comodo - ha continuato Bellinazzo - poiché l'allenatore potrebbe rientrare perfettamente in questa cornice normativa se ha avuto la residenza a Londra negli ultimi due anni, in cui è stato sotto contratto col Chelsea. Prima del "Decreto Crescita" prendere Conte sarebbe costato circa 20 milioni a stagione, considerando una retribuzione netta di 10 milioni all'anno, con le nuove norme costerà circa 12-13 milioni totali in virtù della tassazione al 43% soltanto del 30% del reddito. I presupposti per vedere Conte in Italia di conseguenza ci sono tutti, con questo abbassamento del carico retributivo dell'affare».

Rispetto al passato, alla norma sono state tolte delle limitazioni: non comprende più soltanto alcune categorie (manager e soggetti laureati) ma è stata estesa anche ai lavoratori dipendenti, quindi allenatori e calciatori. «Va considerata anche la questione di chi è stato residente in Italia e poi è andato a giocare all'estero - ha aggiunto Bellinazzo - Per esempio Cavani: il suo ritorno, così, costerebbe meno al club che decidesse di prenderlo. Da capire, invece, come funzionerà per gli stranieri: nello specifico il "Decreto" non si esprime, ma entro i canonici 60 giorni che mancano per la conversione in legge immagino che verrà chiarito tutto».

Siamo davanti ad una sorta di "Legge Beckham" all'italiana, ma a differenza dell'aliquota ridotta al 24% per i lavoratori stranieri trasferitisi in Spagna tra il 2005 e il 2010, il "Rientro dei cervelli" è ancora più favorevole: l'aliquota effettiva applicata ai redditi degli sportivi di fatto è ancora più bassa e non ci sono soglie di sbarramento (in Spagna occorreva guadagnare almeno 600mila euro).

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