AS Roma

Anonimo con Mou, al top con DDR: adesso il faro si chiama Paredes

Aria di cambiamento col nuovo tecnico: ora l’argentino è il vero protagonista in mezzo al campo

Leandro Paredes in azione con la maglia della Roma

Leandro Paredes in azione con la maglia della Roma (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Sergio Carloni
24 Marzo 2024 - 08:53

Con un uomo in panchina come De Rossi, che a centrocampo ha vissuto un’intera carriera, non ci si poteva aspettare altro che un cambiamento sostanziale del reparto di mezzo. Pellegrini è tornato ad essere imprescindibile; Cristante, nonostante qualche momento di dubbio, sembra essere di nuovo al centro della Roma; e poi c’è Paredes, totalmente rinato con l’ausilio di DDR, suo ex compagno di squadra. E quello dell’argentino è un recupero di fondamentale importanza per i giallorossi, che hanno finalmente ritrovato un regista in grado di regolare in maniera ottimale la gestione del pallone.

La cura De Rossi

Lento, macchinoso, timido. Così appariva in campo Leandro qualche mese fa. Aveva iniziato bene, con quell’assist a Belotti, da calcio d’angolo, nella prima apparizione contro la Salernitana; poi poche buone cose e più quelle cattive. Atteggiamento quasi di diffidenza nel verticalizzare e tentare la giocata verso la porzione offensiva di campo.

Ma con l’addio di Mourinho e l’arrivo di DDR in panchina tutto è cambiato. Ed è stato proprio Paredes a segnare l’ultimo gol col portoghese in panchina, in quel Milan-Roma del 14 gennaio scorso; dopodiché, due giorni più tardi, l’abbraccio col nuovo tecnico - ultimo prima dell’argentino a vestire la 16 nella Roma - e una “vita nova”.

Da così a così

«Non capisco perché siate così stupiti dalle sue prestazioni. È un giocatore di rango mondiale», ha detto De Rossi dopo la sfida col Brighton, condita da un assist geniale per Dybala. Parole che trovano la loro conferma nel duro lavoro svolto da Paredes; a influenzare le prestazioni c’è anche il tecnico, portatore di un ideale di gioco totalmente differente da quello visto in precedenza. Possesso del pallone, occupazione degli spazi, palla gestita senza sprechi e con sicurezza. Ed è proprio Leo colui che si prende la briga di assicurare palloni giocabili ai compagni.

Con DDR è un imprescindibile, toccando quota 997’ in campo e posizionandosi al 2º posto tra i più utilizzati. In Serie A è il giocatore ad aver accumulato più gialli, 12; ma a fare  da controparte a questa statistica c’è il dato riguardante i recuperi: 153 in totale, undicesimo posto. Davanti a lui solo un romanista, Cristante, con 157 recuperi. Detiene invece il primato giallorosso in EL, con 52 palloni riconquistati. Simbolo di un centrocampista tuttofare che va anche a battagliare e riprendersi la sfera, oltre a giocarla. Con l’Argentina ha giocato 90’ contro El Salvador; ormai, dopo i rigori calciati alla perfezione con Frosinone, Feyenoord e Monza, manca solo il gol da fuori area. Quella che sarebbe la cosiddetta “ciliegina sulla torta”.

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