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Europa League

Dal Barcellona fino a Tirana: i sogni passano dall'Austria

Dall’impresa contro i marziani guidati da Messi alla semifinale con lo United fino al trionfo in Conference. I giallorossi volano a Salisburgo per riprendere il viaggio

L'esultanza di Dybala e Abraham sotto la Curva Sud

L'esultanza di Dybala e Abraham sotto la Curva Sud (GETTY IMAGES)

Andrea Di Carlo
15 Febbraio 2023 - 07:30

Dalla Romantada a Tirana, passando per Manchester e arrivando fino a Salisburgo. Il navigatore europeo giallorosso ha ormai deciso da anni di impostare una rotta di altissimo livello fuori dai confini nazionali, scegliendo mete di altissimo richiamo e prestigio. Le difficoltà domestiche nel tornare ad essere tra le prime quattro forze del campionato sono state spazzate in campo europeo dove la Roma è stata assoluta protagonista.

L’impresa con il Barcellona

Una Champions League che doveva finire, da pronostico, ai gironi visto la presenza di Atletico Madrid e Chelsea: alla fine furono i giallorossi a dominare la prima fase, accedendo da outsider alla fase ad eliminazione diretta. Prima lo Shakhtar, poi la magica notte della Romantanda, con una rimonta ai danni del Barcellona che rimarrà nella storia del club giallorosso, fino al doppio confronto con il Liverpool in semifinale. Una Roma forte, viva e orgogliosa, pronta a scrollarsi di dosso l’etichetta di vittima sacrificale nell’Europa che conta

Maledizione Manchester

Dalla Champions all’Europa League, la Roma di Fonseca sfiora l’accesso alla finalissima dopo un percorso netto e esaltante. Sempre lo Shakhtar sul cammino dei giallorossi, il doppio sofferto confronto con l’Ajax prima di incontrare il Manchester Utd: 45 minuti di gioco dove il sogno di giocare la finale svanì sotto i colpi dei Red Devils. 

Il trionfo di Tirana

Un trofeo che aspettava di incidere sul proprio albo il primo nome della sua storia, l’apertura di un ciclo nuovo e di storie di calcio tutte da vivere. Un girone altalenante, con l’umiliazione sul campo del Bodø/Glimt, prima del riscatto nella magica notte dell’Olimpico. Lì il clic mentale che trasformò l’approccio della Roma di Mourinho alla competizione: smise di partecipare, iniziò a giocare per vincerla. La prova di forza con il Leicester, un capolavoro di tattica e accortezza nella finalissima di Tirana, a riportare nella bacheca un torneo internazionale dopo oltre 60 anni.

Occasione Europa League

Un girone rivedibile, un secondo posto ottenuto con un filo di gas,  il minimo indispensabile per i giallorossi che hanno così guadagnato un posto al play-off con il Salisburgo. Ma ora servirà di più rispetto a quanto fatto nel girone. Senza dimenticare l’importanza del cammino in Serie A, con l’obiettivo concreto di tornare a giocare la Champions League, la Roma ha le carte in regola per giocarsi con ambizione la sua avventura in Europa League, a partire dalla sfida di domani sera contro il Salisburgo. 
L’esperienza dei senatori, freschi del successo in Conference League, la voglia dei giovani e la qualità dei top players, come Dybala e Wijnaldum, di dare il loro contributo e di arrivare fino in fondo alla competizione. Servirà la testa delle grandi occasioni, sapendo di poter sfruttare, d’ora in poi, l’elemento Olimpico che nella passata stagione ha travolto tutti e sommerso d’amore e entusiasmo la squadra giallorossa, fino alla finalissima di Tirana


Fattore Mourinho


Non l’ultimo per importanza, anzi, forse il primo per rilevanza. Perché Mourinho fa rima con coppa anche se l’assonanza è pronta a scommettere sul contrario. Ma se lo Special One è diventato “special” lo deve proprio al suo cammino nelle coppe europee: dal trionfo in Champions con il Porto al triplete con l’Inter fino all’affermazione in Europa League con il Manchester United. Oltre 120 partite vinte e ben 5 trofei conquistati, il primo a fare il treble ovvero a vincere tutte le competizioni europee targate UEFA.
Qualcuno è pronto ad alzare la mano e dire: «Mourinho la scelta l’ha già fatta, vuole arrivare quarto in campionato e pensa che la rosa non regga più partite ravvicinate». Tutto giusto, ma attenzione a sottovalutare il dna dello Special One che sa gestire la fase a gironi per poi agguantare la preda e non mollarla fino all’atto finale. È stato così in Conference, i tifosi sperano che il copione possa ripetersi anche in Europa League. Il Salisburgo di Jaissle è avvisato

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