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Il talento emergente

Da Sydney a Roma: la lunga marcia di Volpato

È arrivato a Trigoria a 16 anni. Si allenava in una scuola calcio, senza fare partite. Il suo primo scopritore, Tony Basha: "Solo esibizioni e tournée, in Australia molti non capiscono di calcio"

Cristian Volpato

Cristian Volpato (MANCINI)

02 Novembre 2022 - 09:25

Non è una storia come tutte le altre, quella di Cristian Volpato, il ragazzo di non ancora 19 anni che ha deciso la partita di Verona, e non solo per una media che non ha nulla di normale, due gol e un assist (tutti e tre di pregevole fattura, nulla di casuale) in serie A, giocando appena 69’. Non lo è, perché fino a tre anni fa il numero 62 della Roma praticamente neppure giocava a calcio: era nato a Camperdown, periferia di Sydney e del pallone che conta, era stato snobbato dai club australiani più importanti, e allenava la tecnica di base in una scuola calcio, l’Australasian Soccer Academy, il cui direttore, Tony Basha, era amico dell’allora allenatore della Roma U17, Fabrizio Piccareta. Solo che in quella scuola calcio non si facevano partite: quando il tecnico giallorosso, ricevuta la segnalazione, chiese dei video per valutare questo ragazzo, poté vedere solamente allenamenti ed esercitazioni. E fu bravo a intuirne il talento, riuscendo a portarlo in giallorosso. Aveva 16 anni quando iniziò ad allenarsi a Trigoria, in un contesto più competitivo di quello a cui era abituato: Zalewski ne aveva 9, Pellegrini 10. Quello che è successo prima ce lo racconta proprio Tony Basha, il suo primo scopritore.

Ha visto la gara con il Verona?
«Certo. Sono molto orgoglioso di Cristian, è stato fantastico».

Per quanto tempo Volpato è rimasto nella sua Academy, prima di passare alla Roma?
«È rimasto con noi qualche anno. E Mi ha colpito dal primo momento in cui l’ho visto giocare».

Ma come mai, quando era in Australia, non ha giocato nelle giovanili di un grande club, invece che in un’Academy?
«Perché in Australia molti non capiscono tanto di calcio. Con tutto che cominciamo ad aver vari giocatori buoni».

Ma è vero che nella sua Academy ci si allenava e basta, senza giocare partite ufficiali? Sicuramente il miglioramento tecnico c’è stato, ma è un sistema completamente diverso da quello Europeo...
«In Australia abbiamo un sistema divertente: giochiamo solo partite di esibizione. Oppure voliamo oltreoceano per giocare contro club professionistici. Cristian aveva fatto un tour in Asia, con noi».

Qual è stata la prima cosa che l’aveva colpita di Volpato?
«La sua voglia di vincere. E ovviamente la sua abilità nel dribbling».

E il suo peggior difetto? Secondo alcuni osservatori a volte tende a tenere troppo palla...
«È vero, a lui piace tenere la palla. Ma è la sua forza, in questo gioco: lui la ama, la palla».

Lo ha rivisto di recente?
«Non è ancora tornato a Sydney, ma credo che lo farà presto. Ma sono stato a Roma qualche mese fa, e ci siamo incontrati. E sarò di nuovo a Roma venerdì, con la squadra Under 17 della mia Academy: abbiamo in programma una tournée tra Italia e Spagna».

Con Mourinho è migliorato tanto, in questi mesi. Se non avesse scelto di giocare per l’Italia, sfruttando il doppio passaporto, avrebbe potuto fare il Mondiale, con l’Australia?
«Lui a Roma ha la fortuna di lavorare con il miglior tecnico del mondo: non potrebbe essere in mani migliori. Ed è circondato da giocatori fantastici, che lo faranno migliorare ancora. Sarebbe stato più che pronto per giocare con la nazionale australiana, avrebbe potuto fare anche il Mondiale, ma ha scelto di giocare per l’Italia. E ora si deve concentrare sul suo club: è ancora molto giovane, e ha molto da imparare».

La base è più che buona: la sua Academy, con lui, deve aver fatto un ottimo lavoro...
«E pensare che quando avevamo cominciato, nel 2006, avevamo solamente due calciatori. Abbiamo cresciuto sei calciatori professionisti, e un giocatore della nazionale. E ora abbiamo la più grande connessione in giro per il mondo: lavoriamo, tra gli altri, con club come Manchester United, Manchester City e Real Madrid. Abbiamo fatto un sacco di duro lavoro, ma ha dato i suoi risultati».

Lo avete già, il nuovo Volpato?
«Mansour El Masri per me è un piccolo Messi, ma purtroppo non ha un passaporto europeo. E poi c’è Rocko Fragale, che in questo momento sta facendo dei provini in Italia. Abbiamo più di 200 giocatori, molto bravi».
Ma la Roma, probabilmente, si è già presa il pezzo migliore».

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