Conferenze Stampa

De Rossi: "Difficile giocare così tante partite, ma questi ragazzi sono abituati"

Il tecnico giallorosso è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match contro i bianconeri, in programma domenica alle 20.45 allo Stadio Olimpico

Daniele De Rossi

Daniele De Rossi (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
04 Maggio 2024 - 10:36

La Roma è pronta a rituffarsi nel campionato. Ad intervallare le due sfide europee contro il Bayer Leverkusen, i giallorossi affronteranno la Juventus nel match in programma domenica 5 maggio alle 20.45 e valido per la 35esima giornata di campionato. 

Alla vigilia della gara con i bianconeri il tecnico Daniele De Rossi è intervenuto in conferenza stampa. Queste le sue parole:

La partita col Bayer ha portato un grande dispendio di energie, con la Juve che ha avuto più giorni di riposo. Come stanno i calciatori? 
"Siamo al punto iniziale, anche se manca poco, perché oggi dovremo fare delle analisi dovute a giovedì. Quando giochi giovedì e poi di nuovo domenica è abbastanza tosta preparare i contenuti, sia a livello tecnico e tattico, sia a livello fisico, ma questa squadra sono anni che fa grandi percorsi in Europa, sono abituati. Dobbiamo essere pronti a fare grandi partite, perché abbiamo poco tempo per prepararle, questo è il bello e il brutto dell'andare avanti in Europa. Valuteremo oggi le condizioni, perché il giorno dopo una sconfitta l'aspetto emotivo ti può portare a sentire qualche dolore in più. Oggi analizzeremo meglio anche se non credo ci siano infortuni".

La Juventus, e con lei Allegri, è criticata per il gioco ma alla fine spesso porta a casa il risultato. Come si affronta?
"Allegri ha fatto la storia del calcio italiano e continua dopo anni a guidare una squadra ad alti livelli, va affrontato con rispetto. Io per lui provo simpatia perché giocava con mio padre, e mi racconta spesso di lui. Non commento più la divisione tra risultatisti e giochisti, alleno da poco e già mi rendo conto di quanto sia difficile vincere una partita, figurarsi andare in fondo alle competizioni: ho grande rispetto per allenatori come Mourinho, Ancelotti, Allegri, che hanno fatto la storia del calcio e continuano a farla. La Juventus va affrontata come tutte le altre squadre, con preparazione e conoscenza. Hanno avuto un calo di risultati ed ha alternato partite molto buone come con la Lazio nell'andata di Coppa Italia ad altre in cui hanno sofferto. Dobbiamo essere consapevoli che verranno per mettere un punto al discorso Champions, noi abbiamo bisogno di punti, anche perché giocheremo in casa, abbiamo bisogno di un'altra prova eccezionale dei nostri giocatori ma anche di un'altra prova straordinaria dei nostri magnifici tifosi: ci serve il loro supporto ancora per le partite che restano, per arrivare in fondo insieme come abbiamo sempre fatto, spalla a spalla".

Domani sarà una partita speciale per Dybala. Come sta? Possiamo aspettarcelo in campo?
"A volte mi nascondo, non mi piace dare troppe notizie sulla formazione. Questa volta veramente non so come stanno i ragazzi, oggi ci alleneremo e domani mattina ci prenderemo un'altra mezz'ora per fare una rifinitura che di solito non facciamo il giorno della partita ma giocando in casa e di sera possiamo permettercelo. Paulo però sta bene, è triste come tutti per la sconfitta, fisicamente sta collezionando prestazioni importanti, dal punto di vista fisico è il giocatori che più mi sta stupendo".

La Roma ha fatto 18 punti su 33 dopo l'Europa League, senza contare la gara di Udine. In questo momento, vista la situazione, con la gara d'andata che un po' compromette il discorso qualificazione, conviene fare delle scelte?
"L'espressione "un po' compromette" vuol dire che non è compromesso niente, sicuramente è più difficile di quanto non lo fosse già, perché già prima era un'impresa non facile. Dobbiamo andare a fare risultato in casa di una squadra che per 47 partite non ha mai perso, sappiamo che sarà un'impresa tosta, ma possiamo farlo, lo abbiamo visto, lo abbiamo fatto, anche con la Roma nel recente passato, L'Atalanta ha vinto in casa del Liverpool 3 a 0, vedendo la nostra partita, al di là del risultato se gli episodi fossero girati bene si sarebbe aperto un altro scenario, e magari facendo un gol nel primo tempo chissà a cosa andiamo incontro. Siamo in semifinale, è un sogno per noi, sappiamo quanto conta per i nostri tifosi: non faremo calcoli, ovviamente dovremo gestire le energie perché il campionato è importante per noi, sicuramente non potranno giocare le stesse due formazioni nelle prossime due partite. Ma non molliamo nessuno dei due obiettivi".

Un ricordo delle sue partite con la Juventus?
"Ne ho giocate veramente tante, non me l'aspettavo questa domanda. Una volta perdevamo al Delle Alpi, sono entrato e pareggiammo mi sembra con Zebina: ero ancora molto giovane, ero in quella fase in cui tutti questi risultati negli stadi importanti contro squadre forti mi sembravano un sogno. RIcordo una sfida in Coppa Italia in cui vincemmo sotto la neve 3 a 2 e perdemmo 1 a 0 a Roma, passando il turno. Ho tanti ricordi, anche brutti, forse il più negativo è quando dopo un Roma-Juve si dimise Spalletti, io segnai ma la settimana dopo fu durissima. Ci sono tanti ricordi, è un avversario importante che ci fa piacere affrontare davanti ai nostri tifosi".

