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La partita

Roma, la testa giusta: Ibañez e Abraham riacciuffano il Milan

I rossoneri vanno sopra con Kalulu e Pobega. Roger a tre dalla fine svetta e riapre la questione. Poi capocciata di Matic respinta e Abraham fa pari

Abraham e Tahirovic dopo il gol del 2-2

Abraham e Tahirovic dopo il gol del 2-2 (GETTY IMAGES)

09 Gennaio 2023 - 09:00

Sembrava una partita persa senza neanche essere stata giocata, poi è stata una partita pareggiata con due gol praticamente a tempo scaduto, e per questo festeggiata come una vittoria. È finita 2-2 a Milano, in casa dei campioni d’Italia, con vantaggio alla mezz’ora di Kalulu su azione da calcio d’angolo, raddoppio di Pobega al 32’ del secondo tempo su bruciante ripartenza con la Roma un po’ sbilanciata, al 2-1 ha provveduto Ibañez su calcio d’angolo di Pellegrini all’87’ e al 2-2 Abraham al 93’, ancora sugli sviluppi di un calcio piazzato, stavolta una punizione laterale, calciata ancora da Pellegrini e deviata di testa prima da Vranckx in barriera, poi da Matic addosso a Tatarusanu, con Tammy pronto al tap-in. E dunque la giornata che da pronostici diffusi avrebbe dovuto far allontanare la Roma da diverse avversarie dirette, è terminata con una sorta di nulla di fatto, per via dei pareggi inattesi della Lazio con l’Empoli e dell’Inter a Monza (con modalità simili peraltro a quelle della Roma a San Siro) e dunque con il quinto posto mantenuto, in attesa della partita dell’Atalanta di stasera (a Bologna). La Roma ha chiuso così imbattuta le tre trasferte solitamente tabù contro Inter, Juventus e Milan: solo nel 1954-55 erano stati fatti più punti in questi tre viaggi, sette.

Avrà festeggiato anche Mourinho, nascosto come al solito nei van societari con collegamenti satellitari. La sorpresa a inizio gara l’aveva riservata scegliendo l’attacco con i quattro tenori, mossa di indubbio coraggio in casa del Milan campione d’Italia, dopo peraltro che col Bologna sia Zaniolo sia Dybala avevano dovuto lasciare il campo con qualche acciacco, lasciando presagire di non aver comunque 95 minuti di piena autonomia: alla fine c’è arrivato l’argentino, Nico è uscito al 21’ st, dopo una prestazione mediocre. Schieramento più accorto col Bologna, dunque, con due mediani a supporto di una trequarti fantasiosa, e più spudorato col Milan, con Pellegrini ad abbassarsi vicino a Cristante, Dybala alle spalle di Abraham e Zaniolo che in fase di non possesso avevano il compito di schermare qualche giocata rossonera: in particolare Nicolò doveva allargarsi a contenere gli estri perlomeno iniziali di Theo Hernandez (compito peraltro perfettamente riuscito nel primo tempo) mentre Abraham doveva buttare un occhio sull’altra fascia, ma quando Calabria “bucava” lo schieramento era Pellegrini ad uscire alto, con Tammy a ripiegare nel mezzo sui registi e Paulino lasciato, unico attaccante, senza compiti difensivi. Sulle fasce Celik (subito ammonito, tra le proteste di tutti i romanisti) e Zalewski, dietro i tre soliti titolari. La scelta strategica romanista è stata d’attesa e per trenta minuti il compito è stato svolto con grande disinvoltura, col Milan bloccato con i terzini (Calabria e Hernandez) sempre piuttosto cauti, i registi (Bennacer e Tonali) mai ficcanti, gli esterni Leao e Saelemaekers sempre fermati dai quinti romanisti, e Brahim Diaz alle spalle di Giroud, ben tenuti dai centrali. Il gol che ha spaccato il primo tempo è arrivato in maniera un po’ causale, su calcio d’angolo. L’azione che lo ha determinato è stata invece l’unica azione concreta costruita dal Milan nella prima frazione, con una ripartenza nata da una serie di contrasti vinti, verticale di Theo Hernandez e tiro di Brahim Diaz deviato oltre la traversa da Rui Patricio. Sul corner di Saelemaekers, Kalulu è sfuggito alla marcatura di Ibañez e ha deviato da cinque metri verso la porta, cogliendo impreparato il portiere portoghese che ha solo deviato la palla senza toglierla dalla porta. 

