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Nagoya-Roma: si torna a giocare, nella casa della Toyota

Calcio d'inizio alle 11.30 italiane (19.30 giapponesi). Pellegrini parte dalla panchina come Spinazzola, spazio ai giovani Missori e Tahirovic

La Roma durante l'allenamento di ieri

La Roma durante l'allenamento di ieri (GETTY IMAGES)

25 Novembre 2022 - 09:21

La serie A è lontana, nel tempo e nello spazio: ci sono 13.274 chilometri a piedi, oppure 21 ore di volo tra il Toyota Stadium, dove la Roma alle 19.30 giapponesi (le 11.30 in Italia, diretta su Dazn) scenderà in campo contro il Nagoya Grampus, e lo stadio Olimpico, dove il 13 novembre si è giocata l’ultima di campionato, il deludente 1-1 con il Torino, e dove il 4 gennaio è prevista la prossima, contro il Bologna. Troppo tempo per rimanere fermi, così la società giallorossa - che ha solamente 4 giocatori al Mondiale, Dybala, Zalewski, Rui Patricio e Viña - ci ha incastrato una tournée in Giappone, che sarà molto utile anche dal punto di vista del marketing, visto che si gioca a casa della Toyota, che ha stretti rapporti d’affari con la famiglia Friedkin, da agosto sponsorizza le maglie di allenamento, e prima o poi potrebbe decidere di fare il grande passo, e diventare main sponsor. Poi, dopo qualche giorno di vacanza, si andrà anche a rifinire la preparazione in Algarve, come nelle ultime due estati, ma prima ci sono i due test in Estremo Oriente, oggi e lunedì 28, al Japan National Stadium di Tokyo, contro lo Yokohama Marinos.

Mourinho, forse per non deludere i padroni di casa, ha parlato bene dei prossimi avversari, nella conferenza stampa di ieri: «I Marinos sono campioni, hanno più qualità e fantasia in avanti; il Nagoya è organizzato, mi aspetto partite dure. Mi mancano giocatori ed il jet-lag non aiuta». Ovvio il riferimento ai quattro del Mondiale, a Cristante, rimasto a Roma per curarsi dopo l’operazione allo scafoide, a Camara, ma pure al mercato: l’occasione Solbakken a parametro zero è stata colta, e ufficializzata proprio due giorni fa, ma fosse per il tecnico si farebbe anche altro, oltre a sostituire Karsdorp, che ben difficilmente vestirà di nuovo la maglia giallorossa dopo che non ha risposto alla convocazione per la tournée. Chiederà qualcosa il tecnico alla presidenza, ma sa già che non potrà chiedere la luna. «Non abbiamo la forza di andare a prendere giocatori in Premier ma Tammy (Abraham, ndr) era un giocatore che voleva mettersi in mostra. Matic ha 34 anni ed ha giocato nei migliori club, è tornato a giocare con me per portare esperienza. Devi essere fortunato, avere giocatori con le giuste motivazioni e qualità. Noi allenatori le possiamo implementare ma non facciamo miracoli. Ognuno ha tutto nelle proprie mani». Poi le domande di rito sul Giappone, a partire dalla sorprendente vittoria contro la Germania: «Non ho visto la partita, ero a letto, la televisione era accesa ma mi sono addormentato, ero distrutto. Complimenti al Giappone, ma non è una sorpresa così grande, è una buona squadra che sta crescendo. In Europa ci si concentra sulle individualità. Ho allenato giocatori asiatici e sono fortunato perché ho allenato i migliori, hanno la giusta mentalità, per questo penso che non fosse una grande sorpresa». Ieri invece è rimasto sveglio fino a tardi per vedere la partita del suo Portogallo contro il Ghana, e lo ha anche mostrato su Instagram. Ancora sul calcio del Sol Levante: gli viene chiesto se vorrebbe allenare la nazionale nipponica. «Nel calcio mai dire mai, ma non penso che la nazionale giapponese abbia bisogno di me, ha allenatori di un certo livello. Nel calcio è difficile parlare di progetto, ma mi sembra difficile. Un giocatore giapponese a Roma? Se costa poco...». Poi la risposta che spiega il tono delle precedenti: «Qui in Giappone cerco di essere più gentile che posso, con persone magnifiche che offrono un’ospitalità incredibile e voglio dare qualcosa in cambio». Chiusura sulla Roma: «Abbiamo giocatori importanti infortunati, è importante recuperarli. Non è un dramma ma abbiamo effetti a lungo raggio: dobbiamo recuperarli. Poi il secondo obiettivo è dare riposo a chi ha giocato 3 partite a settimana. Dopo il Giappone avranno 10 giorni che sono importanti».

Largo ai giovani

Anche per dare riposo a chi ha giocato di più, oggi sembra intenzionato a dare spazio a vari giovani: quella di Svilar tra i pali è una scelta obbligata, visto che l’alternativa all’ex Benfica è il 20enne Boer, zero minuti in gare ufficiali nella gestione Mourinho, mentre è una scelta precisa quella di dare ancora spazio al 19enne mediano svedese Tahirovic, che aveva esordito in serie A contro il Torino, subentrando a Cristante. Potrebbe partire titolare sulla destra anche il 18enne Missori, esattamente un anno dopo l’esordio in prima squadra, il 25 novembre 2021 contro lo Zorya Lugansk: con Karsdorp a casa, e Zalewski al Mondiale, il vice capitano della Primavera è l’unica alternativa al turco Celik. A sinistra toccherà a El Shaarawy, visto che gli altri due esterni sono in Qatar, mentre Spinazzola, che pure è venuto in Giappone, non è ancora al meglio dopo l’infortunio, e ha lavorato a parte, come Lorenzo Pellegrini, un altro che partirà dalla panchina. Così al centro del campo dovrebbe toccare anche a Bove, con Zaniolo e Abraham davanti, e una difesa a tre con Ibañez e Kumbulla certi del posto: uno tra Smalling e Mancini riposerà, per lasciarli fuori entrambi dovrebbe toccare al 18enne Keramitsis. A dare esperienza a una squadra giovanissima ci sarà Matic, che ieri ha parlato in conferenza. «Dall’inizio ad oggi ho giocato sempre, anche se non sempre dall’inizio. Per essere onesto quando ho firmato pensavo di giocare ma non importa se gioco un minuto o novanta, spero di stare bene e giocare in futuro. La serie A mi sembra competitiva, anche se non posso fare paragoni perché ho sempre giocato fuori. Le squadre sono ad un buon livello e non sai mai se riuscirai a vincere. A parte il Napoli che ha cominciato bene è sempre una battaglia: sarà una stagione interessante. Sto studiando da allenatore, è vero. Non ho piani per il futuro, ho ancora qualche anno da giocatore nelle gambe. Ho già giocato con Mourinho, tutti migliorano e anche lui si aggiorna perché c’è una generazione di allenatori nuova. Ma lui ha qualità speciali». Anche per lui, ovviamente, domanda sulla vittoria del Giappone al Mondiale. «Voglio fare i complimenti per la grande vittoria, e sono felice perché il gol-vittoria è stato realizzato da un giocatore che conoscevo a Belgrado (Takuma Asano, passato per il Partizan, ndr). Onestamente nessuno pensava potesse vincere, ma nel calcio tutto è possibile. Io qui da calciatore? So che alcuni giocatori serbi giocano qui, mi piace tenere la porta aperta, non so cosa succederà. È la mia prima volta in Giappone. Ora penso e sto bene alla Roma, ma magari in futuro...».

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