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L'analisi

Le sette fatiche di José

Domani a Cagliari si chiude il secondo ciclo stagionale. Dopo l’avvio da incubo, quattro vittorie e un pari in sei partite. Resta però la macchia di Marassi

Mourinho durante una partita della Roma

Mourinho durante una partita della Roma (GETTY IMAGES)

07 Ottobre 2023 - 07:00

Dare continuità agli ultimi risultati, gettandosi alle spalle la serata da incubo di Marassi e provando a migliorare una classifica ancora deficitaria, eredità di un avvio deludente. Questo è l’obiettivo per Mourinho e i suoi, alla vigilia della sfida in Sardegna contro il Cagliari, calcio d’inizio alla Unipol Domus fissato per domani alle ore 18. La sfida agli uomini di Ranieri - fanalino di coda della classifica, a quota 2 punti - sarà la settima, ed ultima, fatica in un ciclo di partite lungo tre settimane, che ha condotto la Roma da una sosta per le nazionali all’altra. 

Abituati ormai ai ritmi del calcio moderno, con gare ogni tre giorni e - per squadre come la Roma - più di 50 partite l’anno, ci siamo imparati a suddividere le stagioni in tanti piccoli frammenti. Si vive di sosta in sosta, analizzando il percorso fatto e quello che ci attende. In Sardegna si concluderà il secondo segmento dell’annata romanista 2023-24, la terza targata José Mourinho. Dopo una partenza da incubo, con l’unico punto lasciato in dote dalle prime tre gare contro Salernitana, Hellas Verona e Milan, il primo break del campionato - quello di inizio settembre - ha riconsegnato allo Special One una squadra più concreta e in forma, in grado di smuovere la classifica e ottenere risultati convincenti. Nei sei match disputati infatti dal rientro dalla sosta, la Roma è riuscita a raccogliere 4 successi - equamente suddivisi tra Serie A ed Europa League -, il pareggio in casa del Torino e la caduta, rovinosa, sul campo del Genoa. Il 4 a 1 subito dalla squadra di Gilardino rimane il neo, che condiziona - ovviamente - anche il giudizio su Pellegrini e compagni. La realtà però parla di una Roma in miglioramento, in grado di mantenere la porta inviolata in tre occasioni - Empoli, Frosinone e Servette - e quasi sempre pericolosa in avanti grazie ad un potenziale offensivo da grande.

Nostalgia di casa
Alla ricerca della continuità, si è detto. Per recuperare il terreno perduto, la Roma necessita di un filotto di risultati utili, che le faccia colmare il gap con le big del campionato in fuga - chi più chi meno. La riuscita però passa da un mal di trasferta, ormai evidente, da curare, magari già dalla gara di Cagliari. Delle sei partite disputate fin qui da Roma-Empoli in poi, infatti, le tre giocate tra le mura amiche dell’Olimpico - sempre pieno - sono terminate tutte con il segno 1. Usciti dalla comfort zone capitolina però la musica cambia: una vittoria - in casa dello Sheriff Tiraspol -, il pareggio ottenuto all’Olimpico Grande Torino e, per l’appunto, la rovinosa caduta a Genova. In campionato, i tre punti in esterna mancano dall’8 aprile - domani saranno passati esattamente 6 mesi -, Torino-Roma 0-1, gol di Dybala dagli undici metri. Impossibile pensare di avere un rendimento da Champions senza tornare a gioire con regolarità lontani da casa.

La qualità al potere
Queste tre settimane hanno restituito a José Mourinho anche la consapevolezza del potenziale offensivo a disposizione. L’impatto e la costanza di Lukaku sono impressionanti - 5 gol in 6 gare da titolare -, la solità qualità di Dybala sa illuminare anche le serate più buie e Belotti  è un’alternativa di lusso. I ritmi serrati però hanno portato anche ai primi stop, con la Roma che a Cagliari si presenterà senza Smalling, Llorente, Renato Sanches e Pellegrini. Lo Special One è chiamato all’ultimo sforzo, sperando di riscoprire, dopo la sosta, la profondità della sua rosa.

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