AS Roma

Azmoun e la qualità delle "cose semplici"

Arrivato tra lo scetticismo generale, contro l’Udinese Sardar è entrato nell’azione del vantaggio

Azmoun dopo il gol col Lecce

Azmoun dopo il gol col Lecce (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Mauro De Cesare
29 Novembre 2023 - 07:30

Entrare nei “segreti del non gioco” di José Mourinho è diventato il più gettonato esercizio di tecnica, tattica e chi più ne ha, più ne metta. Ma è un esercizio che, a lungo andare, ha stancato. E non ha neppure un reale fondamento. Per giocare al calcio e vincere, Mourinho lo ha sempre ripetuto, devi avere giocatori bravi. Carletto Ancelotti lo ha confermato, parlando di José.

I giocatori che l’allenatore portoghese aveva finalmente disponibili domenica, erano abbastanza per i suoi desideri attuali. Soprattutto aveva una panchina dove poter scegliere chi inserire. E giocatori che potessero garantire una “sterzata” alla partita.
Ci piace parlare in particolare di un giocatore, criticato tantissimo ancor prima che mettesse piede a terra dall’aeroplano che lo ha portato a Ciampino: Sardar Azmoun.

Chi sarà mai questo sconosciuto? Si è scatenata la corsa a chi ne parlasse peggio. Solito “carneade” e come tanti altri mezzo rotto. Non sapendo che il “Messi iraniano” (questo il suo soprannome) aveva già realizzato 109 gol in 310 partite in squadre di club e 49 in 75 con la propria nazionale. Il gol numero 110 lo ha regalato alla Roma con un gran colpo di testa al minuto 90+1 contro il Lecce. Rete del pareggio, poi Lukaku ha chiuso la rincorsa giallorossa: 2-1. Ma non è della sua carriera che vogliamo approfondire il discorso, ma del gol di Dybala contro l’Udinese. Paulo infallibile, come sempre. E sarebbe utile andare a rivedere l’azione del gol. Che parte dal piede del “bambino” Edoardo Bove. Piazzato poco oltre la linea di centrocampo. Si parla tanto di verticalizzare e cercare la profondità. Eccolo Edo. Niente giro palla. Perché 25 metri più avanti c’è Sardar Azmoun. Che, velocissimo, si fa incontro a Bove dettando il passaggio. L’iraniano non ferma il pallone, non rallenta l’azione. Di prima, un solo tocco, palla a Big Rom Lukaku, Dybala punta l’area e riceve il pallone ancora con un tocco. Poi piazza a colpo sicuro in fondo alla rete.

Bravi, tutti. Certo. Ma quel movimento fatto in maniera perfetta da Sardar Azmoun, venire incontro al pallone (gli esteti del calcio direbbero giocare tra le linee), trovare due compagni che non stanno spalle alla porta ma sono pronti ad attaccare la profondità, raccontano molto bene come si gioca a pallone. Con semplicità, raccontava il Barone Nils Liedholm. Sardar non è rimasto fermo a ridosso dell’area di rigore, si è proposto per il passaggio approfittando anche della sua velocità. Una delle tante qualità dell’attaccante iraniano. Poi, un solo tocco. Molto spesso i meriti sfuggono, ma non volutamente.
La nostra attenzione, però, è finita su quel movimento, rapido e decisivo, che basta già per poter dire che la Roma ha acquistato un ottimo giocatore, che ha un qualcosa in più e può dare molto di più: Sardar Azmoun.

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