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L'addio

Mancava una vita, Sinisa

Per la Roma sei stato come quel quinto gol al Toro in finale di coppa, una punizione magica che non ha portato a nulla, un bacio rubato a Giannini a Foggia, un gol solo in campionato ma nel giorno in cui hai voluto esordisse Totti

Sinisa Mihajlovic

Sinisa Mihajlovic (GETTY IMAGES)

17 Dicembre 2022 - 10:28

Mancava una vita, Sinisa. Per la Roma sei stato come quel quinto gol contro il Torino, una punizione magica, tu che eri venuto con la nomea di segnarne una ogni due – più o meno – e che invece segnasti praticamente solo quella (le altre con Taranto e Fiorentina sempre in Coppa Italia e una, soltanto una, in campionato). Ma che punizione, e che momento, che partita. Finale di Coppa Italia, stadio Olimpico di Roma. Era il 5-2 contro il Toro dopo aver perso 3-0 l’andata e chiuso 1-1 il primo tempo in quella di ritorno, e mancava mezz’ora ancora.

Mancava una vita per una squadra che in pochi minuti ne aveva fatti quattro in uno stadio Olimpico che sembrava rimasto a quello degli Anni 80, gonfio di amore, orgoglio e quel punto di speranza. Invece niente Sinisa, quella partita finì contro il palo di Giannini sotto la Sud dove tu avevi segnato. Mancava una vita, eri appena arrivato a Roma da Campione d’Europa, coi capelli lunghi coi riccioli, come quello stadio, Anni 80, tra la Jugoslavia che ancora potevi chiamare così e l’Argentina (pure Caniggia che arrivò con te e Balbo l’anno dopo avevano ancora lo stile dei lunghi capelli della loro terra). Era la fine della stagione, quella partita finì tra le lacrime, dopo quelle di Giannini che pianse in diretta sul campo, le stesse lacrime che lo stesso Giannini versò sotto lo spicchio dello stadio Zaccheria a Foggia per un gol che portava via la Roma dal rischio addirittura della serie B. Pianse Peppe in ginocchio sotto quello spicchio che stava venendo giù sulle sue ginocchia e tu te lo baciasti.

Questo sei stato per noi: un quinto gol che non ha portato una coppa, un bacio rubato e poi via verso altre storie, altre squadre, diventando da promessa a minaccia, da qualcuno da aspettare a grande rivale; cominciasti pure a segnarne tre su tre altro che una su due. Sei diventato anche laziale, e a noi ci hai lasciato quel quinto gol inutile, ma bellissimo. E un altro solo in campionato: 28 marzo 1993, un Brescia-Roma, segnasti il 2-0 ma a poco dalla fine della partita dicesti a “papà” Boskov di fare entrare quel “ragazzino”. Si chiamava Francesco: significa che hai segnato l’ultimo gol della Roma prima dell’era di Totti. Di un’epoca e di una squadra che non è più stata tua ma che ti ha accolto e che tu comunque hai segnato. Come quel gol al Toro. Mancava ancora una vita, Sinisa.

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