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Le regole

Non solo la Roma: paletti per tutti

La lunga estate del gm Tiago Pinto, legata all’accordo firmato tra il club e l'Uefa. Adesso si cerca il giusto equilibrio per rinforzare la Roma di Mou

Il gm Tiago Pinto a Trigoria

Il gm Tiago Pinto a Trigoria (GETTY IMAGES)

26 Luglio 2023 - 08:33

Prosegue la calda estate romana e romanista, con la squadra di José Mourinho impegnata in Algarve a preparare la stagione e Tiago Pinto, anche lui volato in Portogallo nelle scorse ore, concentrato nel suo lavoro sul mercato. Un compito non semplice, quello destinato al general manager giallorosso, che proverà ad accontentare il tecnico, rinforzando la rosa e rispettando al tempo stesso il settlement agreement tra la Roma e l’Uefa. Un accordo, o per essere più chiari un piano di rientro concordato tra le parti, con il quale la società dei Friedkin, nel settembre scorso, ha accettato determinate condizioni proposte dall’organo di governo del calcio europeo, dopo le violazioni del vecchio fair play finanziario. Questo è ormai noto da tempo, ma serpeggia in quest’estate l’idea che ad essere sotto i riflettori dell’Uefa ci sia solo la Roma o, peggio ancora, che i famosi paletti siano soltanto una scusa che permette alla società di non investire.

Non è così. I club che hanno già fatto i conti con il Club Financial Control Body - commissione interna all’organizzazione di Nyon - sono diversi e tra i più importanti del nostro continente. Insieme alla Roma, infatti, nel 2022 vennero punite altre sette società: Monaco, Marsiglia, Besiktas, Milan, Juventus, Inter e Paris Saint-Germain. A tutti venne richiesta una sanzione immediata, affiancata ad una multa totale da pagare qualora non si fossero raggiunti in un determinato periodo temporale alcuni obiettivi economici - da qui il settlement agreement di cui sopra. Inoltre, a società come Borussia Dortmund, Leicester, Manchester City, Siviglia, Trabzonspor, Wolfsburg e West Ham, venne richiesta ulteriore documentazione finanziaria e per loro è partito un periodo di investigazione più lungo e approfondito. Le azioni del 2022 -  che riguardavano i periodi contabili dal 2018 in poi, con un occhio di riguardo per gli anni colpiti dalla pandemia - sono soltanto le ultime poste in essere dall’Uefa in ordine cronologico. Dal 2014 - quando è terminato il primo triennio con il vecchio FFP in vigore - sono state escluse dalle competizioni europee una ventina di squadre, tra le quali ricordiamo i casi più eclatanti di Milan e Galatasaray o la recente vicenda dell’Osasuna, riammesso soltanto ieri alla prossima Conference League, dopo un’iniziale esclusione.
Insomma, i paletti sono reali, così come le sanzioni.

E la Roma sta tentando di rispettare le regole, per evitare di dover pagare altri 30 milioni di multa o, peggio ancora, vedersi esclusa da una competizione raggiunta sul campo. L’obiettivo al 30 giugno è stato rispettato - il primo passo verso la sistemazione dei conti richiesta da Nyon da qui al 2026 -, ora serve mantenere l’equilibrio dei costi della rosa, con quella dello scorso anno. Provando a rinforzarla. Ancora una volta, in bocca al lupo Tiago.

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