Dopo il gol il canovaccio tattico non è cambiato, e l’atteggiamente prudente della Roma ha forse un po’ sorpreso il Milan, che si è ritrovato a palleggiare con una certa facilità, ma senza il mordente che può darti un risultato da inseguire. Alla fine il possesso palla è stato tutto loro (addirittura 69% a 31% al termine del primo tempo), ma senza un reale riscontro nelle occasioni da gol. Anzi è stata paradossalmente la Roma a rendersi pericolosa, con un paio di giocate importanti. La prima al 34’ con un bel tacco in area di Abraham per Dybala che fintando il tiro ha avuto la lucidità di far passare il pallone sotto le gambe di Tomori, ma non è poi riuscire a controllare il pallone viscido per la conclusione. Al 42’ ancora Dybala con un gran cambio di gioco ha trovato Zalewski a sinistra con tanto spazio davanti, il polacco si è accentrato e ha calciato a giro mandando la palla a mezzo metro dalla porta di Tatarusanu, senza servire però proprio Dybala che si era appostato al limite dell’area ignorato piuttosto clamorosamente da tutti i difensori rossoneri. Subito dopo ancora Paulino ha cercato una conclusione al volo da fuori area dopo un rimpallo, ma non ha controllato bene la traiettoria.

Dopo l’intervallo la Roma ha provato a pressare più alta, lasciando qualche spazio in ripartenza ai rossoneri. Che infatti nei primi minuti hanno trovato varchi per rendersi pericolosi: al 3’ con Leao, al 7’ con Theo Hernandez, al 16’ con Brahim Diaz. Così Foti, il talismano a far le veci di Mou in panchina (e anche questa partita l’ha chiusa imbattuto), ha inserito Matic e Tahirovic rilevando Cristante e Zaniolo, lasciando però la Roma sempre sospesa nel dubbio: buttarsi in avanti per cercare il pareggio e rischiare di scoprirsi o difendere compatti e sperare nel golletto per pareggiare alla prima occasione propizia? La partita nel frattempo si è fatta nervosa, hanno fioccato i cartellini dell’incerto Massa, con liti pure in panchina e le sanzioni a colpire Pioli e Nuno Santos, mentre un fallo di Bennacer su Pellegrini a gioco fermo non è stato rilevato da Massa: sarebbe stato il secondo giallo, invece a tirar fuori dal campo il francoalgerino ha provveduto subito dopo il furbo Pioli. Al 32’ la partita è apparsa ormai indirizzata, quando un’altra uscita lunga della Roma è stata immediatamente punita dalla bruciante ripartenza rossonera: nello sviluppo immediato a sinistra è stato decisivo il taglio centrale di Giroud ad ingannare Smalling e a liberare proprio l’appena entrato Pobega che ha raccolto l’assist davanti a Rui Patricio e l’ha battuto di precisione. Foti ha inserito El Shaarawy per Zalewski e il Faraone ha dato nuovi impulsi in banda. Pioli invece ha preferito cautelarsi, sistemandosi a cinque con Gabbia al posto di Saelemaekers e De Keteleare per Giroud: mossa improvvida. Quando Pellegrini è andato a calciare il corner al 42’ st è apparso chiaro che per la Roma si trattava dell’ultima chiamata e Ibañez si è fatto trovare puntuale all’appuntamento, con una capocciata che ha rialzato il morale dei giocatori in campo e dei 4000 sparsi tra settore ospiti e tribuna centrale. Per dare maggior vigore è entrato Belotti al posto di Mancini. Al 48’, a due minuti dalla fine del recupero, Dybala è andato a conquistarsi con esperienza una punizione in fascia, Pellegrini l’ha calciata come al solito, una deviazione di Vranckx ha alzato la traiettoria, Matic si è inserito di testa ma l’urlo del gol gli è rimasto strozzato in gola per un attimo per la risposta istintiva di Tatarusanu, ma poi si è liberato dopo l’immediato tap-in di Abraham, a festeggiare con un mucchione selvaggio il gol del 2-2. Festa a Milano.

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