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Stadio Olimpico, ore 18

Usciamo oggi? All'Olimpico arriva il Lecce

Per dare un calcio a tutte le polemiche e affrontare al meglio la settimana di passione che culmina nel derby, bisogna prendere 3 punti contro i salentini

José Mourinho durante una seduta di allenamento a Trigoria

José Mourinho durante una seduta di allenamento a Trigoria (GETTY IMAGES)

05 Novembre 2023 - 09:22

Solo un Roma-Lecce della storia valse più di quello di oggi (Stadio Olimpico ancora una volta sold-out, calcio d’inizio ore 18, telecronaca esclusiva su Dazn, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista), e non finì bene per la Roma nell’anno della famosa rincorsa strozzata con Eriksson. Tutti gli altri (i precedenti a Roma sono stati 17, 14 le vittorie, 2 pareggi, quella l’unica sconfitta) non valgono tutti insieme il senso di questo che in palio non ha solo i tre punti, ma anche tutta un’altra serie di opportunità che sarebbe sciocco ignorare.

La falsa partenza della stagione obbliga i romanisti ad una rincorsa affannosa, resa ancora più complicata dalla improgrammabile gestione delle forze. La Roma si è presa qualche rischio in questa stagione, sapendo però di avere alla guida uno dei pochi uomini al mondo il grado di non mandare la squadra fuori strada. Ha puntato su alcuni cavalli d’indubbio talento, ma di non altrettanto pura qualità fisica, nella speranza di poter vedere a fine stagione la bilancia pesare più dalla parte dei punti guadagnati col talento rispetto al piatto di quelli persi per il mancato utilizzo. Al momento la scommessa è stata perduta, ma stilare bilanci intermedi serve solo a fornire argomenti a chi non proprio non vede l’ora che a Trigoria si sfasci tutto, anche tutto quello che di buono è stato fatto in questi 27 mesi.

Mourinho ieri in conferenza stampa ha sistemato qualcuno dei suoi ormai frequenti contestatori, facendo riferimento nello specifico all’amministratore delegato della Lega Calcio De Siervo che si era permesso dei giudizi sul suo operato che hanno travalicato i confini della corretta retorica (e che in serata ha addirittura replicato!), ma in qualche modo includendo tutti quelli che si permettono di sindacare le sue strategie senza avere la minima idea di quello che significa. Ancora una volta verrà dal campo la valutazione per il suo operato, per quanto possa essere assurdo che uno dal così ricco palmarès debba sentirne tante per poi restare zitto e buono senza neanche polemizzare nelle risposte. 

E così torniamo al valore assoluto della partita di questo pomeriggio: se tutto va come deve andare la Roma stasera si ritroverà con tre punti in più e qualche posizione sicuramente guadagnata (per esempio su Lazio e Atalanta, in attesa di Fiorentina-Juventus), pronta ad affrontare un’altra settimana di passione con la sfida di Praga che potrebbe significare anche una qualificazione largamente anticipata agli ottavi e poi con il derby con la Lazio che invece affronterà la sua sfida europea martedì, e in casa, contro la loro bestia nera (la nostra bianca), il Feyenoord. 

Se invece qualcosa si inceppa, e il Lecce dovesse tornare soddisfatto dalla trasferta, si aprirebbero scenari di così forte radicalizzazione della polemica da ridurre poi la sfida alla Lazio ad un altro test di affidabilità, l’ennesimo nella carriera di Mourinho. Quasi tutti gli altri, da quasi trent’anni a questa parte ormai, li ha superati con nonchalance. Sa benissimo, José, che il ritorno di Dybala e la panchina di Renato Sanches gli offrono l’opportunità di guardare con più serenità ai difficili giorni che l’attendono. Del resto, aver perso così maldestramente contro Salernitana, Verona e Genoa obbliga adesso la squadra ad andare sempre di rincorsa e ogni passo falso ridà fiato alle trombe dei polemisti, in quel tritacarne inesausto che è l’ambiente calcistico italiano.

Il Lecce è un avversario complicato, ma battibile. D’Aversa è un allenatore pragmatico che qualcuno ad inizio stagione ha provato a dipingere diverso da quello che è. Preferisce la prosa, alla poesia. Quando in passato si è trovato a competere con una Roma gestita in maniera assai più allegra di oggi, con squadre frizzanti e troppo esposte in difesa, gli è capitato anche di vincere con due soli tiri in porta. Ma nessuno, all’epoca, lo rimproverò.

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