Ripensando alla partita col Bayer, si è parlato di lezione di calcio del Leverkusen: cosa ne pensi a freddo? In vista di domani, a parte l'abbondanza in difesa, ritieni ci siano alternative importanti per gare come questa anche a centrocampo e in attacco?
"Io ho letto di una "lezione di calcio" mia a Pioli a Milano, e come ho detto dopo, quella partita ritengo sia stata equilibratissima. Ho letto "De Rossi umilia De Zerbi" dopo il 4-0 al Brighton e invece avevo detto dopo che avevamo fatto una grande partita, senza però quella differenza. Ho letto "De Rossi ingabbia Tudor" dopo il derby, al termine di una gara in cui abbiamo giocato bene, meritando di vincere, ma comunque al termine di un derby equilibrato. Questo lavoro non mi cambierà, fino ad ora non mi ha cambiato, non vengo a gonfiare il petto quando vedo che le partite sono più equilibrate di quello che penso. Mi accorgo che intorno alle partite c'è una visione molto poco tecnica - non da parte tua, io e te a volte anzi ci confrontiamo dopo le partite (si rivolge a Lo Monaco, ndr) - ma orientata dal risultato, che a volte anzi aiuta il giornalista a dire quello che vuole dire. L'ho visto, me ne sono accorto a Milano in conferenza quanta voglia avessero di andare contro Pioli, e perciò fanno passare una bella prova come quella di Milano come un trionfo e me come lo scienziato del giorno perché ho spostato El Shaarawy da sinistra a destra. Va così, il calcio è orientato dal risultato, o per volontà, o per mancanza di conoscenze da parte di chi lo fa: lo dico senza presunzione, anzi sì, con la presunzione di uno che lo conosce, ma senza offesa: se io analizzo un film, dicendo che mi è piaciuto o che ho apprezzato un attore, mia moglie mi racconta dettagli sulla fotografia che neanche conosco, ma ci sta. Il calcio è così, il vento del risultato dà forza a chi magari per tre mesi non aspettava altro che dire che ero stato surclassato da un allenatore. Poi detto ciò, l'allenatore dell'altra squadra è molto forte, l'ha preparata bene e loro hanno giocato molto bene, con momenti in cui magari hanno giocato meno bene. Secondo me sono una squadra molto forte, e per la prima mezz'ora forse ho visto meglio la mia squadra, poi magari il gol ci ha dato una mazzata anche per il modo in cui è arrivato e forse dobbiamo lavorare proprio su questo, per non perdere l'ordine in campo. Però fino alla fine abbiamo provato a segnare ed io sono orgoglioso dei miei calciatori, tutti, anche di chi ha sbagliato. Poi per quello che riguarda le alternative in attacco ci sono, io poi faccio delle scelte. Ci sono dei calciatori che considero imprescindibili per lo stato di forma in cui sono, è una squadra costruita in una certa maniera, con pochi giocatori che saltano l'uomo come magari quelli del Bayer, perciò Dybala finché sta bene lo faccio giocare, perché magari non salta l'uomo come Frimpong ma con la sua classe crea comunque superiorità numerica. Le alternative sono all'altezza, ma a volte vedo dei giocatori con caratteristiche talmente spiccate che magari insisto un po' troppo, poi a fine anno vedremo se avrò avuto ragione".

Abbiamo visto una squadra, il Bayer, cambiata radicalmente in un anno attraverso un percorso, quello di Xabi Alonso, che potrebbe essere simile al suo. Ci sono le potenzialità in questa squadra per cercare un futuro di quel tipo? 
"Assolutamente sì. Ne ho parlato coi presidenti non più tardi di ieri. Quando parli di "modello", è lo stesso termine che userei io: una squadra che non ha mai vinto niente, anche se con ottime squadre, che secondo me ha lavorato in una giusta direzione, e parlo anche dal punto di vista di caratteristiche fisiche e tecniche: sono cose che magari andrò a richiedere anche io a giugno. La squadra che abbiamo adesso ci può permettere di arrivare fino in fondo, tra prestazioni che non mi scordo, media punti, presenze in campo e quant'altro, io questi ragazzi li devo rispettare. Poi magari cercherò di costruire una rosa più simile al mio pensiero, ma non vuol dire che quelli del Leverkusen sono tutti migliori dei nostri. L'essere abituato ad andare sempre all'uno contro uno per vincerlo ogni volta è una caratteristica che a me piace molto, non è un caso se tra i giovani della Primavera tengo sempre Joao Costa, perchè ancora deve imparare tanto, ma è uno che punta sempre l'uomo. Parlo di caratteristiche, non penso che i giocatori del Bayer siano migliori dei miei: i miei mi hanno portato qui, hanno fatto cose clamorose che non dimentico, gli chiederò delle cose straordinarie per le ultime partite, poi a giugno chiederò delle caratteristiche che non io, ma ciascun allenatore cercherà di apportare alla propria squadra durante il calciomercato".

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