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le tappe

Zalewski point per ripartire: tra il Portogallo e le amichevoli

Il suo 2022 animato da una costante ascesa. Un anno fa appena 24’ in 4 gare di A, ora è reduce dal Mondiale. Fondamentale per Mou, che ritroverà nel ritiro in Algarve

Zalewski in allenamento a Trigoria

Zalewski in allenamento a Trigoria ((As Roma via Getty Images))

06 Dicembre 2022 - 09:35

Un anno vissuto meravigliosamente. Il finale di questo intensissimo 2022 di Nicola Zalewski forse non è stato denso di soddisfazioni come la prima parte, ma l’uscita di scena dal Mondiale in Qatar della sua Polonia, negli ottavi di finale contro la Francia campione in carica dell’extraterrestre Mbappé, era nell’ordine naturale delle cose. E ad appena vent’anni di età sono pochi i calciatori in grado di potersi fregiare di una partecipazione al torneo iridato fino alla fase a eliminazione diretta. Adesso per il polacco di Tivoli è il momento del meritato riposo, dopo quattro mesi a ritmi serratissimi. Pochi giorni a dire il vero quelli che riuscirà a ritagliare per sé, ma che serviranno a ricaricare le pile in vista di un 2023 che può essere per lui l’anno della definitiva consacrazione. A metà mese la Roma partirà alla volta del Portogallo per il vero e proprio ritiro prima della ripresa degli impegni agonistici- E in quell’occasione Zalewski si riunirà al gruppo.

Una settimana, quella predisposta dal club, che si preannuncia molto differente rispetto al periodo della tournée giapponese - più incentrata sugli aspetti commerciali - nella quale oltre a Nicola mancavano i lungodegenti Wijnaldum e Darboe; il più recente fra gli infortunati Cristante; e gli altri tre romanisti convocati dalle rispettive selezioni per il Mondiale: Dybala, Rui Patricio e Viña. I primi due sono ancora in lizza e rientreranno direttamente per l’ultima parte di lavoro a Trigoria, l’uruguaiano farà invece parte con Zale della spedizione in Algarve, dove i giallorossi hanno già svolto gli ultimi due ritiri estivi. Stavolta la permanenza sarà più breve, ma non mancheranno le amichevoli, che dovrebbero essere contro gli spagnoli del Cadice, la squadra locale del Casa Pia e gli olandesi del RKC Waalwijk. 

Dopo gli ultimi sviluppi della querelle fra Karsdorp e il club, è complicato ipotizzare che l’ex Feyenoord possa ancora far parte della rosa a lungo. Il mercato di gennaio sarà in qualche modo dirimente per l’eventuale uscita del terzino e la conseguente sostituzione. Ma fino ad allora la corsia destra è assottigliata al solo Celik come interprete di ruolo. Motivo per il quale la presenza di Zalewski sarà determinante, se possibile ancora di più che nel recente passato. Anche se probabilmente il meglio lo ha offerto sulla fascia opposta (dove può rientrare sul piede preferito per “imbucare” i suoi classici palloni filtranti), Nicola ha dimostrato estrema duttilità pure su quel versante. Nel periodo di simultanea indisponibilità dei due esterni destri designati, è toccato a lui ricoprire quella posizione. Un peso che potrebbe accelerare le manovre per il rinnovo di contratto a cifre più consistenti delle attuali (mezzo milione a stagione).

D’altra parte Mourinho ha sempre ricoperto di elogi l’italo-polacco, che a ragione si può considerare una “sua creatura”, lanciato in pianta stabile dallo scorso febbraio e diventato elemento imprescindibile, in campionato come per la conquista della Conference League. «Mi ha aiutato tanto in momenti difficili della mia vita. È un privilegio e un orgoglio essere allenato da un tecnico e una persona così», ha recentemente ammesso Nicola ai microfoni di Dazn, riferendosi probabilmente alla prematura scomparsa del padre. E sulle questioni di campo: «Mi ha cambiato molto, lo devo ringraziare perché ha fatto scoprire anche a me un ruolo che non pensavo avrei mai potuto fare». Da trequartista si è trasformato in esterno a tutta fascia con lo Special One. Mantenendo peraltro un rendimento così elevato da fargli conquistare il “Golden Boy web”, riconoscimento assegnato dal pubblico. Per poi scalare le vette anche con la nazionale polacca, fino alla convocazione in Qatar: titolare nella gara d’esordio contro il Messico, subentrato nel finale con la Francia. Due presenze che possono sembrare poche solo a sguardi superficiali. ma rappresentano una sorta di sogno a occhi aperti se rapportate ai livelli di un anno fa, di questi tempi, quando il numero 59 era soltanto un ragazzo di belle speranze proveniente dalla Primavera, con appena 24’ di A sulle spalle. Ora larghissime.

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