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Manchester City-Roma 1-1, 30 settembre 2014

Un tocco per la storia

Senza età. In casa dei campioni d’Inghilterra, Totti ferma il tempo con uno “scavetto”

Il gol di Totti al City: disegno di La Scorza

Il gol di Totti al City: disegno di La Scorza

28 Dicembre 2022 - 16:04

Più che un cucchiaio, più che uno scavetto è proprio un dolce ordine quello che Francesco Totti dà al pallone con la punta, il collo e l’interno destro: vai lì, segna, fai quello per cui ti hanno inventato: gol. Un dolce ordine di quelli che sono anche inutili da dare tanto è abituato a eseguirli chi li riceve, come una carezza in un piede, una carezza in pegno di una promessa antica fatta da un ragazzino chiamato Francesco cresciuto dialogando col pallone sulla spiaggia e dentro il letto e che adesso, con questo tocco, con un solo  tocco, zittisce il “City of Manchester Stadium”, l’Inghilterra, l’Europa, la storia. Esagerato? No Etihad. È quello che è effettivamente successo là dentro il 30 settembre del 2014 in Manchester City-Roma girone di Champions League.

Con questo gol Francesco Totti diventa in quel momento - con quel tocco, con un solo tocco – il giocatore più anziano ad aver segnato nella storia della Champions: a 38 anni più 3 giorni, quelli che servono più che a risorgere a far pareggiare la Roma (credo sia più importante) il rigore subito dopo 4’ di partita da Aguero per un mani di Maicon. Succede tutto nel primo tempo, tutto velocemente, tutto per sempre. Dico il gol di Totti e della Roma.

Così: il professor Keita verticalizza dalla sua trequarti verso la trequarti inglese dove si è inserita la cresta bionda mohicana  di Radja Nainggolan che fa una cosa per Totti alla Totti: un tocco solo, di prima, secco ma dolce (il dolce ordine delle cose che si sta per ripristinare come ogni qual volta segna la Roma).

La definizione stessa di assist. La palla la dà sulla corsa in verticale di Totti che accelera uno, due, tre, undici passi per arrivare prima di tutta la difesa bianco e celeste (forse anche quella ha aiutato) e del portiere Joseph John Hart, che in uscita non arriva prima del pallone, che con le mani non arriva sul pallone, perché con un tocco sotto verso l’Altissimo (i tre giorni dal Natale più che della Pasqua) sta finendo dove deve andare, in rete. Come l’acqua al mare, come le gole aperte dei romanisti in trasferta dall’altra parte dello stadio e in ogni parte del mondo. Gol. Uno a uno.

Francesco Totti il giorno dopo viene celebrato da tutti i tabloid inglesi (“Tottering!”, “Legend” sono solo alcuni dei titoli) che fino al giorno l’avevano preso per il culo perché – secondo loro – non aveva mai segnato in Inghilterra. Che oltre a portarsi male da soli, avevano scritto pure una cosa sbagliata: Totti in Inghilterra a Wembley ci aveva segnato da ragazzino, nel 1992, con la nazionale di categoria. Certo erano passati più di vent’anni, era appena l’inizio della storia quando il gol più vecchio della Champions era bambino. 

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