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Il giro del mondo in 80 club: Roma brasileira

Partiti da São Paulo cinque romanisti vogliono aprire tante sedi. Anche se il Brasile è enorme e le sue distanze spesso possono scoraggiare i tifosi

25 Novembre 2017 - 13:00

Se pensi al Brasile pensi alle lunghe spiagge con splendide donne in costume da bagno o al calcio. O ad entrambe le cose. Noi del Romanista abbiamo aggiunto un pensiero rivolto ai grandi tifosi giallorossi all'estero. Come vivono quelli brasiliani? Che cosa fanno? Si radunano per le partite della Roma? Ebbene si. Anche in Brasile esiste e lotta insieme a noi un Roma Club eccezionale nato nel 2016 per iniziativa di cinque soci fondatori: Riccardo, Max, Pino, Paolone e Damiano. Stanno passando alla conquista di una sede autonoma ma già ne hanno in realtà una con Maxi-schermo, bar e sala per la visione delle partite e sono in grado di ospitare spesso i molti equipaggi Alitalia o di altre compagnie che spesso li vanno a trovare. La "missione" principale di questo Roma Club, dopo aver stretto amicizia con Allison e con Julio Sergio, è di diventare un punto di riferimento per tutti gli ex calciatori brasiliani che hanno indossato la maglia giallorossa e "aprire" altri sedi in tutto il Brasile. Ma facciamo parlare il presidente: «Il club è nato dall'esigenza di avere un luogo d'incontro per tutti i romanisti che vivono in Brasile. Nel nostro caso - spiega Riccardo P. Rossi - la sede principale è a São Paulo ma la nostra idea - e ambizione - è avere un punto in tutte le grandi città. Al momento siamo venti iscritti, ognuno con una storia particolare. Quello che ci contraddistingue un po', e credo sia la cosa interessante, è - aggiunge Riccardo- che il nostro club si fonda sulle regole del "Cucs", dove le differenze politiche sociali e culturali si azzerano davanti alla sciarpa o alla maglia della Roma».

«Abbiamo una sede a São Paulo dentro una società di comunicazione che sono nostri amici. Ma forse ci spostiamo dentro un pub di un caro amico romano. Ogni partita la vediamo insieme senza saltarne una. Dal nostro punto di vista – continua Riccardo – vedere la Roma tutti insieme significa sentirsi a casa, e ogni partita è un evento. Un vecchio striscione dello stadio riassume bene la nostra filosofia: «Magno Bevo e tifo Roma!» Ogni volta infatti ci scappa un piatto romano prima o dopo la partita, c'è pure Damiano che a volte fa la pizza. Ci mancano solo i maritozzi con la panna e poi non abbiamo bisogno d'altro».

Di momenti e personaggi giallorossi Riccardo ne elenca tantissimi. Da «Julio Sergio ex portiere che viene spesso a trovarci ed è ormai parte integrante del nostro gruppo», all'ultima partita di Francesco Totti «forse l'evento più intenso della nostra breve storia come club. Ho sofferto tanto per lui».

Sicuramente quello di far partecipare gli ex giocatori brasiliani che hanno giocato con la Roma alla vita del Club è il loro impegno maggiore. E Riccardo lo sottolinea. Ma iniziative lì a San Paolo ne hanno tante. Tra l'altro, dice sempre il presidente, «abbiamo un quadro realizzato da "Brivido Pop" che é completamente dedicato al club e nel quadro ci sono solo i giocatori brasiliani che hanno giocato con noi. L'idea è di poter organizzare una mostra completa di "Brivido Pop" in Brasile esponendo il nostro quadro».

La Roma è tutto anche in Brasile insomma ed «essere romanisti all'estero significa soffrire il triplo, e non solo per la distanza ma soprattutto perché siamo incompresi. I brasiliani non comprendono, stranamente visto che non sono tanto diversi da noi, quanto sia importante la Roma e non capiscono perché ci agitiamo tanto. Ci scambiano per pazzi».

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