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Amarcord

Un tuffo nel passato: il Giappone "brasilero" di Falcao e Cerezo

Per il “Divino” breve esperienza da CT dei nipponici nel 1994. Per Toninho doppia avventura alla guida dei Kashima Antlers, con i quali ha vinto due campionati

Paulo Roberto Falcao in veste di allenatore

Paulo Roberto Falcao in veste di allenatore (GETTY IMAGES)

23 Novembre 2022 - 10:00

Se dici Paulo Roberto Falcao e Toninho Cerezo, dici Roma. E Brasile, ovviamente. I nomi delle due leggende sono indissolubilmente legati al giallorosso e al verdeoro della Seleçao. Ma, una volta appesi gli scarpini al chiodo, entrambi si sono rimessi in gioco, accettando delle sfide nel Paese che da oggi e per una settimana ospiterà la Roma: il Giappone. Avventure, le loro, dalle opposte fortune: breve quella del “Divino”, lunga e proficua quella di Toninho.

Solo pochi mesi

Scottato dalla mancata qualificazione ai Mondiali statunitensi del 1994, il Giappone si rivolge a Paulo Roberto Falcao, reduce dall’esperienza sulla panchina del suo Internacional di Porto Alegre, la squadra che lo aveva lanciato da calciatore e da cui la Roma lo aveva acquistato nell’estate del 1980. L’incarico del “Divino” prende il via nel marzo 1994, pochi mesi prima dei Giochi asiatici, una sorta di Olimpiadi riservate ai Paesi dell’Asia: l’accordo prevede che la nazionale nipponica raggiunga quantomeno le semifinali affinché il contratto di Falcao venga rinnovato. Ma la sconfitta per 3-2 contro i rivali della Corea del Sud ai quarti portano al divorzio, che diventa ufficiale il 14 ottobre. Un’avventura di soli sette mesi, quindi, per il brasiliano, che tornerà ad allenare soltanto diciassette anni più tardi, nel 2011, di nuovo all’Internacional, con cui vincerà anche il Campionato Gaucho.

Un legame speciale

Discorso totalmente opposto per Toninho Cerezo, che invece in Giappone ha vissuto una doppia (e felice) esperienza alla guida dei Kashima Antlers, club che storicamente vanta un legame speciale con il Brasile: basti pensare che lo hanno allenato anche Zico, Jorginho e, tra il 2020 e il 2021, l’ex difensore romanista Antonio Carlos Zago. È la squadra in cui ha militato anche l’ex milanista Leonardo, nel biennio tra il 1994 e il 1996.

Toninho arriva invece nel 2000, dopo le brevi esperienze da tecnico in patria con Atletico Mineiro e Vitoria. Al primo colpo “Tira e molla” piazza il triplete giapponese, vincendo campionato, Coppa dell’Imperatore e la Coppa Yamazaki Nabisco, equivalente della coppa nazionale. In J. League piazza il bis l’anno seguente, in quel 2001 tanto caro a tutti i tifosi romanisti. Resta ai Kashima Antlers per cinque anni, fino al 2005, quando decide di tornare nel suo Atletico Mineiro, la squadra che lo aveva lanciato da calciatore. Dopo alcune esperienza negli Emirati Arabi (con la vittoria del campionato nel 2008 alla guida dell’Al-Shabab), nel 2013 torna ai Kashima Antlers. Stavolta arriva il trionfo internazionale, con la Coppa Suruga Bank, una competizione che mette di fronte la vincitrice della Coppa Sudamericana e la vincitrice della Coppa J. League. Il caso vuole che Toninho si trovi ad affrontare i connazionali del San Paolo, squadra in cui ha militato nel 1992-93, che vengono battuti per 3-2 con il gol decisivo al 92’; per Cerezo si tratta del sesto trofeo alla guida dei giapponesi, che lascerà poi nel 2015. In GIappone, però, Toninho continua a essere considerato un eroe.

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